DIFENDERELAFEDE

Libro dell'Apocalisse

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    00 29/01/2012 20:11
    Apocalisse Capitolo 18, versetti da 1 a 13

    Queste visioni si possono paragonare ad una serie di diapositive che proiettano le stesse immagini o avvenimenti sotto prospettive e punti di vista differenti. Qui il crollo di Babilonia è considerato come compiuto direttamente dal «Signore Dio» (v. 8,20). Ma prima è risuonato un ordine al v. 4: «Uscite da essa, o popolo mio» (confr. la profezia di Geremia contro la Babilonia storica: 51:7,8,37,45...). Questo appello si fa sentire anche oggi: «Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore...» (2 Corinzi 6:17). Ogni riscattato è invitato a separarsi completamente dal mondo religioso coi suoi principi eterogenei e che ci è presentato qui nel suo stadio finale (confr. Numeri 16:26). Alcuni ci accuseranno di mancare d’amore, d’essere stretti e imbevuti d’uno spirito di superiorità. Ma l’essenziale è obbedire al Signore.

    I v. 12 e 13 redigono una lunga lista di «tutto quello che è nel mondo», studiato per soddisfare le molte concupiscenze degli uomini (1 Giovanni 2:16,17). Essa nomina in testa la cosa più stimata: l’oro, e termina con ciò che vale di meno agli occhi di questa falsa Chiesa... ma che ha tanto valore per Dio: le anime degli uomini.

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    00 29/01/2012 20:12

    Apocalisse

    Capitolo 18, versetti da 14 a 24

    I lamenti dei mercanti (v. 11,15...) ci ricordano le lamentele di Demetrio e degli artigiani d’Efeso che temevano di perdere il «non poco guadagno» e la «prosperità» che procurava loro il culto dell’idolo (Atti 19). In fondo, che differenza c’è tra la grande «Diana degli Efesini» e «Babilonia, la gran città», tra l’idolatria pagana e la corruzione del cristianesimo? Non può che aver successo la religione che dà all’uomo tutti i frutti del desiderio della sua anima (v. 14), che lusinga i sensi addormentando la coscienza (la musica vi gioca un ruolo importante: v. 22; Daniele 3:7), che favorisce il commercio e serve come pretesto ad ogni tipo di divertimento. Basta vedere in che modo profano è celebrata da molti la nascita del Signore Gesù.

    «In lei è stato trovato il sangue... dei santi» (v. 24). Già nella città di Caino, all’inizio della Bibbia, si trovavano molte cose piacevoli... mentre il sangue di Abele gridava (confr. Genesi 4:10 e 17...). Oggi, il mondo religioso si rallegra mentre il vero credente soffre e s’affligge (Giovanni 16:20). Domani risuoneranno sulla terra gli ahimè!, ma la gioia del cielo vi risponderà (v. 20). Che Dio ci dia di vedere già, per fede, tutte le cose come Lui le vede!

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    00 29/01/2012 20:12

    Apocalisse

    Capitolo 19, versetti da 1 a 16

    L’impostura di Babilonia, la sua pretesa di essere la Chiesa, è stata pubblicamente smentita. Ora il Signore presenta la sua vera Sposa ai convitati del banchetto celeste. Il cielo esplode in lodi: «Rallegriamoci e giubiliamo e diamo a lui la gloria, poiché son giunte le nozze dell’Agnello» (v. 7).

    Alla gioia dello Sposo risponderà quella della Sposa. Oggetto di grazia, il suo ornamento consiste nelle opere giuste dei santi che Dio ha accordato loro di compiere per la Sua gloria. Ma anche gli «invitati» saranno pieni di gioia, poiché «colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo... si rallegra grandemente alla voce dello sposo» (Giovanni 3:29).

    Non dimentichiamo, aspettando quel giorno, che siamo stati «fidanzati ad un unico sposo» per essere presentati a Cristo «come una casta vergine» (2 Corinzi 11:2). Serbiamo per Lui tutta la freschezza del nostro amore.

    Ma, se Egli è il Diletto della Chiesa, per il mondo diventa il gran Giustiziere. Sotto il nome preso un tempo per manifestare la grazia e la verità, quello della «Parola di Dio», Egli avanza per compiere «cose tremende» (Salmo 45; vedere Isaia 59:18; 63:1-6). Amico, quando e come vuoi incontrare Gesù? Ora, come Salvatore, o fra poco come Giudice?

