00 04/12/2008 22:07
Concetti di teste vuote

LA SETTA VATICANA

Ovvero:- Concetti di teste vuote






                                                           













       

Accuse, Processo, Condanna,
e abiura  di Galileo


...Diciamo, pronuntiamo, sententiamo e dichiariamo
che tu, Galileo sudetto, per le cose dedotte in
processo e da te confessate come sopra, ti sei
reso a questo S. Off.o vehementemente sospetto
d'heresia, cioè d'haver tenuto e creduto dottrina
falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture,
ch'il sole sia centro della terra e che non si
muova da oriente ad occidente, e che la terra
si muova e non sia centro del mondo, e che si
possa tener e difendere per probabile un'opinione
dopo esser stata dichiarata e diffinita per
contraria alla Sacra Scrittura; e conseguentemente
sei incorso in tutte le censure e pene dai sacri
canoni et altre constitutioni generali e particolari
contro simili delinquenti imposte e promulgate.
Dalle quali siamo contenti sii assoluto, pur che
prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti
di noi abiuri, maledichi e detesti li sudetti
errori et heresie et qualunque altro errore et
 heresia contraria alla Cattolica ed Apostolica
Chiesa, nel modo e forma che da noi ti sarà data.
Et acciocché questo tuo grave e pernicioso errore
e transgressione non resti del tutto impunito, et
sii più cauto nell'avvenire et essempio all'altri
che si astenghino da simili delitti, ordiniamo che
per pubblico editto sia prohibito il libro de'
Dialoghi di Galileo Galilei. Ti condaniamo al
carcere formale in questo S.° Off.° ad arbitrio
nostro; e per penitenze salutari t'imponiamo
che per tre anni a venire dichi una volta la
settimana li sette Salmi penitentiali: riservando
a noi facoltà di moderare, mutare, o levar in tutto
o parte le sodette pene e penitenze. Et così diciamo,
pronuntiamo, sententiamo, dichiariamo, ordiniamo e
reservamo in questo et in ogni altro meglior modo
e forma che di ragione potevo e dovemo.

Ita pronun.mus nos Cardinales infrascripti:

F. Cardinalis de Asculo
B. Cardinalis Gipsius
G. Cardinalis Bentivolus
F. Cardinalis Verospius
Fr. D. Cardinalis de Cremona
F. M. Cardinalis Ginettus
Fr. Ant.s Cardinalis S. Honuphrii.

ed ecco l'abiura che pronunciò Galileo.....

Atto d'abiura

" .... Io Galileo, figliuolo del quondam
Vincenzo Galileo di Fiorenza, dell’età mia
d’anni 70, costituto personalmente in giudizio,
e inginocchiato avanti di voi Eminentissimi e
Reverentissimi Cardinali, in tutta la Republica
Cristiana contro l’eretica pravità generali
Inquisitori; avendo davanti gl’occhi miei li
sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie
mani, giuro che sempre ho creduto, credo adesso,
e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire,
tutto quello che tiene, predica e insegna la
Santa Cattolica e Apostolica Chiesa. 
Ma perché da questo S. Offizio, per aver io,
dopo d’essermi stato con precetto dall’istesso
giuridicamente intimato che omninamente dovessi
lasciar la falsa opinione che il sole sia centro
del mondo e che non si muova e che la terra non
sia centro del mondo e che si muova, e che non
potessi tenere, difendere né insegnare in
qualsivoglia modo, né in voce né in scritto,
la detta falsa dottrina, e dopo d’essermi
notificato che detta dottrina è contraria
alla Sacra Scrittura, scritto e dato alle
stampe un libro nel quale tratto l’istessa
dottrina già dannata e apporto ragioni con
molta efficacia a favor di essa, senza
apportar alcuna soluzione, sono stato giudicato
veementemente sospetto d’eresia, cioè d’aver
tenuto e creduto che il sole sia centro del
mondo e imobile e che la terra non sia centro
e che si muova.
Pertanto volendo io levar dalla mente delle
Eminenze Vostre e d’ogni fedel Cristiano questa
veemente sospizione, giustamente di me conceputa,
con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico
e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente
ogni e qualunque altro errore, eresia e setta
contraria alla Santa Chiesa; e giuro che per
l’avvenire non dirò mai più né asserirò, in
voce o in scritto, cose tali per le quali si
possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò
alcun eretico o che sia sospetto d’eresia lo
denonziarò a questo S. Offizio, o vero all’Inquisitore
o Ordinario del luogo, dove mi trovarò. 
Giuro anco e prometto d’adempire e osservare
intieramente tutte le penitenze che mi sono
state o mi saranno da questo S. Offizio imposte;
e contravenendo ad alcuna delle dette mie promesse
e giuramenti, il che Dio non voglia, mi sottometto
a tutte le pene e castighi che sono da’ sacri canoni
e altre constituzioni generali e particolari contro
simili delinquenti imposte e promulgate. Così Dio
m’aiuti e questi suoi santi Vangeli, che tocco con
le proprie mani. 
Io Galileo sodetto ho abiurato, giurato, promesso
e mi sono obligato come sopra; e in fede del vero,
di mia propria mano ho sottoscritta la presente
cedola di mia abiurazione e recitatala di parola
in parola, in Roma, nel convento della Minerva,
questo dì 22 giugno 1633.
Io, Galileo Galilei, ho abiurato come di sopra,
mano propria".