Ero un sacerdote cattolico…poi conobbi la verità che mi fece libero
Salvatore Gargiulo, dopo un lungo ministero sacerdotale, scopre che il cattolicesimo non è cristianesimo e lo abbandona per trovare la liberazione in Cristo e nell'Evangelo
Ero fermamente convinto che il Papa fosse il successore di Pietro ed il vicario di Cristo. Licenziatomi in teologia, nel 1951, e divenuto prete, mi ero proposto di essere per tutta la vita un figlio devoto del romano pontefice, il "santo padre". Un buon sacerdote è anche un fervoroso devoto della Madonna, e tale ero anch'io, propugnatore della recita del rosario, divulgatore dei messaggi mariani di Lourdes e di Fatima.
Ora che conosco la Parola di Dio, so che le apparizioni mariane non sono altro che inganni diabolici, tesi a fuorviare le anime impedendo che esse vengano a contatto con la Verità (si legga, per esempio, ciò che ha scritto l'apostolo Paolo nella 2^ lettera ai Corinti capitolo 11 verso 14 ed in 2^ Tessalonicesi capitolo 2 versi 9-12). La Madonna che appare ed annunzia un altro vangelo non ha nulla a che vedere con l'umile Maria, madre di Gesù, le cui ultime parole su questa terra, quasi un suo testamento, furono: "Fate tutto quello che Gesù vi dirà" (Vangelo di Giovanni cap. 2 v.5).
Io però m'ero formato in questo sistema di errori. Ero tenuto a fidarmi del magistero ecclesiastico, che si dichiara infallibile, ma avevo una conoscenza superficiale e distorta delle Sacre Scritture, e pertanto "ingannavo gli altri, essendo io stesso ingannato" (dalla 2^ lettera di Paolo a Timoteo cap. 3 v.13). Nondimeno nel mio intimo ero profondamente insoddisfatto. Amministravo i sacramenti ed a mia volta vi facevo ricorso, ma mi mancava il dono più bello che Dio vuol dare all'essere umano: la certezza della vita eterna mediante la fede nel sacrificio di Gesù Cristo. Evidentemente le "cisterne screpolate" dei sacramenti non potevano darmi l'acqua viva di cui avevo sete.
Le verità fondamentali della Bibbia, quelle riguardanti la salvezza, offerta gratuitamente all'uomo attraverso l'opera perfetta compiuta dal Signore Gesù, sono di una chiarezza cristallina. La teologia cattolica conosce la salvezza per grazia, ma arbitrariamente la rende astrusa e complicata. La salvezza, in pratica, passa attraverso i sacramenti gestiti dalla casta sacerdotale, e bisogna meritarsela con la partecipazione ai sacri riti, con l'osservanza dei comandamenti e dei precetti, con le buone opere. Il cattolico non può mai essere sicuro della propria salvezza eterna. Ed anche se muore in pace con Dio, gli resta da espiare una pena più o meno lunga nel purgatorio. In tal modo si svuota e si svaluta il sacrificio di Cristo, che del resto si pretende di rinnovare in ogni messa. Si tratta dunque di un sistema dottrinale perfido, anzi diabolico, che rende milioni di anime sue prede "con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo" (Lettera ai Colossesi cap. 2 v.8). Vani ragionamenti che ottenebrano il cuore (cap. 1 v.21) ed annullano le chiare affermazioni della Parola di Dio, come da Efesini cap. 2 vv.8 e 9: "E' per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinchè nessuno se ne vanti". Ed ancora: "Vi ho scritto queste cose affinchè sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio" (dalla 1^ Lettera di Giovanni cap. 5 v.13). Si potrebbero avere affermazioni più chiare di queste? Eppure "la mia mente era stata resa ottusa" ed "un velo rimaneva steso sul mio cuore" (2^ lettera ai Corinzi cap. 3 v.14).