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GENESI

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    Tealacrema
    Post: 3.052
    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:37
    L'anno seguente tornai di nuovo nella stessa chiesa, dove trovai ancora la medesima persona, questa volta però con un problema diverso dal precedente. Il quesito che voleva rivolgermi in quell'occasione, riguardava davvero suo marito, ed era rappresentato dal fatto che oramai lui era già spiritualmente molto più avanti di lei, e ciò non le piaceva per niente. Mi spiegò che in seguito al mio rifiuto d'aiutarla si sentì abbandonata senza sapere a chi rivolgersi, per cui fu costretta a parlare del suo problema con suo marito. Egli rimase talmente stupito del fatto d'aver saputo dare la risposta giusta a quel quesito, che incominciò ad avere interesse per le cose cristiane. Due mesi dopo si battezzò ed in poco tempo divenne molto più maturo di lei. Mi resi conto che era proprio difficile contentare quella donna: non le piaceva suo marito quando era incredulo, e continuava a non esserle gradito via via che diventava più credente di lei. A questo punto era chiaro che il vero problema non fosse il marito di quella donna, ma era lei stessa, per la pretesa assurda d'avere come compagno un uomo fatto su misura per lei. Le spiegai che doveva ravvedersi per questo suo comportamento, e che doveva essere lei a camminare al fianco di suo marito, e non pretendere che fosse lui a seguirla.

    Personalmente, io non battezzerei mai una moglie senza il permesso del marito. Questo fu ciò che dissi una volta ad un gruppo di pastori pentecostali, i quali restarono addirittura sconvolti dal mio atteggiamento. Uno di loro doveva appunto battezzare una donna sposata la domenica seguente, e non aveva mai parlato con il marito. Io lo consigliai di farlo al più presto, perché, secondo il mio punto di vista, lui stava passando sopra l'autorità del capo famiglia. Il giorno seguente quel pastore tentò di parlare con il marito, e così s'accorse che i due non si rivolgevano nemmeno la parola, per cui mi telefonò per chiedermi come mi sarei comportato in una tale situazione. La mia risposta fu d'aspettare fin quando non avesse avuto il benestare, e che forse non sarebbe mai stata battezzata se non fosse arrivato.

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    Tealacrema
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    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:38
    Passarono circa due mesi prima di ricevere un'altra telefonata da quel pastore, ma questa volta era davvero soddisfatto, perché s'accingeva a battezzare marito e moglie contemporaneamente. Affermò che una cosa simile non gli era mai capitata prima d'allora, ma ciò era ovvio, perché lui non s'era mai comportato in quel modo. In casi come questi, in qualità di responsabili di chiesa, dobbiamo subito ricordare alla moglie che suo marito è anche il suo capo. A questa precisazione, le donne cristiane, solitamente rispondono che riconosceranno il marito come capo, solo quando sarà diventato un credente anche lui. Lasciatemi ripetere ancora una volta che tutto questo è sbagliato, il marito è in ogni caso il capo della moglie! Dio vuole che sia così.

    Quando una donna riconosce come suo capo il marito, si crea nella coppia una situazione che può favorire anche la conversione dell'uomo, per questa ragione noi dobbiamo sempre provare a percorrere tale strada. Non credo, invece, che possa avere effetto il tentativo di manipolazione, anche se esercitato attraverso la preghiera. Non voglio affermare che la preghiera non debba essere usata in questi casi, ma che chi prega, anziché chiedere di cambiare il marito, dovrebbe chiedere d'essere aiutata a trovare la forza per amare di più il suo uomo. Noi pastori spesso siamo poco sensibili a questi problemi. Appena una donna si converte, subito ci lasciamo prendere dall'entusiasmo, e così facciamo di tutto per battezzarla al più presto ed attrarla a tutti i nostri incontri. Dobbiamo ammettere d'essere stati troppe volte incuranti di tutte le difficoltà che la conversione di una donna sposata può portare all'interno della propria famiglia. E' bene in ogni caso sapere che saremo responsabili anche noi, se quella conversione si tradurrà nella rottura di un matrimonio.

