Io li mangiai, e mentre io stavo per dare il primo morso, le campane della chiesa suonavano, era mezzanotte. Io mangiavo, mi sentivo come in paradiso (scusatemi la parola). Questo cibo era come mangiare l'aragosta, come mangiare il cibo più succulento, mi sentivo bene, mi sentivo felice ed appagato, perché Dio all'ultimo istante ha dimostrato la sua fedeltà.
In quella notte, mentre dormivo lì, ero lì sotto il ponte, sotto il teatro Marcello, e quell'uomo era lì accanto a me, mi sentivo benedetto, appagato, il grande Iddio si era occupato e preoccupato di un barbone, di un ex delinquente, di una montagna di immondizia di cui ero io.
Il grande Dio si era abbassato nuovamente inverso un insignificante essere umano, spregevole per la società. Dio è occupato e preoccupato per ognuno di noi; anche per te che stai leggendo. Forse sei spregevole per l'umanità, per la società, ma sei prezioso agli occhi di Dio.
Al mattino, verso le cinque si alzò quell'uomo, prese la sua bici, raccolse tutto; così anch'io rapidamente raccolsi tutto e gli dissi: “uomo, posso accompagnarti in questo giorno, sarò silenzioso dietro di te, voglio solo stare un po' con te oggi, perché sono solo, non ho nessuno.”
Quest'uomo mi guardò negli occhi, il suo sguardo toccò il più profondo della mia anima, e mi disse: “Figliolo, dove vado io non puoi venire tu.”
‘Dove vado io non puoi venire tu!' Compresi che era Gesù, che era venuto vicino a me, si era occupato di me tutto quella notte. Compresi che Gesù non era solo disposto a salvare l'anima dell'essere umano, non era disposto solamente a cibare anche il nostro corpo, ma che Gesù ha intenzione di prendersi cura personalmente di ciascuno di noi.
Una frase avevo detto centinaia di volte, pronunciato con la bocca e creduto nel mio cuore: “Non voglio dubitare del mio Dio. Non voglio dubitare del mio Signore.”
Oggi, dopo quasi trent'anni, posso dire una cosa sola e voglio dire una cosa sola: ‘da quando accettai Gesù la mia vita è cambiata'.
A Gesù la lode e la gloria; a Gesù tutto il mio ringraziamento.
Io non potevo avere figli, ero ammalato per colpa del peccato. Oggi, grazie a Dio, sono padre di solo quattro bambini. Dopo anni di solitudine e di sofferenze, dopo dieci anni di conversione, Iddio mi ha benedetto anche dandomi una compagna che serve Dio insieme a me. Io e la mia casa serviamo l'Eterno.