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Alcune cose che si imparano dalla chiesa cattolica romana

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2011 20:42
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18/06/2011 20:36

7) Dio è più grande dell’uomo e come a suo tempo strappa dalle fauci del papa cattolico coloro che lui ha predestinato ad essere giustificati, così a suo tempo strappa dalle mani di questi ‘papi evangelici’ coloro che lui ha deciso di illuminare per fargli capire che essi sono stati riscattati a prezzo per servire Dio nella semplicità del loro cuore seguendo i suoi comandamenti, e non per diventare di nuovo schiavi di uomini che hanno l’apparenza di servitori di Dio ma nella realtà sono servi del loro ventre perché provocano scandali di ogni genere e le dissensioni contro l’insegnamento che abbiamo ricevuto dai santi apostoli.

A Dio il nostro Salvatore che nella sua grazia ci ha tratto all’ubbidienza della fede e in essa ci rende saldi sia la gloria ora e in eterno. Amen.

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NOTE

[1] La parola deriva dal greco oikoumene che significa ‘terra abitata’. Per ecumenismo si intende quel processo o quello sforzo intrapreso e portato avanti da diverse parti (sia da parte cattolica che protestante) che ha come scopo quello di unire assieme tutte le chiese.

[2] E per capire che le cose in realtà non siano per nulla cambiate, quantunque sembrerebbe il contrario, basta considerare che la chiesa cattolica romana dopo il concilio Vaticano II si è rifiutata di entrare a fare parte del Consiglio Ecumenico che ha la sua sede a Ginevra. Paolo VI nella sua storica visita al Consiglio ecumenico a Ginevra (1969) dichiarò subito: ‘Il mio nome è Pietro’.

[3] Forse qualcuno dirà che in comune con i Cattolici abbiamo il Vangelo, ma non è così perché essi non predicano lo stesso Vangelo che annunciò Cristo Gesù prima e poi gli apostoli, ma un altro Vangelo che non può salvare nessuno. E credo questo di averlo ampiamente dimostrato.

[4] Il Robeck e tutti coloro che la pensano come lui ingannano loro stessi e dimostrano di non conoscere (o di fare finta di non conoscere) la dottrina cattolica sul battesimo, ed anche di non tenere per nulla in considerazione l’insegnamento della Parola di Dio sul battesimo.

[5] COLLABORATORI. NUOVO TESTAMENTO.

Traduttori:

a – cattolici: Carlo Buzzetti, Carlo Ghidelli

b – evangelici: Bruno Corsani, Bruno Costabel

Revisori:

a – cattolici: Giovanni Canfora, Mario Galizzi, Carlo Maria Martini, Renzo Petraglio

b – evangelici: Otto Rauch, Alberto Soggin

Consulenti stabili:

a – cattolici: Sofia Cavalletti, Settimio Cipriani, Paolo De Benedetti, Franco Festorazzi, Enrico Galbiati, Massimo Giustetti, Michele Pellegrino, Maria Vingiani

b – evangelici: Piero Bensi, Luciano Deodato, Edoardo Labanchi, Fausto Salvoni, Luigi Santini, Francesco Toppi.

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18/06/2011 20:37

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[6] David Du Plessis (morto nel 1987) nel 1962, a motivo della sua attività ecumenica, era stato rimosso dalle Assemblee di Dio americane che gli avevano ritirato le credenziali presso quella denominazione. Ma egli fu completamente riammesso nelle Assemblee di Dio americane nel 1979 quando gli furono restituite le credenziali. Nel 1981 David Du Plessis scrisse che si era messo a pregare per il papa alla notizia che il ‘Vicario’ di Cristo era stato sparato. Nel 1983 Du Plessis fu invitato a Roma per ricevere la medaglia Benemerenti da Giovanni Paolo II e dal cardinale Willebrands. Nel suo libro Simple and Profound (Semplice e Profondo) egli è arrivato a dire che dopo essere andato a Medjugorje ed avere parlato con i bambini che ricevevano apparizioni di Maria ‘non ebbi più alcun dubbio sulla autenticità e sulla validità dell’apparizione’ (David Du Plessis, Simple & Profound, Orleans Mass., 1986, pag. 202). Dispiace veramente constatare che un uomo come David Du Plessis che un giorno era nato di nuovo ed aveva pure ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo e visto il Signore operare potentemente in Sud Africa sia rimasto sedotto dalle dolci parole ecumeniche del papato e per amore di ‘unità’ si sia gettato alle sue spalle parte del consiglio di Dio. Ma questo è avvenuto per servirci d’esempio, affinché comprendiamo quanto sia pericoloso e dannoso mettersi a dialogare (nella maniera in cui vuole la chiesa cattolica naturalmente) con i teologi papisti partendo dal presupposto che anche loro sono dei fratelli in Cristo.

[7] Era stato il cardinale Bea, che era presidente del Segretariato per l’unione dei Cristiani, ad invitarlo come unico osservatore pentecostale al concilio Vaticano. [ç]

[8] Assemblies of God = Assemblee di Dio; Church of God = Chiesa di Dio; Pentecostal Assemblies of Canada = Assemblee Pentecostali del Canada; Apostolic Faith Mission = Missione della Fede Apostolica; International Church of the Foursquare Gospel = Chiesa Internazionale del Vangelo Quadrangolare; Church of God of Prophecy = Chiesa di Dio della Profezia