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    Tealacrema
    Post: 3.052
    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:38
    Noi dovremmo insegnare che il Signore, da allora in poi, s'aspetta che quella moglie ami suo marito come non ha mai fatto prima, per rafforzare quel matrimonio, e dimostrare effettivamente la bontà della conversione. Io consiglio di tenere un comportamento simile anche in casi diversi da quelli fin qui esaminati, e che riguardano la coppia. A questo proposito voglio fare un altro esempio: una tredicenne mi chiese di battezzarsi, ed io, che indagavo sempre se nel battezzando v'erano cambiamenti che facessero pensare ad una reale conversione, decisi di parlare con i suoi genitori ed i suoi insegnanti. I giudizi che ebbi su di lei furono davvero deludenti, i suoi genitori affermarono che secondo loro il suo cristianesimo non valeva poi molto, mentre secondo gli insegnanti il suo lavoro, negli ultimi periodi, fu addirittura peggiore. A quella ragazza chiesi di rimandare il battesimo di un anno, perché non mi sembrava ancora matura per quel passo. Fu però una gran soddisfazione, quando dopo circa un anno, io battezzai quella ragazza insieme con i suoi genitori, ma il bello fu che ora lei è missionaria in Sud America, e suo padre e sua madre evangelisti.

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    Tealacrema
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    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:38
    L'UOMO

    La punizione per il peccato commesso in Eden, non riguardò solo Eva, ma anche Adamo ebbe il suo castigo, perché anche lui peccò. Come nel caso della donna, anche in questo è stato colpito l'aspetto più importante del ruolo svolto che, come abbiamo già visto, era il lavoro. Adamo ebbe da Dio un lavoro ancor prima di una moglie, e si sentì pienamente realizzato in esso. Egli lavorò solo per il piacere di farlo, non ricevette mai uno stipendio per ciò che fece. Purtroppo, dopo che il peccato fu commesso, il lavoro perse la sua caratteristica di piacere e si fece molto più duro, tanto che ancor oggi è ritenuto, dalla maggior parte delle persone, un male necessario. Dalle mie parti si pensa che la qualità della vita sia tanto migliore quanto più tempo libero s'abbia a disposizione, per cui, per ottenerlo, si fanno molte lotte sindacali.

    Io penso che sia sbagliato credere che per godersi la vita occorrano tanti soldi in tasca ed altrettanto tempo libero. Dio ci ha creato in modo che potessimo sentirci realizzati solo essendo creativi nel nostro lavoro. Noi pastori raramente insegniamo qualcosa al riguardo, perché la maggior parte di noi non ha un lavoro, nel senso comune d'intenderlo. E' bene però ricordare che il lavoro è la prima cosa di cui dobbiamo parlare ai nuovi convertiti. In genere, noi pastori, insegniamo a pregare, a leggere la Bibbia, a testimoniare o servire la chiesa; queste cose dovrebbero essere relegate al tempo libero, e non all'occupazione principale, che per un uomo dovrebbe essere il lavoro. Un discepolo di Gesù deve considerare il suo lavoro come un vero e proprio servizio cristiano. Purtroppo, anche in questo caso, la chiesa è stata influenzata dalla cultura greca. I greci, ai giorni della loro gran potenza, vivevano solo per il tempo libero; il loro lavoro era svolto dagli schiavi, che ammontavano ai due terzi della popolazione totale. In tal modo, l'altro terzo del popolo, poteva godersi il tempo libero e dedicarsi all'arte ed alla filosofia.

