Proprio il contrario degli ideali di Savonarola,
che anelava ad una rigenerazione morale e spirituale
della Chiesa e che incominci챵 ad applicare alcune
sue idee, riformando i monasteri toscani dell'Ordine
Domenicano secondo una rigida osservanza della Regola
originariamente stabilita e sottraendo il controllo
dalla Congregazione Lombarda, la Casamadre dell'Ordine.
Nel 1494 l'esercito di Carlo VIII di Francia (1483-1498)
invase l'Italia, per riaffermare il diritto del re, di
sangue angioino, alla successione al regno di Napoli,
dopo la morte di Ferrante d'Aragona (1458-1494).
Savonarola support챵 la causa del re francese, sperando
in cambio di un appoggio per la formazione di un governo
democratico in Firenze ed effettivamente la visita di
Carlo VIII a Firenze permise a Savonarola. di scacciare
l'indegno figlio di Lorenzo de' Medici, Pietro, e di
instaurare una Repubblica teocratica.
In tutta la Repubblica fu messa in vigore una normativa
morale molto severa e basata sulla legge di Cristo,
considerato il vero “Re di Firenze”. Divennero famosi
i “falò delle vanità”, roghi pubblici nei quali vennero
bruciati carte e dadi da gioco, libri pagani e immorali
(talora bastava anche un innocente libro di poesie o una
copia del Decamerone del Boccaccio), ornamenti e vestiti
lussuosi, e perfino quadri del Botticelli.
Dall'alto del suo successo, Savonarola pot챕 riprendere gli
attacchi contro l'immoralità della Curia romana e di
Alessandro VI, ma il Papa contrattaccò nel 1495
convocandolo a Roma per difendersi dalle accuse di false
profezie.
Savonarola rifiut챵 adducendo motivi di salute cagionevole.
Tuttavia Alessandro VI non demorse e nel 1496 stabil챙 che
i monasteri domenicani toscani avrebbero dovuto riferire
ad una nuova Congregazione situata (ovviamente) in Roma:
al rifiuto di S. di obbedire, questi fu scomunicato il
12 Maggio 1497.
A questo provvedimento Savonarola reagì dichiarandolo
privo di valore e continuandolo le sue prediche nel
Duomo di Firenze, mentre il Papa reagì minacciando di
interdizione la città, se al predicatore non fosse stata tolta
la parola. Oltretutto, l'ostilità locale nei confronti di
Savonaro, la opportunamente orchestrata da parte dei
francescani, inizio' a crescere fino a quando, nel Marzo 1498,
il francescano Padre Francesco Rondinelli sfidò Savonarola
ad un' ordalia del fuoco per stabilire la santità del predicatore
domenicano.
Quest'ultimo rifiut챵, ma, al suo posto, accett챵 la sfida il
suo devoto discepolo Domenico da Pescia.
Il 7 Aprile 1498, data prescelta per la prova, questa non
si pot챕 aver luogo, dapprima per le lungaggini procedurali,
e poi per un improvviso acquazzone. La folla esasperata e
di umore mutevole se la prese con Savonarola, arrestato sul
luogo assieme a Domenico da Pescia. A nulla serv챙 la
reazione dei suoi seguaci, denominati arrabbiati o compa-
gnacci o piagnoni (dalle lacrime che versavano ad ogni
sermone di Savonarola), i quali provocarono gravi disordini,
assaltando,fra l'altro, il convento di San Marco al grido di
Salvum fac populum tuum, Domine.
Il Papa non si fece scappare la ghiotta occasione di fare
i conti con il predicatore ribelle ed invi챵 a Firenze il
generale dell'Ordine Domenicano e il vescovo di Ilerda ad
assistere al processo. Nonostante le torture, Savonarola
non cedette, tuttavia furono redatti, a cura di alcuni
notai compiacenti, degli atti palesemente contraffatti
del processo, nei quali S. avrebbe ammesso di essere un
falso profeta.
Sulla base di questa “confessione” Savonarola venne
condannato, assieme ai suoi seguaci Domenico da Pescia
e Fra Silvestro, a morte mediante impiccagione,
seguita dal rogo dei corpi e dalla dispersione
delle ceneri nell'Arno.
La sentenza venne eseguita il 22 Maggio 1498.
La figura di Savonarola fu onorata dal Luteranesimo, come
esempio di antesignano della Riforma e la sua statua fa
parte del monumento dedicato a Lutero, eretto a Worms,
in Germania. Comunque, anche la stessa Chiesa Cattolica
sembra aver espresso recentemente l'intenzione di rivalutare
la figura di Savonarola come rinnovatore della Chiesa ed
è stato avviato il relativo processo di beatificazione
presso il Tribunale Ecclesiastico, presieduto dal Cardinale
S. Piovanelli, arcivescovo di Firenze, secondo il quale
Savonarola “morì e visse come un santo
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~Nota nostra ~
Osservate la figura del papa e ciò che lo riguarda.
Figura che nulla ha a che vedere con la santità e
con l'incarico che copriva. Ma, persona con figli
e piena di peccati.
Osservate anche la morte che la chiesa e il papa,
diede a savonarola:
1- Tortura;
2- False dichiarazioni e falsi testimoni
3- Impiccagione;
4- Rogo dei cadaveri;
5- Dispersione delle ceneri nell'Arno.
Questo è il comportamento di questa chiesa romana
che ha fatto queste cose in nome di chi? Di quale Dio?
Satana sicuramente, perchè Gesù ha insegnato l'amore e
di non uccidere nessuno. Costoro, dopo avere ucciso,
hanno bruciato il corpo e disperso le ceneri.
BARBARI e servi di satana.