Si noti che c’erano ben tre membri (di primo piano) delle Assemblee di Dio americane. Cecil Robeck è professore al Fuller Theological Seminary di Pasadena (California); Gary McGee è professore di Storia della Chiesa al Seminario teologico delle Assemblee di Dio in Springfield, Missouri; e Del Tarr è preside della scuola biblica e della Facoltà di teologia delle Assemblee di Dio americane. Considerando quindi che questa denominazione pentecostale americana condiziona in una maniera o nell’altra le Assemblee di Dio delle altre nazioni tra cui quella presente in Italia, c’è da aspettarsi che in futuro si vedano entrare in questo dialogo cattolico-pentecostale internazionale (o magari inizialmente in un dialogo ufficiale a livello nazionale) anche pastori delle Assemblee di Dio italiane. Per ora nelle Assemblee di Dio italiane ha prevalso la parte più prudente per cui esse rifiutano di aderire ad un dialogo ufficiale con i Cattolici romani, ma purtroppo esistono dei segni che lasciano ben sperare i Cattolici che anche loro in qualche maniera si apriranno al dialogo. Matteo Calisi, responsabile nazionale del RnS (Rinnovamento nello Spirito Santo) e Co-Presidente della Consultazione Carismatica Italiana, ha affermato infatti: ‘Noto che un atteggiamento più sensibile alle ragioni del mondo carismatico si va sviluppando nelle ADI soprattutto fra i giovani, e mi sembra che questo sia un segno positivo per il futuro. Alcuni membri delle ADI hanno partecipato a nostri incontri a titolo strettamente personale, senza rappresentare ufficialmente la loro denominazione. Alcuni musicisti delle ADI hanno collaborato con il Ministero nazionale della musica del Rinnovamento italiano, sia suonando in orchestra che effettuando delle registrazioni discografiche. Anche questi sono piccoli segni di speranza, e certamente auspico che un dialogo di questo genere possa proseguire su scala più vasta nel futuro’ (Massimo Introvigne, Aspettando la pentecoste, Padova 1996, pag. 58). Anche il fatto che il nome di Francesco Toppi, l’attuale presidente delle ADI, compare tra i consulenti stabili che hanno partecipato alla stesura della versione della Bibbia interconfessionale (1986), che come abbiamo visto è inaffidabile perché cattolicizzata, è un cattivo segno che purtroppo lascia ben sperare i Cattolici romani in una futura apertura al dialogo con le ADI.

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18/06/2011 20:38

9] Nel settembre del 1995 il Gruppo Associato di Lavoro fra il Consiglio Mondiale delle Chiese e la Chiesa Cattolica Romana ha presentato un documento dal titolo The Challenge of Proselytism and the Calling to Common Witness (La Sfida del Proselitismo e la Chiamata alla Testimonianza Comune) il cui scopo ‘è incoraggiare tutti i Cristiani a perseguire la loro chiamata per rendere una comune testimonianza dello scopo salvifico e riconciliatore di Dio nel mondo di oggi e di aiutarli ad evitare ogni competizione nella missione che contraddice la loro comune chiamata’ (The Ecumenical Review [ La Rivista Ecumenica] , 48,2, 1996, pag. 213). Faccio presente che del Consiglio Mondiale delle Chiese fanno parte pure alcune denominazioni pentecostali. La Iglesia Pentecostal de Chile e la Misiòn Iglesia Pentecostal (entratevi nel 1961), la Igreja Evangelica Pentecostal ‘O Brasil para Cristo’ (entratavi nel 1969), The International Evangelical Church (la Chiesa Evangelica Internazionale, entratavi nel 1972, di cui ci sono diverse comunità anche in Italia tra cui una delle più note è quella che si riunisce a Via Chiovenda a Roma), la Iglesia de Dios (denominazione argentina entratavi nel 1980), la Missao Evangelica Pentecostal de Angola (entratavi nel 1985) e la Iglesia de Misiones Pentecostales Libres de Chile (entratavi nel 1991).

[10] Il bacio dei piedi non l’ha ricevuto solo Traettino a quell’incontro ma lo hanno ricevuto anche altri pastori evangelici; questo è avvenuto alla fine della processione ecumenica in cui anche Traettino aveva portato la croce. Riportiamo a tal proposito quanto si legge sul periodico Rinnovamento nello Spirito Santo di Maggio-Giugno 1996: ‘Momento di intensa commozione è stato quello della processione ecumenica che ha visto porsi alla sequela della croce, portata alternativamente da tutti, i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane (oltre dieci) presenti a questa Convocazione. Questo momento è culminato nel bacio dei piedi e nell’abbraccio che il Comitato Nazionale di Servizio del RnS ed i vescovi Bregantini, Chiaretti e Casale si sono scambiati con i fratelli ritrovati’ (pag. 7). Per quanto riguarda i nomi degli altri Evangelici che hanno partecipato a quell’incontro segnalo alcuni di questi, così come li leggo nella sopra citata rivista: rev. Emilio Ursomando, pastore pentecostale della Comunità Cristiana di Reggio Calabria; dott. Geoffrey Allen, anziano della Comunità Cristiana di Pavia; dott. Ernesto Bretscher jr., pastore evangelico della Comunità Cristiana di Torino e segretario del Consiglio delle Chiese di Torino; rev. Massimo Loda, pastore della Comunità Cristiana di Pavia, responsabile delle Chiese evangeliche del nord Italia (cfr. pag. 5).

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18/06/2011 20:39

[11] Ma come si fa ad affermare che Gesù flagellò i Giudei? Gesù fece solo una sferza di cordicelle e scacciò tutti dal tempio, pecore e buoi (cfr. Giov. 2:15); questa non si può chiamare flagellazione. La flagellazione era tutt’altra cosa.

