Le falsità di MEDJUGORJE

Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:19

http://mypage.bluewin.ch/cafarus/Medjugorje.html

LA DICHIARAZIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL'EX JUGOSLAVIA A PROPOSITO DI MEDJUGORJE
Durante la seduta ordinaria della conferenza episcopale italiana svoltasi a Zara dal 9 all'11 aprile 1991 챔 stata adottata la seguente

DICHIARAZIONE
I vescovi sin dall'inizio seguono le apparizioni di Medjugorje tramite il vescovo della diocesi, la commissione episcopale e la commissione della conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje.
Sulla base delle ricerche sin qui compiute non 챔 possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali.
Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vari luoghi e spinti da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell'attenzione e della cura pastorale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi cos챙 che a Medjugorje e con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in armonia con l'insegnamento della Chiesa.
A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje.

Zara, 10 aprile 1991
I vescovi jugoslavi














Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:20
IL VESCOVO FRANCESE E LA CONGREGAZIONE DEL VATICANO A PROPOSITO DI MEDJUGORJE
Il vescovo di Langres in Francia, monsignor L챕on Taverdet si 챔 rivolto alla sede apostolica il 14 febbraio 1996 per chiedere quale fosse la posizione della Chiesa relativamente alle apparizioni di Medjugorje e se fosse consentito recarsi in pellegrinaggio in quel luogo. La Congregazione della Santa Sede per la dottrina della fede ha dato la propria risposta il 23 marzo 1996 tramite il proprio segretario Tarcisio Bertone:

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Vaticano, 23 marzo 1996
N. prot. 154/81-01985

Sua Eccellenza,
con la Sua del 14 febbraio 1996 ci ha chiesto quale fosse l'attuale posizione della Chiesa relativamente alle presunte "apparizioni di Medjugorje" e se fosse consentito ai fedeli cristiani recarsi in pellegrinaggio in quel luogo.
A riguardo mi fa piacere informarla che i vescovi della ex Jugoslavia nella propria Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991 hanno stabilito quanto segue relativamente alla veridicità delle apparizioni in oggetto:
"... Sulla base delle ricerche finora compiute, non si pu챵 affermare che si tratti di apparizioni o fenomeni soprannaturali.
Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje spinti dalla fede e da altri motivi richiedono l'attenzione e la cura pastorale del vescovo della diocesi, ma anche di altri vescovi, affinch챔 a Medjugorje possa essere incoraggiata una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa.
A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive liturgico-pastorali. Inoltre la Commissione tramite loro continuerà a seguire ed analizzare tutti gli avvenimenti di Medjugorje."
Da quanto appena detto consegue che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati n챔 a livello parrocchiale, n챔 diocesano, poich챔 questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta dichiarazione.

Sua Eccellenza, vogliate gradire i miei pi첫 cari saluti.

Tarcisio Bertone
CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI
Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:20
Pr. N. 154/81.06419

Città del Vaticano, Palazzo del S. Uffizio 26 maggio 1998

DISCORSO SU MEDJUGORJE DURANTE LA VI. SESSIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA BOSNIA ED ERZEGOVINA

Il 2 e 3 luglio 1996 a Sarajevo si 챔 tenuta la VI. sessione della Conferenza Episcopale della Bosnia ed Erzegovina. Vi hanno partecipato tutti i suoi membri: il presidente, Cardinale Vinko Puljic, il vescovo di Banja Luka Franjo Komarica, il vescovo di Mostar Ratko Peric ed il vescovo ausiliario di Sarajevo Pero Sudar. Di questa seduta riportiamo solo il testo relativo all'apparizione della Vergine nella parrocchia di Medjugorje.

"Il Vescovo di Mostar ha informato la conferenza sulle lettere ufficiali della Congregazione per la dottrina della fede inviate a due vescovi francesi in merito ai pellegrinaggi a Medjugorje. Nelle lettere si dice tra le altre cose che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati n챔 a livello parrocchiale, n챔 diocesano, poich챔 questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella propria dichiarazione del 10 aprile 1991 (cfr. Glas Koncila, 30-6-1996). I vescovi hanno preso atto di questa posizione della Chiesa per la gestione delle proprie diocesi."