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    Tealacrema
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    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:38
    Quel popolo, considerava vita vera e propria soltanto il tempo libero. Noi abbiamo ereditato in pieno questa filosofia, per cui, i nostri giovani che si convertono, tendono a lasciare da parte il lavoro per svolgere un servizio cristiano a tempo pieno. In certi casi si sente perfino affermare che alcuni di loro chiedono d'essere mantenuti dai propri genitori, per potersi dedicare totalmente al servizio della chiesa. Anche in questo caso devo ricordare che non c'è niente di più sbagliato secondo il Nuovo Testamento. Paolo, in una delle sue lettere, sostiene che il nostro primo dovere è guadagnare i nostri soldi lavorando, per mantenere noi stessi, la nostra famiglia ed aiutare chi si trova nel bisogno. E' evidente, da ciò che dice, che considerava già il lavoro come un servizio cristiano a tempo pieno. Un fratello che afferma d'avere un lavoro secolare, significa che lo considera ancora un male necessario. Questo modo di pensare è la diretta conseguenza dal peccato commesso in Eden.

    E' bene ricordare che, se anche Gesù ha lavorato per circa diciotto anni ed ha prestato il suo ministero per circa tre, significa che anche per lui vi è stato un rapporto di sei ad uno tra lavoro e tempo libero; tale e quale al Padre, con i suoi sei giorni lavorativi. Una delle rivoluzioni che il cristianesimo ha portato nel mondo antico, è stata la redenzione del lavoro, in particolar modo quello manuale, al quale ha reso dignità. Gesù che ha lavato i piedi sporchi dei suoi discepoli, ha trasformato la nostra idea di lavoro. Non dimenticherò mai la testimonianza di un fratello cinese che fu incarcerato per diciassette anni a causa della sua fede. Lui era l'unico cristiano in quella prigione, per cui ogni giorno gli erano affidati i lavori più degradanti. Tutti i gabinetti della prigione confluivano in una fossa quadrata che giornalmente doveva essere vuotata, e quello era un suo compito. Quel fratello era piccolo di statura, per cui non arrivava a svuotarla completamente, senza immergersi dentro fino all'altezza delle costole. Egli, ovviamente, si chiedeva perché Dio permettesse tutto ciò.

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    Tealacrema
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    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:39
    Un giorno, mentre stava lavorando, si ricordò che a lui non era permesso né pregare ad alta voce né cantare lodi, ma s'accorse che in quei momenti tutti gli stavano molto lontani, perciò anche se l'avesse fatto, nessuno l'avrebbe sentito, e così fu felice anche in quella condizione. Si ricordò un canto insegnato da un missionario americano: "Sono venuto al giardino da solo mentre la rugiada era ancora sulle rose, e lui cammina con me, parla con me e m'assicura che io gli appartengo". Quello era servizio cristiano a tempo pieno, un lavoro sporco ma alla gloria di Dio. E' importante insegnare ai nostri giovani che potremo essere servitori a tempo pieno, solo quando avremo imparato a svolgere il nostro lavoro alla gloria di Dio. La Bibbia afferma che chiunque ha una mente ed un corpo sani, deve essere autosufficiente per mezzo del suo lavoro. Un cristiano non deve essere né mendicante né ladro, anche se uno dei risultati del peccato è che il lavoro è diventato brutto e tutti cercano d'evitarlo il più possibile.

    A Dio non interessa tanto il lavoro che stiamo svolgendo, quanto il modo in cui lo stiamo svolgendo. Dio ci chiama a redimere il lavoro per mostrare che può essere svolto alla sua gloria. Egli sta cercando persone di tutti i mestieri, siano essi tassisti o predicatori è lo stesso, l'importante è che presentino il loro lavoro come una forma d'adorazione. In Inghilterra c'è una città molto sporca, con sacchi di spazzatura dappertutto ed i graffiti su tutti i muri. A quel grigiore fanno eccezione solo alcune strade, che a differenza delle altre sono ben pulite. La ragione di quella differenza sta nel fatto che chi le pulisce è un cristiano. Quel fratello, tutte le mattine prima di recarsi al lavoro, si presenta davanti al Signore con i suoi arnesi, chiedendo che la sua giornata lavorativa sia benedetta. Io sono sicuro che anche quell'uomo abbia un servizio cristiano a pieno tempo. A mio avviso ci sono pastori ed evangelisti, che pur avendo un servizio cristiano a pieno tempo, tuttavia non lavorano per Dio quanto quel fratello che, invece di predicare, spazza le strade.