[12] Altri passi che attestano che è contrario alla dottrina di Cristo fare alcunché di male a coloro che non ubbidiscono al Vangelo di Cristo da noi predicato (e quindi che si oppongono a noi) o che si sono sviati dalla verità sono questi. Quando quei Samaritani non vollero ricevere Gesù nel loro villaggio perché egli era diretto verso Gerusalemme, e Giacomo e Giovanni chiesero a Gesù se voleva che facessero scendere del fuoco dal cielo e li consumasse, Gesù “rivoltosi, li sgridò, e disse: Voi non sapete di quale spirito voi siete. Poiché il Figliuol dell’uomo non è venuto per perder le anime degli uomini, anzi per salvarle” (Luca 9:55,56. Diod.). Paolo dice di non fare le nostre vendette ma di lasciare il posto all’ira di Dio perché la vendetta appartiene a Lui (cfr. Rom. 12:19); Giacomo dice che “l’ira dell’uomo non mette in opra la giustizia di Dio” (Giac. 1:20); Pietro dice di non rendere male per male od oltraggio per oltraggio (cfr. 1 Piet. 3:9).

I santi sono stati chiamati ad essere perseguitati e a soffrire per il Signore, e non a perseguitare e fare soffrire coloro che non vogliono credere o che si sono sviati dalla fede e dalla verità, per indurli ad accettare la verità. A ‘perseguitare’ costoro ci pensa il Signore; voglio dire, che ci pensa il Signore ad usare la forza e il terrore contro coloro che non gli ubbidiscono, al fine di correggerli, e fargli accettare la verità, ma la sua forza, il suo terrore. Egli sa come fare; vi ricordate Saulo da Tarso? Perseguitava a morte i santi, era ostinato in cuore suo, eppure Dio riuscì con la sua forza e il suo terrore, a fargli accettare la verità? Nessun uomo avrebbe mai potuto persuadere con la forza l’ebreo Saulo ad accettare il Vangelo, ma ci riuscì il Signore. Ora, se il Signore riuscì a convertire un simile uomo noi crediamo che riuscirà a convertire qualsiasi uomo che non lo conosce e lo odia, e qualsiasi credente che dopo avere conosciuto la verità si è sviato da essa. La nostra fiducia è nella sua forza e non in quella dell’uomo. Certamente non tutti i pagani e non tutti coloro che si sono sviati dalla verità accetteranno la verità, perché fino alla fine ci saranno increduli e sviati; ma questo non desta nessuna preoccupazione in noi perché sappiamo che Dio retribuirà gli impenitenti come meritano sia sulla terra che in quel giorno; cioè gli farà trovare il salario della loro condotta. Lui è l’Iddio delle retribuzioni; abbiamo fiducia nella sua giustizia.

[13] A proposito del massacro degli abitanti di Bèziers, avvenuto nel 1209, successe che il legato del papa – abate Arnoldo dell’ordine dei Cistercensi – a chi gli domandava se si dovevano risparmiare i Cattolici, temendo che gli eretici potessero fuggire col farsi passare per Cattolici, diede questa risposta: ‘Uccideteli tutti. Dio saprà ben riconoscere i suoi’. Nel rapporto che poi questo abate fece al papa si legge: ‘La città presa d’assalto, gli abitanti tutti massacrati; non abbiamo risparmiato né ceto, né sesso, né età; circa 20.000 persone sono perite per la spada: la città intera spoglia ed arsa fervendo in modo meraviglioso contro di essa la vendetta di Dio’.

[14] Sotto lo spietato Innocenzo III, il concilio Laterano IV (1215), che è chiamato sacrosanto perché viene asserito che esso si riunì nello Spirito Santo, a proposito del trattamento da riservare agli eretici confermò e rafforzò il decreto del concilio del 1179 infatti decretò quanto segue: ‘Condanniamo tutti gli eretici, sotto qualunque nome; essi hanno facce diverse, ma le loro code sono strettamente unite l’una all’altra, perché convergono tutti in un punto: sulla vanità. Gli eretici condannati siano abbandonati alle potestà secolari o ai loro balivi per essere puniti con pene adeguate (…) Siano poi ammonite e, se necessario, costrette con censura le autorità civili, di qualsiasi grado, perché, se desiderano essere stimati e creduti fedeli, prestino giuramento di difendere pubblicamente la fede; che essi, cioè, cercheranno coscienziosamente, nei limiti delle loro possibilità, di sterminare dalle loro terre tutti quegli eretici che siano stati dichiarati tali dalla chiesa (…) I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godano delle indulgenze e dei santi privilegi, che sono concessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa’. (Concilio Lateranense IV, cap. III). Ecco quale era il sentimento del papato verso coloro che dissentivano da esso sotto Innocenzo III. Come si può ben vedere, dalle suddette dichiarazioni è assente nella maniera più assoluta quel sentimento di amore e di compassione che la Chiesa di Dio deve, per comando del suo fondatore, nutrire verso coloro che si sviano dalla verità, nella speranza che, utilizzando le armi della nostra guerra che non sono carnali ma spirituali, Dio conceda loro di ravvedersi e riconoscere la verità.

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18/06/2011 20:39

[15] Quanto questo papa fosse crudele e spietato e ce l’avesse a morte con i Protestanti è attestato dal fatto che quando mandò in Francia il conte di Santafiore a capo di un piccolo esercito per aiutare i Cattolici francesi diede a costui l’ordine ‘di non prendere prigioniero nessun ugonotto, e di uccidere subito chiunque gli capitasse nelle mani’ (Leopold Von Ranke, Storia dei papi, Firenze 1959, pag. 269-270). In seguito egli ‘si dolse del conte che non havesse il comandamento di lui osservato d’ammazzar subito qualunque heretico gli fosse venuto alle mani’ (Leopold Von Ranke, op. cit., pag. 285). Quanto egli si compiacesse dello sterminio dei Protestanti è attestato anche dal fatto che egli mandò in premio il cappello e la spada benedetti al crudele duca d’Alba, per le sue stragi fatte compiere nei Paesi Bassi al tempo di Filippo II (cfr. Leopold Von Ranke, op. cit., pag. 270, 428-430). Si ritiene che durante i sei anni di governo del duca d’Alba (1567-1573) sarebbero state eseguite da sei a ottomila condanne capitali.

