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COSA C'E' ALLA RADICE DEGLI INSEGNAMENTI NELLA CHIESA CATTOLICA ROMANA

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2012 17:28
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19/03/2012 17:28

[1] 1 Tim. 6:10

[2] Tito 1:11

[3] Codice di diritto canonico, can. 1271

[4] Cfr. Fausto Salvoni, Da Pietro al Papato, Genova 1970, pag. 365

[5] Francesco Di Silvestri-Falconieri (membro di una Chiesa evangelica del suo tempo) racconta a proposito della canonizzazione della sua lontana parente Giuliana Falconieri (1270-1341), donna che durante la sua vita portava catene ai lombi (che erano così strette che finirono col penetrargli nella carne e non le si poterono più levare), funicelle alle gambe e alle braccia, dormiva sulla terra nuda e al più sopra una stoia e recitava l’ave Maria mille volte al giorno, racconta dico che all’inizio del XVIII secolo Giuliana cominciò a fare miracoli e Benedetto XIII la beatificò nel 1729. La santificazione avvenne pochi anni dopo. Racconta il Di Silvestri: ‘La santificazione non si fece attendere molto: Alessandro Falconieri, cardinal diacono del titolo di santa Maria della Scala, personaggio influentissimo in Conclave, fece radunare i voti della maggior parte dei cardinali sul suo vecchio cugino Lorenzo Corsini, che divenne papa col nome di Clemente XII, a condizione ch’egli canonizzasse santa Giuliana; e difatti, il 16 giugno del 1737, si celebrò dal pontefice la solenne cerimonia in san Pietro, alla presenza d’Orazio II Falconieri , figlio di Mario e nuovo capo della famiglia e del cardinale Alessandro’ (Francesco Di Silvestri-Falconieri, I due santi di casa Falconieri, Roma 1914, pag. 15). Ecco un chiaro esempio dunque di quali intrighi ed interessi si nascondono dietro le canonizzazioni.

[6] Eccl. 10:19

[7] Prov. 18:16

[8] Il Codice di diritto canonico afferma che ‘è lecito ad ogni sacerdote che celebra la Messa, ricevere l’offerta data affinché applichi la Messa secondo una determinata intenzione’ (can. 945 §1.) e che ‘è vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta’ (can. 945 §2.). E’ evidente che i legislatori di questo nuovo codice hanno cercato con queste parole di fare apparire che la messa non è in vendita. Nella realtà però la messa è in vendita, e coloro che le fanno dire lo sanno molto bene perché senza soldi non c’è messa. C’è un vero e proprio mercato attorno alla messa.

[9] L’abate Muratori, nella sua 67 Dissertazione intitolata Delle maniere colle quali anticamente le chiese, i canonici, i monasteri ed altre università religiose acquistarono, o si procacciarono gran copia di ricchezze e comodi terreni, enumera tredici maniere. La decima dice: ‘Invase in alcune parti d’Italia, e forse anche in tutte, una opinione, che ognuno riconoscerà per un gran veicolo a sempre più arricchir le chiese e i monasteri. Cioè, fu predicata ed inculcata come efficacissima via di guadagnar la grazia di Dio in terra, ed il suo beatissimo regno nell’altra vita, la pia munificenza dei Fedeli verso i luoghi sacri. Perciò così sovente s’incontra nelle vecchie carte la seguente formola comunemente usata dai notai: Chiunque dei beni suoi donerà cosa ai santi e venerabili luoghi, giusta la parola del Salvatore, ne riceverà il centuplo in questo secolo; dippiù, e che maggior cosa è, possederà la vita eterna… Inbevuti adunque di tale opinione nei vecchi tempi i Fedeli, non è da stupire se facevano a gara per caricar di nuovi doni i sacri templi e i monasteri: e se all’udir tante lodi della limosina verso sanctis et venerabilibus locis, ogni dì più crescesse la loro liberalità verso di essi. Ma non si vuol già dissimulare che gli ecclesiastici d’allora facendo sonar questa opinione per tirare a sé la roba altrui, si abusavano non poco della Religione, essendo falsissimo, come dissi, che il divin nostro Maestro abbia applicato tanto di merito alle donazioni fatte ai luoghi sacri. Era questo merito solamente fondato nella ingordigia di chi esortava e consigliava di esser liberale verso le chiese, senza ricordarsi dei poverelli, dei quali soli parla il Salvatore’. A distanza di secoli dunque le cose non sono sostanzialmente cambiate in seno alla chiesa cattolica romana perché ai Cattolici vengono tuttora promessi ogni sorta di benefici materiali e spirituali se daranno denaro a questa o quell’altra istituzione cattolica, che poco importa se è un santuario, un istituto religioso, un monastero, o una basilica.
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