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VENTI SECOLI DI PAPATO 1

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2012 17:40
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06/01/2012 17:39

PAG 11

VENTI SECOLI DI PAPATO

Il padrone del mondo

(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)

L'incontro doveva certamente essere uno dei più straordinari da quando Gesù si era trovato di fronte a Pilato nel Pretorio. Il più potente uomo dell'epoca, sul trono in vesti d'oro e porpora ed un ventisettenne, in ginocchio di fronte a lui, vestito di stracci e che affermava di essere il più povero.

Nell'estate del 1209 papa Innocenzo III aveva finalmente accettato di ricevere questo disgraziato in odore di santità.

Uno strano personaggio, di certo completamente fuori di testa secondo i normali criteri di giudizio dell'epoca: magro, capelli neri e pesanti palpebre, denti bianchi, piccole orecchie a sventola, barba rada e sparsa ed una voce straordinaria, piena di calore e di dolvezza. Parlava con Sole e Luna e chiamava la Povertà il "suo più grande amore" e la Signora più ricca e generosa del mondo.

Francesco venne ricevuto dal papa, per un breve momento e solo per ricevere l'approvazione per la costituzione del proprio ordine religioso (i Francescani), soltanto dietro insistenze da parte del cardinale di Ostia, Ugolino, futuro Gregorio IX, che non lo capiva , come non lo capiva il papa, ma pensava che avesse qualcosa da offrire alla Chiesa.

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Innocenzo III, senza saperlo, l'aveva già incontrato anni prima nei corridoi del Laterano e l'aveva fatto scacciare per il puzzo tremendo che emanava (Francesco poco prima aveva incontrato un povero al quale aveva regalato i suoi abiti, facendo uno scambio con quelli del disgraziato).

Lotario, cardinale della famiglia dei Conti di Tuscolo (i famosi Conti di Segni), era diventato papa l'8 gennaio 1198.

La sua famiglia aveva contribuito e contribuirà al papato, complessivamente e considerando tutti i diversi rami, con tredici papi, tre antipapi e quaranta cardinali (quando si parla di nepotismo!).

Quando, nel corso dell'elezione, gli fu imposta la tiara e l'Arcidiacono disse:" ...e sappi che tu sei il padre dei principi e dei re, signore del mondo, Vicario sulla terra del nostro salvatore Gesù Cristo, la cui gloria durerà tutta l'eternità." sicuramente Innocenzo non dubitò che quella bestemmia gli fosse dovuta.

La sua esistenza giustifica in pieno la famosa affermazione di Hobbes:" il Papato non è altro che il fantasma del defunto impero romano e siede incoronato sulla sua tomba" .

Nel corso della processione lungo la Via del Papa, Innocenzo incontrò il rabbi Stefano Petri, con le spalle fasciate nel Pentateuco, che si prostrò in obbedienza ed il Papa dichiarò formalmente:" Noi riconosciamo la Legge (vecchio testamento) ma condanniamo i principi del Giudaismo, poiché la Legge si è già realizzata in Cristo, che il cieco popolo di Giuda ancora aspetta come suo Messia. ". Il vecchio rabbi ringraziò il pontefice per le sue gentili parole e si allontanò in fretta prima di prendere anche una bastonatura.

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Nel Laterano ricevette onori, leccate di piedi da principi e prelati e diede un banchetto nel quale sedette separatamente, in alto, a dominare gli ospiti.

Stava già studiando come dominare il mondo.

Nel giro di due anni aveva riacquistato il potere assoluto a Roma ed in Italia, quasi nullo alla sua nomina.

Per una rivolta popolare, nel maggio del 1203, fu costretto a fuggire in Palestina, dove era in corso la quarta Crociata e dove non si interessò in alcun modo dei terribili massacri compiuti non tra i musulmani, ma tra gli stessi cristiani da quella banda di delinquenti.

Costantinopoli venne saccheggiata, le tombe degli imperatori dissacrate, reliquie preziose rubate, suore e bambine stuprate ed uccise sotto l'ala paterna del pontefice.

La più prestigiosa città del mondo, cristiana anche se scismatica, venne rasa al suolo da soldati cattolici.

Dopo due anni, fatta la pace con i romani, ritornò a Roma, dove rifiutò il titolo di Vicario di San Pietro. Anzi lo ripudiò dicendo: "Noi siamo il successore di Pietro ma non il vicario suo o di altri apostoli. Noi siamo il Vicario di Gesù Cristo, di fronte al quale tutti devono inginocchiarsi, Persino - no anzi - specialmente Re ed Imperatori".

