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LE DIVISIONI DEL POPE

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2009 17:02
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Sesso: Femminile
22/11/2009 17:02

 

 

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Una risposta a Fulvio Scaglione
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Nello scorso numero di "Famiglia Cristiana" la diffusissima rivista dei Paolini compariva un servizio a firma di uno dei vicedirettori, Fulvio Scaglione che il nostro visitatore potrà trovare alla pagina sottoriportata dal titolo "Le divisioni del pope".

 http://www.stpauls.it/fc/0024fc/0024fc66.htm

Come quasi sempre nella stampa cattolica ove  si parla di Ortodossia comparivano una serie di (volute?) inesattezze ed un taglio certo lontano dalla realtà.


Replica a Fulvio Scaglione

L'ultimo numero di "Famiglia Cristiana"(24e del 18 giugno) pubblica il suo articolo "Le divisioni del pope" che – mi consenta – dimostra, spero in buona fede, di travisare le vicende dell'Ortodossia, presentando ai lettori una situazione che non è quella reale.
Dalla lettura dell'articolo si evince che in Russia coesisterebbero degli integralisti fanatici che non vogliono la visita del papa a Mosca né la dottrina sociale, (vogliono invece la canonizzazione dello Czar Nicola II e della sua famiglia perché martiri), insieme con gli  "ortodossi buoni " e moderni, fautori dell'ecumenismo e della dottrina sociale. Alla testa di questi ultimi andrebbe posto il Metropolita Kirill di Smolensk e Kalliningrad, capo del Dipartimento esteri del Patriarcato, allineato (almeno su questi punti) sulle posizioni di Bartolomeo di Costantinopoli, leader di un Patriarcato pressoché quasi inesistente che sottrae territori agli altri per aumentare la sua giurisdizione, ma perfettamente in linea con l'ecumenismo romano-protestante.
Alla Russia, sempre secondo l'articolo, che ha riconquistato la libertà (quella di avviarsi verso le "sorti progressive" del liberal-capitalismo, questo lo aggiungo io) mancherebbe solo la libertà di vedere spaccata la Chiesa (forse perché così almeno una parte si allineerebbe col papa?).
Questo premesso mi consenta di replicare.
1 – non si può accettare da parte cattolico-romana l'invito alla libertà di discussione ed anche di divisione. La Chiesa Romana ha trasformato il Cristianesimo nella realtà più piramidale e compatta che la storia delle Religioni abbia mai conosciuto; per difendere la sua compattezza non ha esitato a servirsi di Inquisitori, roghi di eretici, d'ausilio del braccio secolare…: da questo pulpito non può certo venire questa predica. A meno che non si voglia veder superato tutto un passato da qualche lacrimuccia papale certo ben mediatica e "giubilare" ma altrettanto inconsistente per chi sappia vedere che  tutto sostanzialmente resta come prima. Resta infatti quel macigno che è il dogma del Vaticano I che – a chi lo legge bene e nei testi conciliari – lascia ben poco spazio ad ogni discussione.
2 – Noi Ortodossi, al contrario, paghiamo come prezzo dell'esser rimasti fedeli alla struttura conciliare ed apostolica della Chiesa voluta dal Signore della Chiesa ed unico Sommo Pontefice – Gesù Cristo – il fatto di divisioni e scismi, talora giustificati, talora no; fatto dal quale si evince che la Chiesa Ortodossa ha avuto – da sempre – anche quella libertà di dividersi che la romano-cattolica non ha.
3 - Dietro a tutto questo i sono una serie di equivoci
- che lo scisma non sia un fatto dottrinale ma solo un episodio transeunte frutto di incomprensioni storiche;
- che l'ecumenismo possa portare alla riunificazione di tutti coloro che si professano Cristiani;
- che la Chiesa debba avere una dottrina sociale;
- che l'adeguarsi al "progresso" umano rappresenti davvero un "progresso cristiano".