[16] Queste lettere e queste notizie sono state citate da Luigi Desanctis in Roma papale, Firenze 1882, Terza ediz., pag. 293, 294, 295. Questo stesso papa sanguinario mentre si rallegrava per la morte di migliaia di Ugonotti dall’altro trattava con longanimità il prete Guercino, soprannominato ‘il re della campagna’, che si era reso colpevole di ben 44 omicidi ma non per ‘zelo religioso’ ma solo per derubare e per la voglia di uccidere. Guercino fu dal papa assolto sia spiritualmente che corporalmente!

[17] La storia dice che tra di loro ci furono anche degli scellerati che insegnavano cose perverse, si abbandonarono alla violenza e all’immoralità, ma questo non deve indurre a pensare che tutti gli Anabattisti fossero come costoro.

[18] Si deve dire purtroppo che gli Anabattisti furono perseguitati anche dai riformatori Lutero, Melantone, Bucero e Zwingli. A proposito di quest’ultimo approvò un editto emanato dal consiglio di Zurigo nel 1526 che ordinava che quelli che si facevano battezzare o che battezzavano altri ‘dovevano essere annegati senza misericordia’. Questo loro comportamento fu diabolico al pari di quello della chiesa papista; né più e né meno.

[19] Il testo della circolare diceva: ‘Esistono in alcune province del regno semplici associazioni di fatto che, sotto la denominazione di pentecostali o pentecostieri o neumatici o tremolanti, attendono a pratiche di culto in riunioni generalmente presiedute da ‘anziani’. Il culto professato dalle anzidette associazioni, non riconosciute a norma dell’articolo 2 della legge 24 giugno 1929, n. 1159, non può ulteriormente essere ammesso nel regno, agli effetti dell’articolo 1 della citata legge, essendo risultato che esso estrinseca e concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza. Pertanto le Loro Eccellenze provvederanno subito per lo scioglimento, dovunque esistano, delle associazioni in parola, e per la chiusura dei relativi oratori e sale di riunione, disponendo conseguentemente anche per una opportuna vigilanza, allo scopo di evitare che ulteriori riunioni e manifestazioni di attività religiosa da parte degli adepti possano avere luogo in qualsiasi altro modo o forma. Si gradirà sollecita assicurazione dell’adempimento’.

[20] E’ superfluo che io dica che tutti coloro che affermarono di non volersi sottomettere al papato ma solo alla Parola di Dio, e perciò rigettarono la salvezza per meriti umani, il purgatorio, la confessione, le indulgenze ed altre dottrine di demoni della chiesa romana non furono per nulla eretici. Gli eretici erano invece i Cattolici romani che perseguitavano coloro che per la grazia di Dio avevano compreso gli inganni papisti, erano loro che si dovevano convertire, erano loro che si dovevano ravvedere.

[21] Già prima di Gregorio comunque alcuni concili (quello del Laterano del 1179, di Verona del 1184, e del Laterano del 1215), avevano decretato la persecuzione contro gli eretici e il loro sterminio, per cui si può dire che di fatto l’Inquisizione esisteva già prima che questo papa istituisse i tribunali inquisitori.

[22] Tra i grandi Inquisitori spagnoli il più terribile fu il frate domenicano Torquemada che dal 1483 al 1498 inquisì più di centomila persone di cui circa 10.000 furono condannate al rogo e molte altre alla prigione a vita.

[23] Faccio presente che l’Inquisizione nei secoli XIV e XV perseguì anche i bestemmiatori, gli stregoni, i sodomiti, gli adulteri, gli incestuosi, gli usurai, ed anche i violatori della domenica. Nel 1908 l’Inquisizione cambiò nome e prese quello di Sant’Uffizio; ma dal 1965 porta il nome di Congregazione per la Dottrina della Fede.

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18/06/2011 20:40

[24] Per sostenere con le sacre Scritture la ‘salutare’ tortura a cui veniva sottoposto l’eretico i teologi papisti prendevano l’esempio di Paolo che diede quell’uomo che si teneva la moglie di suo padre in man di Satana a perdizione (o distruzione) della carne affinché lo spirito fosse salvo nel giorno di Cristo (cfr. 1 Cor. 5:1-5). Ma noi diciamo: ‘Ma bisogna essere veramente dal diavolo per sostenere con questo giudizio pronunciato dall’apostolo Paolo la pratica della tortura dell’Inquisizione contro gli eretici!’ L’apostolo Paolo con quel suo gesto non ha per nulla confermato la tortura papista contro gli eretici tanto è vero che a Tito a proposito dell’uomo settario gli dice: “L’uomo settario, dopo una prima e una seconda ammonizione, schivalo, sapendo che un tal uomo è pervertito e pecca, condannandosi da sé” (Tito 3:10,11); notate che non gli disse: ‘Dopo una prima e una seconda ammonizione torturalo o fallo torturare fisicamente affinché rientri in se stesso e riconosca la verità’, ma “schivalo”. Quindi Paolo ordinò a Tito di ammonire e non di torturare o far torturare i settari. La conclusione dunque a cui si giunge è questa: i papi e tutta la curia romana che sostennero l’Inquisizione dimostrarono di non tenere in nessun conto la Parola di Dio, di sprezzarla. Ad essi che erano uomini violenti e sanguinari, figli del diavolo loro padre di cui volevano fare i desideri, importava solo mantenere gli uomini sotto il loro dominio per riempirsi le tasche con il loro denaro; della salvezza delle loro anime non gli importava proprio nulla. Ma Dio è giusto e come non lasciò impunito il sangue di Abele, quello di Naboth, e il sangue dei profeti, ma lo vendicò, così vendicherà il sangue di tutti quei santi messi a morte dall’Inquisizione papista. Essi hanno sparso il sangue dei santi e Dio darà loro a bere del sangue; ne sono degni. E affinché nessuno pensi che siamo pronti a condannare solo i misfatti della chiesa cattolica romana ma non quelli dei Protestanti, ribadisco con forza che noi come figliuoli di Dio condanniamo qualsiasi atto di violenza, qualsiasi sopruso, qualsiasi tortura, qualsiasi incitamento allo sterminio dei Cattolici romani e di eretici (veri o solo di nome e non di fatto), compiuti dai Protestanti non importa se Luterani, Calvinisti, Anglicani, Ugonotti o altro, perché di gente omicida figlia del diavolo che ha usata la violenza contro i suoi nemici ce n’è parecchia pure tra coloro che erano stati definiti Protestanti.