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    00 29/01/2012 20:13
    Apocalisse
    Capitolo 19, versetti da 17 a 21
    Capitolo 20, versetti da 1 a 6

    In contrasto con la «cena delle nozze dell’Agnello», ecco ciò che è definito ironicamente «il gran convito di Dio» (v. 18; Salmo 2:4-5; Sofonia 1:7). Lo scontro finale tra le armate del Figlio di Dio e quelle della Bestia terminerà con un annientamento generale di queste ultime. Senza alcun altro giudizio, la bestia e il falso profeta saranno gettati vivi nell’inferno (confr. Numeri 16:33; Salmo 55:15). Dio si occupa poi del loro signore, Satana. Il cap. 12 ce l’ha mostrato mentre veniva precipitato dal cielo. Qui una catena ed una chiave simbolica impediscono al grande omicida di nuocere. Il v. 10, infine, lo mostra dopo mille anni mentre raggiunge i suoi due complici nello stagno di fuoco (Matteo 25:41). Si può dunque comprendere che non ci sia, nella Bibbia, alcun libro che il diavolo tema maggiormente di quello dell’Apocalisse. Per impedirne la lettura, egli persuade persino i credenti che sia incomprensibile e oscuro.

    Una volta legato Satana, nulla si oppone più al regno glorioso del Signore. Abbiamo potuto constatare che questo Regno, contrariamente ai pensieri di molti, non sarà introdotto al termine di un progressivo miglioramento del mondo, ma tramite dei giudizi. Cari figli di Dio, Cristo vuole condividere con noi la sua autorità (Daniele 7:18); non fraternizziamo oggi con un mondo che domani, col Signore, giudicheremo (1 Corinzi 6:2).


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    00 29/01/2012 20:13
    Apocalisse Capitolo 20, versetti da 7 a 15

    Mille anni di benedizioni non cambieranno il cuore dell’uomo. Satana, slegato, riuscirà a organizzare un’ultima e gigantesca rivolta delle nazioni, alla quale Dio risponderà con un giudizio folgorante. Ora suona l’ora più solenne: Ebrei 9:27 si compie (ma anche Giovanni 5:24).

    Tutti i morti compaiono davanti al gran Giudice. Vi sono state molte differenze fra di loro durante la vita terrena: gli uni sono stati grandi, onorati dai loro simili (Luca 16:19), gli altri piccoli, o persino messi al bando dalla società (Luca 23:39). Eccoli tutti riuniti, senza più alcuna distinzione, poiché «tutti hanno peccato» (Romani 3:23). Per dimostrarlo, sono aperti dei libri in cui ognuno con terrore ritrova scritte tutte le sue opere, una ad una (Salmo 28:4). E chi può sopportare la lettura, sia pure d’una sola pagina, del libro delle proprie opere? Anche il libro della vita sarà aperto, ma solo per confermare che i loro nomi non vi sono scritti. «Gettateli nelle tenebre di fuori», è la sentenza del sommo Giudice (Matteo 22:12,13). Là essi raggiungono Satana, per essere i suoi compagni di miseria per un tormento senza speranza e senza fine...

    Lettore, sarai giudicato secondo le tue opere o secondo l’opera del Signore Gesù?

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    00 29/01/2012 20:13
    Apocalisse Capitolo 21, versetti da 1 a 8

    Si volta pagina. La storia della prima creazione è terminata. Inizia l’eternità di gloria in cui Dio sarà circondato da creature benedette rese capaci di conoscerlo e comprenderlo nel godimento della loro felicità, quando il tempo non sarà più. Allora il mare (simbolo della confusione e della separazione dei popoli) cesserà d’esistere. Tutti i riscattati saranno arrivati al porto. In questo nuovo mondo, la morte sarà abolita (1 Corinzi 15:26,54); non vi saranno più né notte, né maledizione (v. 25; 22:3,5), né cordoglio, né grido, né dolore, perché l’abitazione di Dio sarà sempre con gli uomini (v. 4).

    E quelli che saranno rimasti fuori? La loro parte sarà la seconda morte, le tenebre, le lacrime del rimorso, in un eterno allontanamento della presenza del Dio santo. Là saranno gli increduli, quelli che avranno espressamente rifiutato la salvezza; ma anche i timidi, cioè quelli che non hanno mai voluto decidersi francamente per Cristo. Ed anche i bugiardi e gli ipocriti, coloro che avranno fatto finta d’essere cristiani. Amico, permettimi, per l’ultima volta, di porti questa domanda: Dove sarai per l’eternità?