Sarajevo, VII (CX), 3, Sarajevo 1996, pag. 171.
Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:21
09.10.2001 Intervento al Sinodo dei Vescovi di S.Em.R. Card. Vinko PULJIĆ, Arcivescovo di Vrhbosna, Presidente della Conferenza Episcopale (Bosnia-Erzegovina)

L'uomo di oggi sente un urgente bisogno di speranza. Lo mettono in evidenza i tragici avvenimenti del secolo che abbiamo lasciato dietro, come pure le diverse minacce, soprattutto quelle di intolleranza e di indifferenza, che si alzano agli orizzonti di questo nuovo secolo appena cominciato. I problemi che assillano l’umanità di oggi sono molteplici e non sono di facile soluzione. La risposta concreta della Chiesa a tali problemi è il coraggioso e perseverante annuncio del Vangelo di Cristo e del suo messaggio di perdono, di riconciliazione e di pace; del suo messaggio di speranza per ogni singola persona e per tutti i Popoli.

Il testimone privilegiato di tale messaggio è Vescovo, uomo che in qualità di erede autentico degli Apostoli si è messo in servizio del Vangelo; uomo che si è reso maestro e pastore dei fratelli, disponibile al costante dialogo ed ai colloqui fidati, gioioso della propria vocazione.

Per quanto concerne la Chiesa che è in Bosnia ed Erzegovina, i suoi Pastori si impegnano insieme con i loro sacerdoti, consacrati e fedeli laici per fare sì che la loro testimonianza diventi lievito della società e sia in grado di trasmettere la luce del Vangelo nelle realtà economiche, sociali e politiche del loro Paese. Mentre la maggior parte dei consacrati che operano sul territorio delle circoscrizioni ecclesiastiche locali rimangono fedeli al carisma del loro Istituto e si impegnano senza riserve per la promozione dell'opera apostolica, del bene della Chiesa e della società civile, alcuni membri dell'Ordine dei Frati Minori Francescani o quelli espulsi cercano, purtroppo, di imporre il proprio punto di vista alle singole Diocesi, sostituendo i carismi autentici con i pseudocarismi, una minaccia seria per la Chiesa e per la sua unità organizzativa e dottrinale. Basti ricordare i tristi eventi che nell'estate scorsa hanno visto come protagonisti alcuni appartenenti del suddetto Ordine e un autodichiarato vescovo: un diacono veterocattolico espulso dalla sua comunità, oppure una sistematica disobbedienza degli stessi religiosi che vi è da anni nella Diocesi di Mostar-Duvno.

Con dolore si pu챵 constatare che il mondo di oggi 챔 diviso. Tale divisione riguarda vari settori ed ha diverse origini. Ci sono, purtroppo, anche le divisioni della Chiesa, Corpo mistico di Cristo e sacramento universale di salvezza. Cresce la coscienza che la divisione offusca lo sguardo verso il futuro.

Il superamento delle divisioni esistenti della Chiesa e del mondo attuale offrirà una carica speciale di speranza all'umanità del nostro tempo. La Chiesa non può rimanere divisa ed è chiamata ad essere una, santa, cattolica ed apostolica; è chiamata ad essere comunione e rimanere unita sia al livello locale che al livello universale, sempre con il Successore di Pietro a capo. Grazie al Vangelo, la Chiesa si presenta al mondo come una forza vitale capace a renderlo più unito. In tale luce, il dialogo ecumenico riacquista un nuova carica. Lo stesso vale pure per il dialogo interreligioso.

L'Europa non pu챵 rimanere divisa tra l'Europa orientale e l'Europa occidentale. Il mondo non pu챵 restare diviso tra il Nord e il Sud, tra i Paesi ricchi e sviluppati ed i Paesi poveri e meno sviluppati. Le Nazioni non possono continuar ad essere divise in Nazioni civili e in Nazioni non considerate civili.

La risposta alle divisione del mondo odierno 챔 il dialogo sincero tra le Nazioni ed i Popoli. Qualsiasi sia il tema o il motivo del dialogo, esso vede sempre coinvolto le due parti. Non c''è il dialogo se non c'è pure l'altra parte che ne sia partecipe attiva.