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    Tealacrema
    Post: 3.052
    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:39
    Tutti noi, che crediamo in Dio, siamo chiamati a redimere gli effetti della caduta. Siamo chiamati ad abbattere la concorrenza tra i due sessi, per mezzo della collaborazione nei nostri ruoli. Siamo chiamati a riscattare il lavoro quotidiano per farlo diventare un'offerta a Dio, perché Il modo in cui svolgiamo i nostri compiti può portargli realmente molta gloria. Dio stesso si è preso la briga di coprire le vergogne (peccati) della prima coppia, facendo però le cose a modo suo; vestendoli con delle pellicce. Mi piacerebbe che gli animalisti che dalle mie parti incendiano le pelliccerie, sapessero che la prima pelliccia è stato proprio Dio a farla. Questo naturalmente non giustifica lo sterminio; io vedo, in ogni caso, che tutti noi abbiamo degli animali ai nostri piedi, ed è giusto indossarli perché noi possiamo usarli anche per questi scopi. Purtroppo, qualcuno di loro è dovuto morire, perché potessimo indossare le nostre scarpe.

    Le foglie di fico erano una copertura alquanto precaria per i nostri progenitori, ma per avere qualcosa di più efficace era necessario uno spargimento di sangue. Il principio del sacrificio inizia proprio qui, in Eden, un principio il cui tema ricorre in tutta la Bibbia. Ogni atto di perdono deve essere scritto con il sangue di qualcuno. Nel Nuovo testamento il perdono è scritto nel sangue di Gesù. Probabilmente questa può essere la ragione per cui Caino non ebbe scuse. Abele, forse, dietro il racconto dei genitori su come ottennero quelle pellicce al posto delle foglie, comprese il principio del sacrificio. Caino, invece, pensò che bastassero le foglie, per questo egli non ebbe il favore di Dio.

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    Tealacrema
    Post: 3.052
    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:39
    Un po' più avanti nella Bibbia troviamo dei rituali complessi a riguardo dei sacrifici, che sono l'attuazione di quel primo atto compiuto per i nostri progenitori. Con quest'atto Dio mostrava la sua misericordia nei nostri confronti, ma non era sufficiente, perché doveva mostrare anche la sua giustizia. Per questo tagliò l'accesso alla vita eterna, perché se Dio ci permettesse di vivere per sempre così come noi siamo, rovineremmo irrimediabilmente tutto l'universo. Tutti noi ci portiamo dietro le conseguenze di quella ribellione, per cui siamo inclini al male fin dalla più tenera età, l'egoismo ci perseguita fin dalla fanciullezza. Ricordo che i nostri figli, crescendo, mostravano sempre più chiaramente i segni di questa realtà. A me ed a mia moglie dava molto fastidio vedere le nostre debolezze riflesse in loro; ed anche se chiamammo Angela la nostra terza figlia, ci accorgemmo che poi non era totalmente angelica.

    Tutti i miei figli hanno imparato a dire prima di no che di si, non ho dovuto insegnargli a mentire, ma a dire la verità. Non gli ho mai dovuto insegnare ad essere maleducati, ma beneducati e cortesi, mi chiedo: erano peggiori dei vostri? O forse anche i vostri erano così. Mi sto rendendo conto che produciamo dei piccoli Adamo ed Eva che hanno bisogno d'essere redenti. Ogni genitore ha il dolore di vedere apparire il peccato nei propri figli, e per quanto s'impegni ad evitarlo, alla fine la loro natura verrà fuori, e si riveleranno come figli di Adamo. Attraverso il peccato di un solo uomo, tutta la razza umana è nata con una tendenza sbagliata. Alcune persone affermano che non è giusto che noi soffriamo a causa di Adamo; e questo è proprio il significato di un versetto nel salmo cinquantuno. Il re Davide, autore di quel Salmo, in una sola volta infranse cinque dei dieci comandamenti, questo accadde quando concupì Bersabea, testimoniò il falso, rubò la moglie di un suo soldato, commise adulterio, ed organizzò un omicidio.

