IN SPIRITO E VERITA'

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Sulla dottrina islamica

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2011 18:14
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19/05/2011 18:07

Se ora poniamo a confronto la persona che vive in un ambiente in cui vige il diritto umano con quella che vive in un ambiente religioso, l’eccellenza e la superiorità della religione ci apparirà in tutta chiarezza.



In una società i cui individui sono religiosi, siccome sanno che Dio osserva costantemente le loro azioni, la vita si svolge in assoluta pace e armonia. Gli individui che vivono in una tale società si rispettano, non si comportano tra loro in modo violento, non si calunniano ed evitano persino di essere sospettosi nei confronti del prossimo. La religione vieta infatti all’uomo di essere sospettoso nei confronti degli altri, cosa che viene però trascurata dalle leggi create dall’uomo. Il Santo Corano a tal proposito dice:

“O voi che avete prestato fede, tenetevi lontano da molti dei sospetti, ché, in verità alcuni sospetti costituiscono peccato” (Santo Corano,49:12)



In un ambiente religioso l’uomo sta completamente tranquillo, vive i giorni della sua vita in assoluto benessere e alla fine raggiunge l’eterna beatitudine.

Contrariamente a quanto è stato finora detto, in un ambiente in cui vigono solamente le leggi inventate dall’uomo, gli individui evitano di compiere atti vietati solo quando vedono che la forza di polizia osserva le loro azioni, diversamente è possibile che compiano qualsiasi trasgressione.

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Ogni individuo religioso, secondo quanto gli ha insegnato la religione, sa che la sua esistenza non si circoscrive ai pochi giorni trascorsi in questo mondo effimero ed è conscio del fatto che dopo la sua morte un’altra vita, illimitata e infinita, l’attende; egli sa bene che con la morte non si annienta ed è altresí conscio del fatto che l’unica via che l’uomo ha per raggiungere la perpetua beatitudine e l’eterna tranquillità consiste nell’osservare i precetti religiosi, inviati dal Signore Altissimo mediante i Suoi messaggeri.



Egli sa che i precetti religiosi provengono da Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, l’Onniveggente, che conosce perfettamente ogni azione esteriore dell’uomo e ogni suo sentimento intimo e pensiero nascosto. Egli sa che verrà da Lui ripagato per ogni buona azione che ha compiuto nel corso della sua vita e punito per ogni sua trasgressione. Nessuno può sfuggire alla giustizia di Dio nascondendogli i peccati che ha commesso.

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Ogni individuo religioso in base ai principi della propria religione, sa che ogni volta che osserva un precetto religioso ubbidisce al proprio Signore e che, nonostante che solitamente il servo, in quanto servo, non abbia diritto a nessun compenso dal suo padrone per l’esecuzione di un suo ordine, riceverà, per grazia e benevolenza del Signore, una generosa ricompensa per aver eseguito i Suoi ordini. Da questo punto di vista, ogni suo atto d’obbedienza costituisce in realtà una transazione che egli accetta di eseguire di propria volontà. Egli cede volontariamente una parte della propria libertà in cambio del compiacimento di Dio Benevolo e della Sua futura ricompensa. Cosí la persona osservante, rispettando i precetti religiosi, è, in assoluta beatitudine, occupata a transare volontariamente la propria libertà con una merce infinitamente piú preziosa.



Al contrario, colui che non è religioso, siccome considera l’osservanza delle norme e delle leggi un danno per se stessa, siccome la sua liberale indole non riesce a sopportare di perdere parte della propria libertà, cerca sempre di violare la legge e riconquistare cosí la libertà perduta.

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19/05/2011 18:08

La religione presenta caratteristiche che la differenziano ulteriormente dal diritto umano; ad esempio gli osservanti rifuggono volontariamente dal peccato, mentre coloro che seguono il diritto umano non lo fanno che per timore di essere puniti dalla legge; la religione governa totalmente l’essere umano, mentre la legge non è dotata di un simile potere: essa lo domina sia esteriormente sia interiormente, contrariamente alla legge che non può ordinare e dominare che esteriormente. La religione non è solamente un’autorità che impedisce di agire in modo biasimevole, è anche un maestro che insegna all’essere umano le virtú e le doti, il che non accade nel caso del diritto umano, di natura esclusivamente repressiva.



Se i vantaggi offerti dal diritto umano fossero considerati eguali a una unità, quelli della religione sarebbero superiori a diverse migliaia. Coloro dunque che si adoperano al fine di annientare la religione e non vedono altro che il diritto laico, sono simili a chi amputa con le sue stesse mani la propria gamba sana per sostituirla con una di legno.



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Da quanto precede, possiamo dedurre che la religione è il migliore mezzo per dirigere e guidare la società umana, e piú di ogni altro metodo riesce a indurre la gente al rispetto delle leggi vigenti nella società.

Un tentativo di soluzione


I paesi sottosviluppati del mondo che, nel corso del secolo scorso, hanno voluto impegnarsi sulla via del progresso e dello sviluppo, accettando il metodo di governo laico senza tenere conto delle manchevolezze del diritto laico e del grande potere della religione, si sono immersi nella barbarie e nella decadenza.