[25] A conferma che fosse così ci sono le seguenti affermazioni papali. Urbano II (1088-1099) affermò: ‘Noi non riteniamo omicidi coloro che, mossi da zelo per la loro Madre Cattolica contro le persone scomunicate, hanno ucciso alcune di esse’. Leone X con la sua bolla Exurges condannò come eretica la seguente affermazione di Lutero: ‘E’ contrario alla volontà dello Spirito Santo che gli eretici siano bruciati’. E poi c’è la seguente affermazione del loro dottore ‘angelico’ Tommaso d’Aquino: ‘… Gli eretici meritano non solamente d’essere scacciati dalla Chiesa mediante la scomunica; essi meritano altresì d’essere tolti dalla vita mediante la morte’ (Somma Teologica II, II quest. XI, art. 3). Ed infine questa del cardinale Baronio: ‘Santo Padre, doppio è l’ufficio di Pietro: Pascere ed uccidere, giusta il detto: ‘Pasci le mie pecore’ e giusta quell’altro: ‘Ammazza e mangia’. Quando intanto il Papa ha da fare cogli ostinati, e cogli avversari, allora è comandato a Pietro di accopparli e scannarli, e poscia mangiarseli’ (Epist. al Papa contro i Veneziani). Stando così le cose la chiesa papista si mise contro Crisostomo uno dei suoi padri che aveva detto: ‘Mettere a morte un eretico sarebbe introdurre in sulla terra un crimine inespiabile…’ (Homelia XLVI in Mattheum cap. I). Altro esempio questo di come la chiesa papista contraddice anche i suoi padri quando gli fa comodo. Ma come facevano i papi e i loro teologi a sostenere con le Scritture che gli eretici dovevano essere fatti morire? Prendendo quelle parole della legge di Mosè dove viene detto di non avere pietà neppure di un proprio familiare nel caso questi avesse predicato l’apostasia ma di ucciderlo (cfr. Deut. 13:6-11) per togliere il male di mezzo ad Israele, e le parole di Luca che dice che Anania e Saffira morirono per avere mentito allo Spirito Santo. Per quanto riguarda la legge di Mosè diciamo che Gesù è venuta a completarla con l’ordine di amare i nostri nemici e perciò sotto la grazia non è permesso a noi credenti di uccidere uno che ha abbandonato la fede perché ha dato retta a dottrine di demoni. L’amore non fa male alcuno al prossimo, dice Paolo. Questo non vuole dire che gli apostati vanno tollerati, perché essi devono essere allontanati dalla fratellanza e considerati come il pagano ed il pubblicano. Per ciò che riguarda Anania e Saffira diciamo solamente che non furono gli apostoli a farli morire o a decretare la loro morte, ma Dio che è giusto e santo. Fu un suo giudizio per cui gli apostoli non si resero affatto responsabili della loro morte. Accettiamo i giudizi di Dio quindi anche quando sono dei giudizi di morte perché sono giusti e sono esercitati dal Giudice dei vivi e dei morti. Ma non accettiamo come giusta una condanna a morte contro un credente che apostata, o diventa un sodomita o uno stregone, di un tribunale di una chiesa non importa se formato da cardinali o vescovi o preti, o da pastori ed anziani, perché Gesù disse: “Non condannate” (Luca 6:37). E non accettiamo neppure che un simile tribunale dia il condannato a morte nelle mani delle autorità civili per farlo mettere a morte da esse pensando così di non potere essere poi incolpato per la morte di esso perché di fatto un simile tribunale si rende partecipe dell’uccisione del condannato come si resero partecipi i membri del Sinedrio dell’uccisione di Gesù compiuta dalle mani dei Romani.

[26] Si tenga presente che gli inquisitori condannavano pure i morti infatti esumavano pure i cadaveri dei presunti rei di eresia, e condannavano le spoglie ad essere interrate in un luogo non sacro, oppure bruciate, confiscando i beni agli eredi della prima o della seconda generazione.

[27] I capi d’accusa mossi contro Paleario furono ristretti ai seguenti quattro articoli: 1° Ch’egli negava il purgatorio; 2° disapprovava la sepoltura nelle basiliche; 3° metteva in ridicolo la vita monastica; 4° diceva che bastava la sola fede in Gesù Cristo per salvarsi, senza bisogno dei riti e del culto cattolico romano.

[28] Prima di essere portato al supplizio gli fu concesso di scrivere delle lettere a sua moglie e ai suoi figli. Ecco la lettera indirizzata a sua moglie Marietta Paleari: ‘Consorte mia carissima, Non vorrei che tu pigliassi dispiacere del mio piacere, ed a male il mio bene. E’ venuta l’ora che io passi da questa vita al mio Signore e padrone e Dio. Io vi vo tanto allegramente alle nozze del Figliuolo del gran Re, il che ho sempre pregato il mio Signore per la sua bontà e liberalità infinita mi concedesse. Sicché, mia consorte dilettissima, confortatevi della volontà di Dio, e del mio contento, ed attendete alla famigliola sbigottita che resterà, di allevarla e custodirla col timore di Dio, ed esserle madre e padre. Io era già di settanta anni vecchio e disutile. Bisogna che i figli con la virtù e col sudore si forniscano a vivere onoratamente. Dio Padre e il Signor nostro Gesù Cristo e la comunione dello Spirito Santo sia con lo spirito vostro. Roma, il dì 3 luglio 1570. Tuo marito Aonio Paleario.