Un notevole contributo all'impegno per il superamento delle divisioni esistenti potrebbe essere dato particolarmente dai mezzi di comunicazione sociale, che sono in grado di essere pure mezzi privilegiati dell'annuncio del Vangelo. Quanti operano con questi mezzi e quanti li dirigono hanno una grande responsabilità.
Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:22
A Sua Eccellenza Mons. Gilbert Aubry

vescovo di Saint-Denis de la R챔union

Eccellenza, con la lettera del 1 gennaio 1998 voi sottoponete a questo Dicastero diverse questioni concernenti la posizione della Santa Sede e del vescovo di Mostar, in riferimento alle cosidette "apparizioni" di Medjugorje, ai pellegrinaggi privati o alla cura pastoraledei fedeli che si recano in quel luogo. Al riguardo, considerando impossibile rispondere a ciascuna delle domande fatte da vostra Eccellenza, tengo anzitutto a precisare che non 챔 norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su supposti fenomeni sopranaturali.
Questo dicastero perciò che concerne la credibilità delle "apparizioni" in questione, si attiene semplicemente a ciò che è stato stabilito dai vescovi della ex-Jugoslavia nella dichiarazione di Zara del 10.04.1991: "Sulla base delle indagini finora condotto, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali". Dopo la divisione della Jugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni.
Quello che Mons. Peric' ha affermato in una lettera al Segretario Generale di "Famille Chrètienne", cioè che "la mia convinzione e posizione non è solo Non constatazione della soprannaturalità ma ugualmente quella di constatazione della NON soprannaturalità delle apparizioni o rivelazioni di Medjugorje" deve essere considerata espressione di una convinzione personale del Vescovo di Mostar, il quale, in quanto ordinario del luogo, ha tuttti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere personale.
In fine, per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa.
Mons. Tarcisio Bertone (segretario della Congregazione presiedutadal Card. Ratzinger)
Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:22
La lunga guerra dei frati riottosi
Il vescovo e i frati. Il clero diocesano e i religiosi. C’è una disputa complessa e densa di passioni che da anni vede opposti il vescovo e i francescani nella diocesi di Mostar: questioni di parrocchie che, secondo il decreto di Paolo VI Romanis Pontificibus, i religiosi devono restituire al clero diocesano. Ma molti si sono opposti e sono arrivati addirittura a murare le porte delle chiese. Alcuni di questi frati sono stati sospesi a divinis, espulsi dall’Ordine, ma continuano a occupare le parrocchie. A maggio alcuni di loro hanno fatto amministrare quasi mille cresime a bambini ignari ad un vescovo non validamente ordinato: Srecko Novak, ex seminarista a Zagabria, espulso per motivi abietti, finito a Berna nel seminario dei Vecchi Cattolici, ma dai quali non sarebbe nemmeno stato ordinato sacerdote e sarebbe anche da qui stato espulso. Per la Chiesa locale e la Conferenza episcopale bosniaca tutto ciò è una «tragedia religiosa, morale, liturgica, sacramentale, cattolica, ecumenica e, in particolare, francescana». Anche i francescani dell’Erzegovina hanno detto che «i frati disobbedienti si sono allontanati dall’Ordine e dai princìpi della Chiesa cattolica e hanno ingannato centinaia di bambini, genitori e padrini rendendo possibile l’illegalità e il sacrilegio contro lo Spirito Santo». Eppure non è la prima volta che accade. Già all’inizio degli anni ’80 erano state amministrate senza validità molte cresime in parrocchie occupate abusivamente. E già un’altra volta, nel 1980, il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, era intervenuto sospendendo a divinis due frati. Le apparizioni cominciano in questo contesto e molti sostengono che siano state "inventate" per dare maggior potere di ricatto ai francescani. Almeno una volta Vicka, una delle veggenti, ha detto che la Madonna ha preso le difese dei due frati sospesi a divinis: «Sono innocenti. Che siano in pace. Possono celebrare la messa. Il vescovo si è sbagliato». I due frati erano amici di Vicka. La vicenda ha origine dal fatto che, in tutta la Bosnia, durante l’occupazione turca (1474-1878), i francescani furono gli unici religiosi a rimanere con il popolo. La gente li chiama ancora oggi "zii", per dire del legame familiare che si è stabilito. Quando è stata reinstaurata la gerarchia regolare sono nate le tensioni, aumentate a partire dalla fine degli anni ’70 con il decreto di Paolo VI. Secondo un documento che Jesus ha potuto leggere, sono 40 i francescani dell’Erzegovina ai quali è stata tolta la facoltà di confessare, il 20 per cento dei membri della provincia. Sono tutti devoti di Medjugorje. Con l’amministrazione delle cresime da parte del "vescovo" Novak si è alzato il livello dello scontro. Padre Luka Markesic, teologo francescano di Sarajevo, rileva tuttavia che la questione è assai ingarbugliata: «È quasi sempre mancato il dialogo. L’amministrazione delle cresime è un atto disperato. Ma la responsabilità non è solo dei frati: è anche di chi fino a oggi non ha detto una parola chiara sul fatti di Medjugorje, che sono stati utilizzati dai francescani dell’Erzegovina per combattere la loro personale guerra contro il vescovo del luogo, contro l’Ordine francescano e contro la Santa Sede. Per di più ingannando milioni di fedeli, che non sanno nulla e vanno lì solo per pregare. Ecco perché io credo che si debba intervenire su Medjugorje, che è una questione di fede, e non solo sulla disputa tra frati e vescovi che è una questione disciplinare. Sono passati vent’anni. Gli elementi a disposizione sono molti. La Chiesa potrebbe finalmente decidere».

