IN SPIRITO E VERITA'

GESU' E' SPIRITO E I VERI CRISTIANI
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La fidanzata di s.Agostino

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2009 16:32
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Sesso: Femminile
22/11/2009 16:32

 

DIFENDERE LA FEDE

 

FIDANZATO AD UNA BIMBA
DI 10 ANNI

IL VERO SANT'AGOSTINO

Commenti
di Anacleto Verrecchia

LE Confessioni di Sant쨈Agostino passano per
un capolavoro, ma io le trovo insopportabili
e ci sento anche puzza di ipocrisia. Egli
fece bene a indirizzarle al Cielo, perch챕
per leggerle fino in fondo ci vuole davvero
una pazienza celeste. Tutte quelle giacula-
torie, che interrompono continuamente il
discorso, fanno venire in mente gli spot
della televisione e sono di una noia tor-
turante. L쨈autore parla di Dio come se lo
avesse in tasca o sulla scrivania.

Qui occorre citare subito Nietzsche che,
dopo aver letto le Confessioni, scrisse
parole di fuoco contro Agostino: 짬Quanto
챔 falso e come storce gli occhi! ... Che
falsità psicologica! Per esempio, quando
parla della morte del suo migliore amico,
con il quale era un쨈anima sola, dicendo
che si sarebbe risolto a continuare a
vivere affinch챕, il tal modo, il suo
amico non morisse del tutto. Una cosa
del genere 챔 di una ipocrisia nauseante쨩.
 Ancora più duro è ciò che su Agostino
scrive lo storico Karlheinz Deschner nel
primo volume della sua Storia criminale
del Cristianesimo. Ma limitiamoci a un
episodio, che non fa certamente onore al
futuro santo. Mi riferisco al suo
comportamento con quella povera ragazza,
mai chiamata per nome, che, dopo essergli
vissuta accanto per circa tre lustri, fu
brutalmente allontanata come un articolo
sessuale scaduto.

La relazione ebbe inizio a Cartagine, dove
Agostino fu prima studente e poi insegnante
di retorica. Ma trov챵 anche il tempo di
ingravidare una ragazza e di farle fare un
figlio, cui fu dato il nome di Adeodato,
ossia 짬Dato da Dio쨩 o 짬Dono di Dio쨩. In
seguito egli lo chiamerà «figlio del
peccato쨩 e 짬figlio naturale쨩, come se
esistessero anche figli innaturali.
Fin qui, comunque, non c쨈챔 niente da
dire: son cose che capitano, soprattutto
quando si 챔 giovani. Ma sentite il seguito.

Quando Agostino, divorato dall쨈ambizione,
si trasfer챙 da Cartagine in Italia, prima
a Roma e poi a Milano, Adeodato e la madre
lo seguirono. Il terzetto, per챵, non aveva
fatto i conti con Monica, la soffocante e
appiccicosa madre di Agostino, che nel 385
si precipit챵 a Milano, decisa a reimpadro-
nirsi del figlio e a dividerlo dall쨈amica.
E ci riusc챙 subito, tanto che l쨈innominata,
allora sui trent쨈anni, fu rispedita in
Africa. Ma da sola, perch챕 il figlio glielo
avevano sottratto. Tutto con il consenso di
Agostino, s쨈intende. A quanto pare l쨈unica
colpa di quella giovane donna avvolta nel
mistero consisteva nell쨈essere povera e
nel rappresentare un impedimento per un
matrimonio conveniente. Fatto sta che la
brava Monica, ora che il suo cocco di
mamma era libero, si dette un gran da fare
per trovargli una mogliettina con i fiocchi,
che fosse non solo giovanissima, ma che
avesse anche i soldi. La sua scelta cadde
su una ragazzina di appena dieci anni,
mentre l´età minima per il matrimonio era
di dodici. Bisognava dunque aspettare.
Ma siccome il futuro padre della Chiesa
voleva tenersi in esercizio nell쨈alcova,
si prese un쨈altra concubina, forse una
schiavetta. Fermiamoci qui.