Questa teoria manichea ( della Chiesa, spirituale e buona, e dello stato, materiale e cattivo) era quanto di più retrivo si potesse immaginare ed avrebbe potuto condurre a serie espressioni di anarchia (come in effetti fece), ma Innocenzo si sentiva capace di gestire Chiesa e Stato e giocando la carta del "peccato" (dove c'era peccato il suo giudizio era sovrano) giustificò ogni suo intervento nella sfera "temporale".

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Scelse come suo strumento Ottone IV, che, ribellatosi dopo un paio d'anni, venne regolarmente scomunicato e sostituito. Incoronò Pietro d'Aragona e pretese di fare lo stesso con Guglielmo il Conquistatore, re d'inghilterra, che lo mandò al diavolo. Nemmeno Gregorio era riuscito ad ottenere obbedienza dai re inglesi, ma, alla morte di Riccardo Cuor di leone (1199), Giovanni Senza Terra era uomo di differente pasta ed il papa ne fece una specie di esempio, con ulteriori successive drammatiche conseguenze.

Giovanni era ometto irrequieto e volatile, con scarso rispetto per la Chiesa. Dapprima sposò sua cugina Isabella di Gloucester senza chiedere dispensa, poi, innamoratosi di Isabella d'Angoulême, la sposò autodandosi dispensa. Quando Innocenzo si mostrò irritato lo quietò mandando un migliaio di armati alle Crociate e costruendo un'abbazia Cistercense.

Quando però Giovanni nominò il suo candidato al vescovado di Canterbuty, il papa ne ebbe abbastanza.

Nominato Stefano Langton alla carica in discussione Innocenzo diede tre mesi di tempo a Giovanni per riconoscerlo.

Giovanni non si arrese e scacciò i monaci da Canterbury. Innocenzo pose allora, con una durissima prova di forza, l'interdetto sull'intera Inghilterra.

Ci furono sanguinose minacce ed atti di forza da entrambe le parti (non ultima la tassa sulle mogli dei preti imposta da Giovanni)

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Giovanni era un vero stronzo, si scopava le mogli di tutti, strappava i denti a chi non gli portava soldi, impiccava gli ostaggi, ma sotto la minaccia di Filippo di Francia (che il papa aveva nominato suo sostituto naturale come re d'Inghilterra) nel 1213 si arrese praticamente senza condizioni, assogettandosi anche al pagamento annuale di un migliaio di marchi al papa.

Questo stupido "affitto" diede il via, nel 1333, alla secessione Inglese dalla fede cattolica (quando Edoardo III si rifiutò di pagare ulteriori soldi a Urbano V, giudicando nulle le promesse di Giovanni), che si concluse sotto il regno di Elisabetta Ia.

Comunque intanto Giovanni era diventato un "buon cattolico" e, quando i Baroni lo costrinsero ad accettare la Magna Carta, lo comunicò immediatamente al Papa, che condannò la prima costituzione come "contraria alla legge morale". DER Con una Bolla Inmnocenzo III annullò il documento, assolse il Re dall'obbligo di osservarlo e scomunicò chiunque ne pretendesse l'osservanza.

In sostanza tutta l'Inghilterra.

Stephan Langton, arcivescovo di Canterbury, si rifiutò di pubblicare la Bolla, sostenendola non aderente al diritto naturale ed al di fuori dei poteri papali. Fu regolarmente sospeso dall'incarico.

Innocenzo promulgò più norme da solo che tutti i cinquanta papi che lo precedettero messi insieme. E le sue norme ebbero drammatici effetti sulla Cristianità.

Fu geniale uomo di governo e regnò per vent'anni con il terrore. Incoronò e depose sovrani, creò lo Stato Pontificio, sparse più sangue di qualunque altro papa ed è suo il detto:" Ogni prete deve obbedire al papa, anche se il suo ordine è diabolico, perché nessuno può giudicare il papa" o l'altro, indirizzato a Filippo di Francia prima dell'attacco all'Inghilterra," Spada, spada esci dal tuo fodero. Spada, spada, affilati e poi sterminali".
Ma se una qualche fama gli si deve è per la spaventosa tragedia dei catari e degli albigesi, forse la carneficina più orribile ed infingarda dell'epoca, alla quale dedicherò la prossima puntata.

Quello che è sicuro e che oggi tutti si ricordano (con affetto ed umana tenerezza) di San Francesco, mentre nessuno, salvo qualche studioso, conosce il Re dei Re, il Signore del Mondo, Innocenzo III.

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