La mia famiglia
Nacqui a Corleone, il 28/10/1937, in un’umile famiglia dove, a stento si riusciva ad avere un tozzo di pane duro. I miei genitori erano persone povere, senza cultura e senza rinomanza. Allo stesso tempo erano persone oneste, laboriose e dignitose. Mio padre era contadino e conduceva, quando riusciva a trovarlo, qualche appezzamento di terreno a mezzadria e allo stesso tempo lavorava, sempre in campagna, presso terzi quando gli si presentava l’occasione. Mia madre, donna casalinga e rurale, accudiva alla famiglia e aiutava mio padre nei lavori agricoli. La precaria situazione economica della nostra famiglia peggiorò ulteriormente quando mio padre, nel 1938, fu richiamato alle armi prima per mobilitazione generale, poi per istruzioni e successivamente perché esplodeva la seconda guerra mondiale. Nascevano intanto nel 1939 mia sorella Maria e nell’anno 1942 mio fratello Lorenzo. Mia madre si ritrovò perciò sola nel provvedere ad educare noi bambini. Vivevamo negli stenti, soffrivamo gli orrori della guerra. Pur vivendo a Corleone, paese agricolo nell’entroterra palermitano in cui a differenza d’altri posti meno felici si poteva capitare del pane, noi riuscivamo difficilmente ad avere l’indispensabile. Tamponavamo la difficile situazione economica ora raccogliendo spighe, ora con la verdura, ora col pane d’orzo, ora col pane della tessera, ora col pane di segala. La mancanza di mio padre dalla famiglia aveva determinato problemi, per noi, insolubili. A questo si aggiungeva l’assillo di quello che sarebbe potuto accadere a mio padre e l’incubo per l’evolversi di una guerra disastrosa. Nel frattempo, mio padre prestando servizio in zona malarica aveva contratto la malaria perciò fu ricoverato all’ospedale militare di Pagani. Il 26 giugno del 1943, mio padre veniva mandato in licenza di convalescenza di g. 40.