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18/06/2011 20:40

[29] Per la chiesa cattolica romana morì anche lui eretico impenitente. Il cardinale Baronio lo conferma dicendo negli Annali della Chiesa: ‘Quando si vide chiaro che questo figlio di Belial era ostinato e refrattario, e che non si poteva in alcun modo farlo tornare dalle tenebre dell’errore alla luce della verità, fu meritatamente esposto alle fiamme, affinché dopo avere sofferto in questo mondo pene momentanee, andasse a soffrire le eterne’.

[30] A proposito di alcuni inquisitori che hanno compiuto questi ‘abusi’ è vero che il papato fa presente che li punì e li scomunicò, ma a che serve dire questo quando il sistema inquisitoriale istituito dai papi, che si definivano i vicari di Cristo, era iniquo dall’inizio alla fine perché contrario alla parola di Cristo di cui loro dicevano di fare le veci? I teologi papisti farebbero meglio e prima a condannare in blocco l’Inquisizione ed affermare che coloro che la istituirono e la eseguirono erano dal diavolo e non da Dio anziché mettersi a difenderla con simili ragionamenti vani che non fanno altro che andare a loro disonore.

[31] Ecco come si dovevano comportare i Gesuiti quando facevano una nuova fondazione in qualche luogo: ‘Si guardino i nostri religiosi di comperar fondi nel principio della fondazione, ma se ne comprassero qualcheduno a noi comodo, ciò si faccia con un nome imprestato di qualche amico fedele e segreto; ed acciocché meglio risplenda la nostra povertà, i beni che sono vicini ai luoghi nei quali abbiamo i collegi, si assegnino dal provinciale ai colleghi lontani; dal che succederà che mai il principe o il magistrato avranno certa notizia delle entrate della Compagnia’ (Secreta monita societatis Jesu – Le norme segrete della società di Gesù -, capo I, 5).

[32] Si consideri che quando nel sedicesimo secolo i Gesuiti andarono in Cina a portarvi il cattolicesimo per conquistare i cinesi al cattolicesimo, sapendo che essi erano molto attaccati alla loro religione e che non avrebbero mai accettato il cattolicesimo se fossero stati loro proibiti i riti della loro religione, predicavano che i cinesi potevano diventare ‘cristiani’ continuando a celebrare i loro riti in onore di Confucio e dei loro antenati. E per questa ragione si scontrarono con i missionari Domenicani che erano in Cina che avevano condannato quei riti e dichiarati incompatibili con il ‘cristianesimo’. Clemente XI (1700-1721) condannò quei riti e ordinò che tutti i missionari della Cina dovevano giurare di detestare i riti cinesi e promettere di non tollerarli mai. Ma, ennesima contraddizione tra i papi, nel 1939 sotto Pio XII la Congregazione de Propaganda Fide dichiarò che i tempi erano cambiati e che coloro che si convertivano al ‘cristianesimo’ non dovevano rinunciare al culto degli antenati.

[33] Sul furto, Casnedi, un loro teologo, affermava: ‘Dio non proibisce il furto se non che quando esso è riconosciuto come cattivo; ma quando è considerato come buono, non è vietato’ (Casnedi, Giudizi teologici, tomo I, pag. 278). Appoggiandosi su questo diabolico insegnamento i Gesuiti si sono appropriati nel corso dei secoli per il mondo intero dei beni altrui con l’astuzia, sempre naturalmente ad majorem Dei gloriam. Per esempio tante volte hanno carpito con l’inganno a danno dei legittimi eredi (tra i quali molti sono stati da loro calunniati e poi fatti cacciare in prigione) donazioni e testamenti. Avendo l’autorità di confessare quando si presentavano al letto dei ricchi che erano in procinto di morire e che confessavano di essersi arricchiti illecitamente gli dicevano che se volevano salvarsi dovevano dare il loro denaro ai santi in cielo. E per sostenere ciò prendevano le parole di Gesù: “Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; affinché, quand’esse verranno meno, quelli vi ricevano ne’ tabernacoli eterni” (Luca 16:9); che loro interpretavano astutamente in questa maniera: se essi davano le loro ricchezze acquistate illecitamente ai preti o ai frati in onore dei santi (facendosi in questa maniera per amici i santi in cielo) si sarebbero guadagnati il paradiso. E così avveniva che il moribondo non veniva esortato a pentirsi e a riparare i danni fatti restituendo i beni a coloro che erano stati da lui frodati ma venivano esortati a lasciare i suoi beni ai Gesuiti (e i legittimi eredi naturalmente si ritrovavano senza nulla). Ma questa non è che una delle svariate maniere in cui i Gesuiti si sono arricchiti alle spalle delle persone facendo ricorso all’astuzia. Di loro si può ben dire quello che dice Geremia: “Son diventati potenti nel paese, ma non per agir con fedeltà; poiché procedono di malvagità in malvagità, e non conoscono me, dice l’Eterno” (Ger. 9:3).

