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06/02/2012 19:32 | |
COMMENTO AL SALMO 5
"Ci impressiona un’invocazione a Dio fatta con parole così forti, con tanta passione... Ci pare esagerata anche se non irreligiosa.
Per noi la religiosità è divenuta sinonimo di una disposizione d’animo ben temperata, caratterizzata da un’imperturbabilità priva di contrasti, dalla repressione ed eliminazione di tutti gli affetti più forti. Perciò ci siamo abituati ad un linguaggio di preghiera in cui non si grida più, ma tutto viene avvolto nella mediocrità" (G. Ebeling). La tonalità prevalente è quella della lamentazione intensa, ma composta. Questo salmo è anche un amaro appello a Dio muto e sordo, perché appaia di nuovo all’orizzonte vuoto e desolato del credente. Questa preghiera del mattino è sostanzialmente una supplica contro gli incubi e le amarezze dell’esistenza e una proposta di orientamento morale e religioso.
Oggi è più facile trovare gente pronta a parlare che disposta ad ascoltare. Noi tutti invece abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia pazientemente ad ascoltare e ci comprenda. Dio ci ascolta con la massima calma e disponibilità: non ha altro da fare. Per essere ammessi in udienza da lui, non occorrono appuntamenti concordati con notevole anticipo e neppure credenziali di opere buone, anzi, è la nostra miseria il migliore appello alla sua misericordia. |
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