a.bo
Tealacrema
00domenica 9 maggio 2010 20:23
LE INDAGINI UFFICIALI

Un fiume di dubbi al di là del Tevere
di Alberto Bobbio - foto di Giancarlo Giuliani


Venti anni fa nasceva il "caso Medjugorje": un fenomeno che ha causato feroci contese e che ha diviso la comunità ecclesiale. Nel frattempo, le presunte apparizioni si sono moltiplicate e il giro di denaro nella regione è aumentato con l’afflusso dei pellegrini. Una situazione pericolosamente confusa, che spinge le autorità vaticane a pronunciarsi sulla questione con una parola chiara.

La Santa Sede nutre forti perplessità su Medjugorje. A vent’anni dalle presunte apparizioni, nelle stanze della Congregazione per la dottrina della fede, si ripete che è necessario «un esame ulteriore, approfondito e comparato su tre ordini di considerazioni», che vengono elencate secondo l’importanza: «Il comportamento dei francescani»; «la quantità e il tenore dei messaggi attribuiti alla Madonna»; «la personalità e i comportamenti dei cosiddetti veggenti».

È evidente che, per l’ex Sant’Uffizio, il conflitto tra francescani dell’Erzegovina e il vescovo di Mostar è una questione che si intreccia con le apparizioni. A Medjugorje molti sostengono che il "caso Erzegovina" nulla ha a che vedere con quanto è avvenuto sulla Collina delle apparizioni. Alla Congregazione invece ricordano che la Madonna sarebbe apparsa dopo la sospensione a divinis di due frati che si rifiutavano di consegnare parte della parrocchia di Mostar al clero secolare, come previsto dal documento di Paolo VI Romanis Pontificibus.

Il conflitto, in questi vent’anni, si è acuito. La Congregazione da tempo vuole vederci chiaro e lo stesso intende fare il vescovo di Mostar. Ma non sarebbero a disposizione della Congregazione, né del vescovo, molte carte importanti, tra cui il diario di Vicka, la leader del gruppo dei veggenti. Dell’esistenza di questo diario si è più volte parlato. René Laurentin, il noto mariologo che ha scritto 17 libri su Medjugorje, in uno di essi rivela di averlo letto. È a Vicka che la Madonna avrebbe parlato in difesa dei frati sospesi a divinis dal vescovo. Anzi, è stata Vicka a sollecitarla e a interrogarla sulla vicenda.


Gruppi di pellegrini sulla Collina delle apparizioni. A Medjugorje
i luoghi preferiti dai fedeli sono due: la Collina delle apparizioni, dove
vi sono alcuni crocifissi che indicano i luoghi in cui sarebbe apparsa la Madonna,
e il monte Krizevac, dove nel 1934 챔 stata costruita una grande croce.