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18/06/2011 20:41

34] Ecco come i Gesuiti dovevano comportarsi verso le vedove ricche e verso gli uomini ricchi: ‘…se queste vedove accettano simili offerte e cominciano a visitare le nostre chiese, si proveggano le medesime di un confessore dei nostri per dirigerle, particolarmente per farle perseverare nello stato vedovile, enumerando e lodando gli effetti e la felicità di questo stato, e si facciano i nostri padri mallevadori di quell’eterno merito che verranno esse ad acquistarsi nel conservarsi in un tale stato, e di essere anche un rimedio efficacissimo per evitare le pene del purgatorio’ (Secreta monita societatis Jesu – Le norme segrete della società di Gesù -, cap. VI, 1); ‘…Si descrivano ancora i vizi e i cattivi costumi di altri che aspirassero alle sue nozze, sempre che si avvegga il direttore che tali persone sieno di genio alla vedova, acciocché possa con tutti aborrire le seconde nozze’ (op. cit., capo VI, 9); ‘Si visitino spesso, e si ricreino, e si rallegrino con giocondi discorsi, ed istorie spirituali, ed ancor con facezie secondo l’umore ed inclinazione di ciascheduna’ (ibid., capo VII, 4); ‘Finalmente, purché non vi sia pericolo che queste vedove lascino l’affezione alla società e ci voltino le spalle, anzi proseguiscano ad esserci sempre più fedeli e liberali, si conceda loro tutto ciò che ricerca il piacere, il lusso e la sensualità, ma moderatamente ed escluso lo scandalo’ (ibid., capo VII, 7); ‘Per indurre la medesima vedova a testare di tutto ciò che possiede a favore della nostra Società si proponga la perfezione dello stato degli uomini santi, i quali, abbandonato il mondo ed i parenti, e rinunciati tutti i beni, servirono a Dio con gran rassegnazione e con ilarità di animo. Si espongano a questo effetto tutte quelle cose che si dicono e si enunciano nella costituzione e nell’esame della Società intorno a queste rinunzie e distacchi da tutti i beni che si posseggono. Si alleghino gli esempi di quelle vedove le quali in tal guisa in poco tempo diventarono sante, con speranza di canonizzazione, perché in tal maniera hanno perseverato sino alla fine della vita; e si dimostri alle medesime che non mancherà l’autorità dei nostri religiosi presso il papa per venire all’atto di questa canonizzazione’ (ibid., capo VII, 10); ‘Tutte queste cose che si sono dette delle vedove dovranno eseguirsi ancora in ordine ai mercanti, ai ricchi cittadini, agli ammogliati privi di prole, dai quali la società non rade volte acquisterà tutta l’eredità, se prudentemente si eseguiranno queste regole’ (ibid., capo IX, 4); ‘Se accaderà che le vedove o i ricchi a noi addetti abbiano figlie, procurino i nostri religiosi di incamminarle dolcemente allo stato di bizzocche o di monache con far loro lasciare una onesta dote, e gli altri beni poi a poco a poco si acquistino per la Società. Che se abbiano figli i quali siano atti per la Società, si procuri di tirarli alla medesima…’ (ibid., capo IX, 8).

[35] Ecco come i Gesuiti erano ammaestrati a comportarsi nei confronti dei principi delle nazioni ad majorem Dei gloriam: ‘Insegnando poi la sperienza, che i principi ed i magnati allora specialmente sono attaccati alle persone ecclesiastiche quando queste dissimulano le loro odiose pratiche, e piuttosto interpretano le medesime nel miglior senso, come sarebbe nei matrimoni da contraersi cogli affini e consanguinei o simili, dovendosi in tal caso animare ed incoraggiare quei signori che mostrano un tal desiderio, ed anche speranzarli che per mezzo dei nostri religiosi possano facilmente impetrarsi simili dispense dal papa, il quale le concederà, se si spieghino le ragioni, si adducano gli esempi, e si portino le favorevoli opinioni, col pretesto del bene comune e della maggior gloria di Dio, che è lo scopo della Società’ (Secreta monita societatis Jesu – Le norme segrete della società di Gesù -, capo II, 2); ‘Le persone più particolarmente favorite e domestiche dei principi, delle quali essi principi si servono familiarmente, dovranno vincersi ed obbligarsi per mezzo di piccioli doni, e particolarmente per mezzo di varii offizi di pietà, acciocché informino i nostri religiosi fedelmente degli umori e delle inclinazioni dei principi e dei magnati; e così facilmente la Società troverà la maniera di accomodarsi all’animo dei principi medesimi’ (op. cit., capo II, 5); ‘I nostri religiosi dirigano talmente le coscienze dei principi e della nobiltà, che mostrino, che tutto venga da essi religiosi suggerito, tenda unicamente alla maggiore gloria di Dio, ed a quella medesima autorità di coscienza, che gli stessi principi richieggono dai medesimi religiosi. Ma per quanto riguarda la direzione dei medesimi signori ad un esterno e politico governo, dovrà farsi dai nostri confessori e predicatori a poco a poco, ed insensibilmente non meno nella confessione, che nei familiari discorsi’ (ibid., capo IV, 1); ‘Si ricordino principalmente i confessori e predicatori nostri di trattare soavemente e blandamente i principi, di non mai riprenderli nelle prediche e nei privati colloqui, di scacciare da essi tutti i timori e di esortarli particolarmente nella speranza, nella fede e nella giustizia politica’ (ibid., capo IV, 4).

[36] Il cardinale Acciajuoli quando tornò dal Portogallo avrebbe dichiarato ‘that the Jesuits were undoubtedly the authors of the attempted assassination of H. M. Dom. Joseph’ (‘che i Gesuiti erano senza dubbio gli autori del tentato assassinio di H. M. Dom. Joseph’). Cfr. Leopold von Ranke, op. cit., pag. 1031.

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18/06/2011 20:42

[37] Luigi Desanctis racconta in Roma papale che poco dopo la soppressione dei Gesuiti si trovò una mattina affisso sulle porte del Vaticano un cartello con queste lettere I. S. S. S. V. Nessuno capiva il significato ed il cartello fu portato al papa il quale lo comprese immediatamente perché prima di diventare papa era stato frate e conosceva i Gesuiti. Egli lo lesse così: ‘In settembre sarà sede vacante’. Il 22 settembre del 1774 il papa morì. Sia nella maniera in cui morì e sia sul suo cadavere furono riscontrati i segni di un avvelenamento.