Concupire una minorenne, allora come
adesso, 챔 sempre turpe, soprattutto per
chi, come Agostino, si atteggia a
risuolatore di coscienze. Forse ha
ragione Voltaire, il quale dice che
il nostro sant쨈uomo era una testa calda
che pass챵 il tempo a contraddirsi.
Di sicuro era fanatico, ambizioso,
litigioso e attaccabrighe. Pochi
fecero tanto uso della preposizione
contra. Si direbbe che egli non
sapesse vivere senza parlare o scrivere
contro qualcuno. L쨈elemento filosofico,
nelle Confessioni come nelle altre
opere, è scarso o, come dice Nietzsche,
uguale a zero. Di solito Agostino è
più esclamativo che dimostrativo. In
sostanza, la sua filosofia non è altro
che teologia.

Ottima la traduzione di Giuliano Vigini,
il quale si dimostra molto preciso e
controllato nella lingua. Il volume
contiene anche un indice tematico e
una nota biografica che sono molto
utili per orientarsi nelle
vicissitudini personali dell'autore
(infatti Agostino confessa solo quello
che vuole, dedicando stucchevoli
lungagnate alla madre e lasciando
in ombra i punti più scabrosi).
Manca invece l'indice dei nomi.

E veniamo alla Città di Dio, che
Agostino scrisse dal 412 al 426
per ribattere ai pagani che accusavano
i cristiani di aver provocato la
sciagura dell'Impero romano e il
sacco di Roma ad opera dei visigoti
di Alarico. Ma avevano torto? Non
si direbbe. So di attirarmi le
critiche degli schiodacristi e
dei credenti, ma bisogna pur dire,
una buona volta, che i primi
cristiani non erano molto diversi,
quanto a fanatismo, dai taleban di
oggi. Chi visita i resti delle città
romane dell'Africa settentrionale,
da Timgad a Gemila, da Bulla Regia
a Leptis Magna; chi vede le vestigia
di tanto splendore e le confronta
con lo squallore che venne dopo,
capirà subito quale sventura sia
stato il cristianesimo. Ci vollero
mille anni perchè s'imparasse di
nuovo a costruire un edificio decente.
Templi, teatri, bagni, terme,
biblioteche: chi li distrusse? Ma
i cristiani! Leggete Libanio e
Eunapio. Quando poi l'Impero romano
cadde, grazie soprattutto all쨈opera
disgregatrice dei cristiani, lo
stesso Agostino, che tanto si era
adoperato contro i pagani, dovette
 constatare che ciò che veniva dopo
non era proprio il regno di Dio da
lui auspicato. Sull쨈Africa romana,
dove egli era vescovo, piombarono i
soldati di Genserico; ma la morte,
che lo colse il 28 agosto del 430 a
Ippona, l쨈attuale Annaba in Algeria,
risparmi챵 al vescovo sobillatore di
vedere il resto. Se fosse vissuto
ancora un po쨈, avrebbe avuto materia
per scrivere non già la Città di Dio,
bensì la Città del Diavolo.

In epoca pagana non si conoscevano le
guerre di religione. Gli Dei vivevano
pacificamente l쨈uno accanto all쨈altro,
come si pu챵 vedere dai resti dei
templi. In breve, al politeismo era
estraneo lo spirito di intolleranza.
Fonte di guai 챔 solo il monoteismo.
E se ne capisce facilmente il motivo,
perch챕 un Dio unico 챔 geloso del
proprio potere. Di qui le guerre di
religione che hanno insanguinato per
secoli il mondo e che ora sembrano
riprendere vigore. Se non si capisce
questo, ogni discorso diventa inutile.
La cosa pi첫 strana 챔 che i monoteisti,
pur adorando un Dio unico, si
combattono tra di loro. Allora ha
ragione il filosofo David Hume,
quando dice che la religione 챔 una
patologia della mente.

Ammirevole la traduzione della Città
di Dio fatta da Luigi Alici, al quale
si devono anche la dotta introduzione
e il commento. Qui gli indici dei nomi
sono addirittura due, quello dei nomi
citati da Agostino e quello dei nomi
citati dal curatore. Benissimo!


Da: da ttl (La Stampa)
Categoria: Articolo stampa
http://www.kore.it/archivio/

 

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