Alla Congregazione per la dottrina della fede si teme pure che saltino fuori altre dichiarazione contro il vescovo di Mostar, soprattutto dopo la vicenda delle cresime amministrate in modo non valido da un falso vescovo in alcune parrocchie francescane dell’Erzegovina. A Roma, l’atto viene definito "scismatico". E pesanti provvedimenti canonici potrebbero esseri presi non solo per i francescani che hanno chiamato il "vescovo" ad amministrare le cresime, ma anche per i 40 francescani sotto inchiesta ai quali è già stata tolta la facoltà di confessare. Anche l’Ordine francescano vuole indagare più a fondo su Medjugorje. Intanto nessuno sa, né all’Ordine né in Vaticano, quale sia il giro di denaro che ruota attorno alla vicenda. Alla Congregazione per la dottrina della fede tutti gli anni arriva un rapporto su Medjugorje, ma la curiosità sugli affari non è mai stata soddisfatta.

Il ruolo di René Laurentin nella vicenda di Medjugorje è assai singolare. È un grande mariologo, ha studiato praticamente tutte le apparizioni recenti, ma sul caso della Gospa dell’Erzegovina – da cui è stato profondamente affascinato – sembra aver perso la proverbiale autorevolezza. Nel Natale 1983, l’allora vescovo di Mostar, monsignor Zanic, lo ricevette in udienza e lo invitò ad avere più spirito critico. Evidentemente il teologo non accolse il consiglio e per tutto il 1985 gli venne probito di andare a Medjugorje, di cui Laurentin tiene una sorta di cronaca, pubblicata in 17 volumi, nella quale commenta le rivelazioni della Madonna e accredita tutto quanto dicono i veggenti. Nel volume pubblicato nel 1987 scrive quanto Mirjana gli aveva detto: «La Gospa mi ha consegnato un semplice foglietto speciale sul quale sono scritti i dieci segreti. È fatto di una materia che non si può descrivere, né carta, né stoffa. Non si vede la scrittura. Al momento opportuno il sacerdote riceverà il foglietto e la grazia per leggere il primo segreto e più tardi gli altri. Sette giorni dopo potrà rivelarli».

Nel 1998 Laurentin è stato diffidato dall’attuale vescovo di Mostar, monsignor Peric, dallo scrivere altri libri su Medjugorje. L’ultimo si intitola Testamento e in esso è contenuta la dichiarazione di obbedienza al vescovo. A Laurentin, inoltre, da qualche tempo vengono negate anche le udienze con il cardinale Ratzinger, che il teologo chiede con insistenza.


Gruppo di pellegrini sulla Collina delle apparizioni.

Altro motivo di preoccupazione della Congregazione per la dottrina della fede è la "corte" di tutti quelli che si affannano attorno ai veggenti. I messaggi passano tutti per le mani dei frati, prima di essere resi noti. Sono tanti, troppi – fanno notare in Vaticano –, al punto che si perde il conto delle apparizioni e delle frasi pronunciate dalla Madonna. Alcune volte esse sono contrarie alla Sacra Scrittura, come nel caso della vita di Maria («quella vera») che sarebbe stata raccontata in esclusiva a Vicka. La Congregazione vorrebbe conoscere precisamente la quantità dei messaggi, perché neppure questo è un fatto chiaro: vi sono apparizioni quotidiane, annuali, mensili, vi sono messaggi senza apparizioni. È difficile, fanno notare a Roma, confrontare tutto ciò con la Rivelazione della Parola di Dio.

Anche la personalità dei veggenti e i loro comportamenti andrebbero approfonditi. Alla Congregazione molti si domandano i motivi dei frequenti viaggi all’estero dei veggenti e si interrogano sulla loro partecipazione a raduni dove vengono raccolte ingenti somme di denaro a favore della parrocchia di Medjugorje. Riguardo alla personalità dei veggenti, alla Congregazione sono stati consegnati gli studi effettuati da una serie di medici e molte videocassette registrate anche durante le presunte apparizioni. In tutto sono state condotte quattro analisi: la prima nel 1984 da un gruppo di medici francesi, la seconda da medici italiani nel 1985, la terza da tre psichiatri nel 1986, la quarta dagli stessi medici italiani dell’85, nel 1998. Giorgio Gagliardi, medico, psico-fisiologo di Milano che è stato membro di una delle équipe, spiega: «Mentire, non mentono. C’è una "trans estatica". Dire che sia da attribuire alla visione della Madonna non è compito mio. Nel 1998 lo stato di trans estatico era minore di quello registrato nel 1985. Ma alcuni veggenti, tra cui Vicka, si sono rifiutati di sottoporsi alle analisi. Vicka diceva che la Madonna nei giorni dei test non le sarebbe apparsa. Ci ha spiegato che glielo aveva preannunciato la stessa Madonna».