[38] La Pontificia Università Gregoriana, il Pontificio Istituto biblico, e il Pontificio Istituto di studi orientali, che si trovano qui a Roma sono tutti gestiti dai Gesuiti. Francis Sullivan e Carlo Maria Martini, ora arcivescovo cardinale di Milano, tramite cui, viene detto, il movimento carismatico cattolico si è diffuso qui a Roma sono Gesuiti. Civiltà cattolica è un periodico dei Gesuiti. Pierre Teilhard de Cardin, molto apprezzato nel New Age, era un Gesuita che al suo tempo fu condannato dalla chiesa cattolica per le sue idee panteiste ma oggi è riconosciuto da molti Cattolici come ‘un teologo all’avanguardia dei suoi tempi’ e come ‘ il più grande modello per il pensatore cattolico moderno’. Tra i canonizzati santi della chiesa cattolica Bellarmino, Francesco Saverio, Luigi Gonzaga, erano Gesuiti.

Molti Gesuiti di oggi insegnano apertamente cose che si oppongono alla dottrina cattolica (per esempio approvano l’omosessualità, l’aborto, il sacerdozio delle donne, il coinvolgimento diretto nella politica, mettono in dubbio la divinità di Cristo, l’infallibilità papale, ecc.) per cui non sono affatto ben visti dal papa. Si deve quindi dire che i Gesuiti nel loro insieme non sono più gli uomini del papa (quali erano per esempio al tempo di Loyola) di cui il papa si può fidare per mantenere ed estendere la sua autorità nel mondo. E’ guerra aperta ormai tra papa e Gesuiti. Giovanni Paolo I eletto papa il 26 Agosto 1978 aveva un atteggiamento sfavorevole alla compagnia di Gesù e si proponeva di pronunciare un duro discorso di monito alla Congregazione generale dei Gesuiti che si sarebbe tenuta a Roma il 30 settembre 1978. Il papa aveva in mente, se la Compagnia non ritornava ad assumere il ruolo che gli era stato assegnato, di liquidare definitivamente l’ordine. Ma quel discorso non poté tenerlo perché la mattina del 29 settembre fu trovato morto sul suo letto. Giovanni Paolo II nel 1981 depose l’allora Generale dell’ordine Pedro Arrupe perché aveva fama di liberale (costui infatti permetteva la pubblicazione di libri di autori Gesuiti che andavano contro gli insegnamenti tradizionali della chiesa cattolica) e nominò un altro al suo posto. Il cattolicesimo rimane comunque fortemente impregnato di gesuitismo perché molti istituti cattolici sono in mano ai Gesuiti e là gli studenti imparano la ‘morale’ dei Gesuiti.

[39] Per farvi capire come in questa nazione chi parla apertamente contro il papato si attira inequivocabilmente anche l’inimicizia del governo italiano e dei maggiori partiti politici, basterà considerare che nel momento in cui l’onorevole Umberto Bossi, ha detto della chiesa cattolica romana che lei si deve occupare di cose spirituali e non di cose temporali, ed ha ricordato alcuni fatti storici quali l’Inquisizione che perseguitò anche i ‘dissidenti’ politici che erano avversi al potere temporale del papato, si è scatenato contro di lui una tempesta perché ha cominciato ad essere ammonito sia da uomini politici che dal papato. Mi preme dire che ho citato questo esempio solo per farvi capire come nel momento che si dicono pubblicamente alla chiesa cattolica romana certe cose che sono vere, allora quella che è chiamata il ‘gigante buono’ si mostra quella che è sempre stata; la chiesa che non ammette che qualcuno le dica che non si deve occupare di politica o che il potere temporale che essa possiede non è in armonia con l’insegnamento del Vangelo, e tante altre cose. E’ vero che l’onorevole Bossi ha parlato da uomo politico che porta avanti certe idee politiche che noi non appoggiamo (come non appoggiamo le idee politiche di nessun altro politico perché non facciamo politica), che ha usato pure parole oltraggiose nei confronti della curia romana che noi non siamo chiamati ad usare contro i nostri nemici, ma rimane un dato di fatto; egli ha detto pure delle cose vere contro cui, chi conosce la storia del papato, non può dire che siano false, e che ricordano come il papato nel corso dei secoli ha fatto uso della violenza per estendere e mantenere il suo potere. Riflettete fratelli sulla reazione del papato ai discorsi di Bossi, perché essa dice molte cose.

[40] Studiando la storia degli Ebrei si vedrà che molte volte essi sono scesi in Egitto in cerca di soccorso e ciò tornò a loro confusione. Per esempio come dopo la distruzione di Gerusalemme quando i superstiti pensarono che scendendo in Egitto non avrebbero più visto la guerra, e non avrebbero più sofferto la fame, e disubbidirono a Dio che gli aveva detto tramite Geremia di rimanere nel paese di Giuda perché sarebbe stato con loro e non avrebbero dovuto temere, ed invece Dio li mandò a punire là in Egitto dove essi si credevano al sicuro (cfr. Ger. 42:1-22; 43:1-13; 44:1-30).

[41] La storia del popolo d’Israele ci insegna questo. Per esempio ai giorni di Giuseppe gli Ebrei in Egitto ebbero il favore di Faraone, ma morto Giuseppe sorse un Faraone che li perseguitò. Si tenga presente però che Giacobbe e i suoi non scesero a rifugiarsi in Egitto perché non confidavano in Dio, ma perché Dio aveva operato in tale maniera in loro favore che essi non fecero nulla per ricevere tutti quegli aiuti da Faraone in quel tempo di bisogno.

Giacinto Butindaro

Tratto da:http://www.lanuovavia.org/chiesacattolicaromana_12.html#to27

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