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    Tealacrema
    Post: 3.052
    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:39
    Tutto questo fu commesso da colui che la Bibbia definisce come il migliore re che sia mai esistito in Israele. Quando il profeta Nathan l'accusò, Davide si pentì, e quel salmo nacque proprio dal suo rimorso. Quel re s'assunse tutte le responsabilità per ciò che aveva fatto, ma c'è un versetto in particolare che vorrei farvi notare, ed è il settimo. In quel versetto dice d'essere stato concepito nel peccato, e non sta cercando di scusarsi, ma afferma d'essere nato con quella tara. La teologia cattolica ha interpretato quel versetto, come se Davide avesse pensato d'essere stato concepito per mezzo del peccato. In altre parole ha interpretato il sesso come peccato, ma questo è un errore, giacché Davide voleva solo affermare che fin dal suo concepimento aveva ereditato una natura che lo spingeva a peccare. Per questo Davide chiese a Dio un cuore nuovo, perché capì che quello che aveva non era buono. Davide capì che quell'errore che aveva commesso, e di cui si sentiva pienamente responsabile, l'avrebbe commesso di nuovo se Dio non avesse cambiato il suo cuore. Questa è davvero una preghiera meravigliosa, che Dio esaudisce cambiandoci in uomini nuovi in Cristo, tutto ciò che è in Adamo è morto, e tutto ciò che è in Cristo sarà vivificato. In Cristo siamo tutte persone nuove, quindi non apparteniamo più alla specie homo sapiens, ma all'homo novus, una nuova specie che fa parte della nuova creazione.

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    Tealacrema
    Post: 3.052
    Sesso: Femminile
    00 26/06/2011 17:40
    Gesù, spesso, è chiamato il secondo Adamo proprio per questa ragione, perché non ritenendo una cosa da custodire gelosamente, l'essere come Dio, si è abbassato fino a farsi uomo, comunicandoci così la sua natura divina. Gli esseri umani hanno cercato d'essere come Dio, Dio invece si è fatto uomo. In Eden la prima coppia disse: "Non la tua, ma la nostra volontà sia fatta". Gesù invece dice: "Non la mia, ma la tua volontà sia fatta", e diventò ubbidiente fino all'ultimo. C'è davvero un gran contrasto, tra il comportamento del primo Adamo e quello del secondo. Così l'ubbidienza di un solo uomo ha riparato il danno. Questo è ciò che insegna la Bibbia. Ogni persona che sta vivendo, o vive in Adamo oppure in Cristo. Chi vive in Adamo pecca e muore, ma in Cristo è una persona nuova, parte di una nuova umanità in una nuova creazione.

    Nel terzo capitolo di Genesi ci sono parole orribili come: timore, colpa, vergogna, pagare, dolore e morte, tutte parole che descrivono l'attuale tipo di vita, ma Dio non le ha mai intese come parte del nostro vocabolario, perché sono solo il risultato della disubbidienza. Tutto il resto della Bibbia, ha che fare solo con Dio che ripara il danno fatto, che trova il modo di redimere i figli di Adamo, e di creare nuovi cieli e nuova terra. Io ho cercato di mostrare che questi tre capitoli sono molto importanti perché si pongono come fondamento per tutto il resto della Bibbia, spiegano le nostre difficoltà ed indicano la via e la soluzione ai problemi dell'umanità. Se non credi alle prime pagine della Bibbia, sono convinto che neanche tutto il resto avrà per te un gran senso. In questi tre capitoli c'è la chiave per comprendere la Bibbia.

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