Don Pier Angelo Gramaglia, sacerdote di Torino, docente di teologia esperto di tutti i fenomeni di spiritismo, che ha dedicato a Medjugorje molti studi, in un libro (L’equivoco Medjugorje) scrive di «sconcertante fiera di allucinazioni», di «fenomeno di medianità di gruppo», «facoltà paranormali prodotte da stati alterati di coscienza», della cui «manipolazione» non sono estranei i frati. Una delle veggenti, Marjana Dragicevic, mette di mezzo anche il Papa, che – racconta – durante un colloquio privato le avrebbe detto che «se non fosse stato Papa sarebbe già andato a Medjugorje». Ma alla Congregazione per la dottrina della fede smentiscono un incontro ufficiale tra la veggente e Giovanni Paolo II.



Di ufficiale, in questi anni, ci sono solo alcune lettere di monsignor Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, nelle quali si ricorda, ad alcuni vescovi che domandano chiarimenti, come comportarsi in merito ai pellegrinaggi. A monsignor Gilbert Aubry, vescovo francese di Sant-Denis de la Reunion, il 26 maggio 1998 ha scritto: «I pellegrinaggi che si svolgono in forma privata la Congregazione ritiene che siano permessi a condizione che non siano considerati una autentificazione degli avvenimenti in corso». Ma la Congregazione deplora che taluni vescovi si rechino a Medjugorje ed è rammaricata anche che migliaia di sacerdoti accompagnino i pellegrini. Il Vaticano ha chiesto alla Conferenza episcopale della Bosnia e a quella della Croazia di costituire una nuova commissione di studio per analizzare gli ultimi dieci anni di presunte apparizioni. Per i primi dieci, secondo la Santa Sede, fa testo la "Dichiarazione di Zara" dell’11 aprile 1991: «In base alle investigazioni finora condotte», dicevano allora i vescovi locali, «non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o rivelazioni soprannaturali».

Alberto Bobbio


Una frode a danno dei fedeli?
I fedeli alle apparizioni continuano a denigrarlo. Ma lui, Ratko Peric, vescovo di Mostar e teologo di buona fama, non recede dalla sua posizione: «Senza mezzi termini dichiaro che nessuna cosiddetta apparizione, nessun cosiddetto messaggio mi convince che si tratti di un fenomeno soprannaturale». Monsignor Peric ci consegna un testo scritto, così nessuno può sbagliare a interpretare le sue parole: «Quando uno legge la Sacra Scrittura e conosce la Madonna come Vergine umile e silenziosa, come Madre preoccupata e prudente, che medita tutto in cuor suo, si può soltanto meravigliare sentendo il racconto di Medjugorje, dove ormai da vent’anni "appare", come dicono, per 5, 6, 15 minuti, quasi trasmettesse qualcosa ai cosiddetti "veggenti", o in forma di messaggi o in forma di segreti, che non si sa neppure se siano dieci o sei volte di più». Il predecessore di Peric, monsignor Pavao Zanic, era altrettanto determinato. Nel 1989, durante un’intervista, disse: «Non è cosa sicura che la Madonna parli. È una frode, un imbroglio, un crimine contro la verità. È una cosa tragica». Alcuni dei sostenitori delle apparizioni arrivano a mettere in relazione le granate cadute sulla cattedrale di Mostar e sul palazzo vescovile durante la guerra con il rifiuto dei vescovi a credere a Medjugorje. Lo fa, per esempio, nel suo libro Perché credo a Medjugorje, padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria. Ricordando un colloquio con monsignor Zanic nel 1985, nel quale il vescovo spiegava che le apparizioni erano un’invenzione dei frati, Fanzaga scrive: «Sei anni dopo sia la cattedrale di Mostar come il convento dei francescani furono impietosamente rasi al suolo dalle bombe serbe». Peccato, però, che quest’ultima circostanza non sia assolutamente vera.

a.bo
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:44.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com