Da momento che Lei - in nome del dibattito e della comprensione – pubblicherà in modo integrale la mia lettera nel prossimo numero, cercherò di esser breve.
Appartengo ad una giurisdizione che si è "divisa" proprio nell'esercizio della libertà del credente di rifiutare i suoi gerarchi ove siano in errore rispetto al dogma ed alla tradizione della Chiesa: sostiene (sulla scia del grande – lo riconoscete anche voi – padre Giustino Popovic) che l'ecumenismo sia la più pericolosa ed insidiosa eresia ("paneresia" la chiamava il p. Giustino) che la Chiesa abbia conosciuto. Inoltre, con buona pace degli ecumenismi, lo scisma è un problema dogmatico, causato dall'unica vera e chiara eresia , il famoso Filioque – che a quell'epoca esisteva; il papa Giovanni VIII - in una lettera a S. Fozio - scrive "quelli che hanno fatto l'aggiunta li metto nel posto di Giuda, come traditori di Cristo e degli Apostoli". Ovviamente fanatico anche lui. Fatto è che questa lettera è parte integrante dell'VIII Concilio e pertanto non può essere considerata una sua dottrina privata. A questa divergenza dogmatica sostanziale (tocca infatti il mistero stesso della Triade) se ne aggiungono altre altrettanto sostanziali: sulla dottrina della Grazia e del Peccato Originale , sul conseguente dogma dell'Immacolata concezione, sulla dottrina dei Sacramenti e del loro numero, sulla visione stessa della Chiesa, sull'Escatologia…. altro che questioni transitorie!
Sul fuoco di  queste divergenze i Franchi prima e i Tedeschi poi buttarono benzina per spaccare l'unità della Cristianità Romana con centro in Costantinopoli Nuova-Roma, fondando un' Europa barbara ed eretica.
4 - L'Ecumenismo poi non pu챵 riunificate le Chiese n챕 i Cristiani perch챕
a – Le Chiese non esistono, in quanto la Chiesa, come professiamo nel Simbolo, è per definizione Una. I Cristiani si riuniranno ritornando alla fede professata dai Santi VII Concili Ecumenici. L'amore fraterno, che ha da esser professato sempre e verso tutti – senza eccezione né di eretici né di peccatori –, è cosa diversa dalla comunione sacramentale e canonica.
b - Che la Chiesa non debba avere una dottrina sociale è poi evidente dal fatto che – basta leggere il Nuovo Testamento – gli Apostoli hanno sempre invitato gli schiavi alla sottomissione ed i padroni alla carità, non perché anche loro intransigenti e fanatici ma perché tesi ad educare i credenti a guardare "oltre" il transeunte, verso la realtà "altra" che della vita e della storia rappresenta il compimento ed il fine. La Chiesa non ha bisogno di dottrine sociali, la Chiesa deve predicare il regno, che nessun sistema umano potrà mai nemmeno accennare, nemmeno l'impero dello czar Martire che solo col Martirio ha fatto accesso al regno.
c - Che poi adeguarsi al progresso rappresenti un vero progresso per l'uomo…: nella mia città i giovani delle superiori sono già ad un elevatissimo livello di scelta di non avvalersi dell'insegnamento religioso, cosa che aumenta di pari passo con l'età.. Se questo è progresso! Forse anche altri, e tanti, esempi si potrebbero fare: ne basta uno.
Concludo: non mi interessa né Kirill né Bartolomeo perché essi ormai – se non do >Diritto almeno di fatto - son da considerarsi fuori della Chiesa con tutti i loro accoliti, e se a difendere l'Ortodossia Cristiana resteremo un "pusillus grex" non abbiamo da temere, sarà il Giudice escatologico a renderci giustizia.

+Archimandrita Silvano Livi
Superiore del Sacro Monastero di San Serafino di Sarov
Pistoia – S.Felice
Metropolia di Orop챵s e Fil챙 della Chiesa Greca Tradizionale

 


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