| | | OFFLINE | Post: 227 | Città: RAVENNA | Età: 51 | Sesso: Maschile | |
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08/07/2011 18:27 | |
In quell' operazione spirituale il presbitero entra nella vita responsabile cristiana: «Nella piena solidarietà con gli uomini peccatori e bisognosi, essendo anche noi peccatori e bisognosi, facciamo un passo, entriamo in una situazione umana in comunione con Dio che in Cristo ha fatto il passo decisivo per la salvezza degli uomini». (94) E il limite dell'intercessione cristiana, come appare dal Cristo crocifisso, è la sostituzione vicaria, il dono della vita, la croce. L'intercessione è luogo di intelligenza evangelica dell'altro. Lì vediamo come la preghiera del presbitero si lasci plasmare dalla vita e dalle storie personali di coloro che fanno parte della sua comunità. L'intercessione allena il presbitero alla duttilità, all'assunzione di responsabilità, ma anche alla custodia della sana e buona distanza nelle relazioni con le persone. Nell'intercessione il presbitero esperimenta la verità della frase di Aelredo di Rievaulx: «Eccoci, io e te, e in mezzo, come terzo, Cristo». Davvero, dunque, la preghiera per gli altri è esercizio di sollecitudine e responsabilità e lotta contro il cinismo. E il cinismo, che consiste essenzialmente nel confessare senza vergogna il grado della nostra indifferenza nei confronti della realtà dell' altro, è tentazione che l'avanzare degli anni rende più concreta e forte. Per questo il presbitero intercede adeguatamente se, portando le domande e le situazioni degli altri nella sua preghiera, vi porta anche se stesso come domanda. Del resto anche il Cristo, |