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    00 29/01/2012 20:14
    Apocalisse Capitolo 21, versetti da 9 a 27

    Dopo aver aperto uno spiraglio sullo stato eterno (v. 1-8), lo Spirito torna indietro, al periodo del regno di Cristo. Ci viene presentata una città che non è più Roma o Babilonia, ma la Gerusalemme santa, «la sposa, la moglie dell’Agnello». Tutta questa descrizione è simbolica. I nostri sensi attuali non possono percepire, né i nostri spiriti concepire ciò che appartiene alla nuova creazione (1 Corinzi 13:12). Come spiegare, ad esempio, ad un cieco dalla nascita che cosa sono i colori? Anche Dio prende ciò che vi è di più bello e di più raro sulla terra, l’oro, le pietre preziose, per darci qualche nozione di quel che ci riserva il cielo. Il luminare e il muro di diaspro (v. 11,18) ci parlano della manifestazione delle glorie di Cristo nella Chiesa e per mezzo della Chiesa (4:3). Quest’ultima è illuminata dalla luce che brilla nel luminare: la gloria di Dio «concentrata» nell’Agnello (v. 23). A sua volta, la città santa diffonde questa luce divina a profitto della terra milleniale (v. 24). È esattamente l’adempimento di Giovanni 17:22: «E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me...; io in loro, e tu in me; accioché il mondo conosca...»

    E come potrebbe entrare qualcosa «d’immondo» nel luogo in cui abita il Signore? (v. 27; leggere 2 Corinzi 7:1).

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    00 29/01/2012 20:14
    Apocalisse Capitolo 22, versetti da 1 a 9

    I v. 1 a 5 completano la visione della Città santa durante il millennio. E noi osserveremo come si assomigliano la prima e l’ultima pagina della Bibbia. La Scrittura comincia e finisce con un paradiso, un fiume, un albero della vita... Ma, come è stato detto, la fine è più bella dell’inizio, l’omega più grandiosa dell’alfa; il paradiso futuro non è il vecchio ritrovato, è il «paradiso di Dio» (2:7) con la presenza eterna dell’Agnello che morì per noi. Vi potranno accedere unicamente dei peccatori salvati per grazia, uomini simili al brigante convertito (Luca 23:43). E quale sarà l’occupazione dei suoi abitanti? Essi serviranno il loro Signore (v. 3; cap. 7:15); essi regneranno con Lui (fine del v. 5; Daniele 7:27), ma vi sarà qualcosa che sarà per loro più prezioso di tutti i regni: «essi vedranno la sua faccia...» (v. 4; Salmo 17:15).

    Normalmente, un servo «non sa quel che fa il suo signore» (Giovanni 15:15). Ma Gesù non nasconde nulla ai suoi servitori, divenuti suoi amici, delle «cose che debbono avvenire in breve» (v. 6). Non è strano allora che noi entriamo così raramente in queste meraviglie che ci riguardano? (1 Corinzi 2:9). Ma, soprattutto, non è triste che noi non abbiamo un maggior interesse per ciò che il Padre ha preparato per la gloria e la gioia del suo Figlio? (Giovanni 14:28).


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    00 29/01/2012 20:14
    Apocalisse Capitolo 22, versetti da 10 a 21

    Per Daniele ed il popolo giudeo la profezia era sigillata fino al momento del suo futuro compimento (Daniele 12:9). Per il cristiano, essa non è più nascosta (v. 10). Gli è data tutta la Bibbia per comprenderla e crederla. Il Signore ci ha permesso di percorrerla insieme. Che ci aiuti a sondarla sempre più profondamente (Giovanni 5:39), attingendo direttamente alle sorgenti alle quali questa piccola opera si è sempre riferita. Che ci trovi, al suo ritorno, tra quelli che serbano la Sua Parola e non rinnegano il Suo Nome (3:8). Questo dolce ed incomparabile nome di Gesù, questo nome della sua umanità, ci è ricordato ancora una volta da Lui stesso: «Io Gesù» sono «la lucente stella mattutina», Colui che viene (v. 16). Non aspettiamo un avvenimento, ma una Persona conosciuta ed amata.

    «Vieni!» A questo desiderio, risvegliato dallo Spirito, risponde la sua promessa: «Io vengo tosto» (v. 7,12,20); poi, nuovamente, l’eco dell’amore della Sposa: «Amen! Vieni, Signor Gesù!».

    Siamo stati convertiti per servirlo: invitare quelli che hanno sete, quelli che vogliono (v. 17)... e per aspettarlo. Ma il Signore sa che, per l’una come per l’altra cosa, abbiamo bisogno di tutta la sua grazia (v. 21), Essa è la risorsa perfetta e sufficiente che ci guarderà «finch’egli venga» (1 Corinzi 11:26).



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