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Di contro, le nazioni progredite e astute del mondo, accortesi delle lacune presenti nel diritto laico, al fine di salvarlo da una sconfitta certa, si sono dedicate alla ricerca di una soluzione e hanno cambiato metodo. Tali nazioni hanno organizzato il loro metodo di istruzione e educazione in modo tale che gli individui della società vengano, in ogni caso, a formarsi acquistando una serie di virtú e considerino in tutte le loro attività sociali la legge come un qualcosa di sacro e inviolabile.



Questo tipo di formazione è in grado di salvare la legge non religiosa, fa sí che essa trovi il suo corso ordinario e garantisce di conseguenza, in modo notevole, il benessere e la felicità degli individui della società.

Bisogna però prestare attenzione che questi metodi si basano su teorie e concetti che possono essere suddivise in due diverse categorie:

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Capitolo 4

Le Religione e le Leggi create dall’Uomo

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L’eccellenza della religione sulle altre leggi


La piú avanzata metodologia sociale per garantire l’esecuzione della legge consiste nel varare leggi penali e istituire un organo di sorveglianza. Tuttavia, come abbiamo già detto in precedenza, né le sanzioni né l’esistenza di una forza di polizia sono in grado di avere ragione degli istinti ribelli dell’uomo e fare in modo che le leggi da esso inventate per dirigere la società vengano effettivamente applicate.



La religione oltre a incaricare una forza di polizia del mantenimento dell’ordine pubblico e varare leggi per punire i contravventori e gli scellerati, dispone anche di potenti strumenti con i quali è in grado di vincere ogni forza avversa.



La religione a seguito del legame che crea tra vita sociale e adorazione di Dio l’Altissimo rende l’essere umano responsabile dinanzi a Dio di tutte le proprie azioni, sia di quelle che riguardano la sua vita individuale sia di quelle che riguardano la sua vita sociale. Poiché Dio l’Altissimo, con il Suo infinito potere e la Sua illimitata conoscenza, domina l’essere umano sotto ogni aspetto ed è perfettamente al corrente di ogni suo pensiero e intimo segreto, la religione affida il compito di sorveglianza e di custodia dell’uomo, oltre che a una guardia esteriore, a una guardia interiore, la quale, nel suo lavoro di vigilanza, è infallibile. A tal proposito, Dio l’Eccelso nel Santo Corano dice:



“Dio sa perfettamente ciò che essi fanno” (Santo Corano,8:47)

“Ed Egli è con voi ovunque voi siate” (Santo Corano, 57:4)

“Il tuo Signore ripagherà completamente le loro azioni, ché, in verità, Egli sa perfettamente ciò che fanno” (Santo Corano,11:111)

“ In verità Dio vi sorveglia”(Santo Corano,4:1)



Se ora poniamo a confronto la persona che vive in un ambiente in cui vige il diritto umano con quella che vive in un ambiente religioso, l’eccellenza e la superiorità della religione ci apparirà in tutta chiarezza.



In una società i cui individui sono religiosi, siccome sanno che Dio osserva costantemente le loro azioni, la vita si svolge in assoluta pace e armonia. Gli individui che vivono in una tale società si rispettano, non si comportano tra loro in modo violento, non si calunniano ed evitano persino di essere sospettosi nei confronti del prossimo. La religione vieta infatti all’uomo di essere sospettoso nei confronti degli altri, cosa che viene però trascurata dalle leggi create dall’uomo. Il Santo Corano a tal proposito dice:

“O voi che avete prestato fede, tenetevi lontano da molti dei sospetti, ché, in verità alcuni sospetti costituiscono peccato” (Santo Corano,49:12)



In un ambiente religioso l’uomo sta completamente tranquillo, vive i giorni della sua vita in assoluto benessere e alla fine raggiunge l’eterna beatitudine.

Contrariamente a quanto è stato finora detto, in un ambiente in cui vigono solamente le leggi inventate dall’uomo, gli individui evitano di compiere atti vietati solo quando vedono che la forza di polizia osserva le loro azioni, diversamente è possibile che compiano qualsiasi trasgressione.



Ogni individuo religioso, secondo quanto gli ha insegnato la religione, sa che la sua esistenza non si circoscrive ai pochi giorni trascorsi in questo mondo effimero ed è conscio del fatto che dopo la sua morte un’altra vita, illimitata e infinita, l’attende; egli sa bene che con la morte non si annienta ed è altresí conscio del fatto che l’unica via che l’uomo ha per raggiungere la perpetua beatitudine e l’eterna tranquillità consiste nell’osservare i precetti religiosi, inviati dal Signore Altissimo mediante i Suoi messaggeri.



Egli sa che i precetti religiosi provengono da Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, l’Onniveggente, che conosce perfettamente ogni azione esteriore dell’uomo e ogni suo sentimento intimo e pensiero nascosto. Egli sa che verrà da Lui ripagato per ogni buona azione che ha compiuto nel corso della sua vita e punito per ogni sua trasgressione. Nessuno può sfuggire alla giustizia di Dio nascondendogli i peccati che ha commesso.



Ogni individuo religioso in base ai principi della propria religione, sa che ogni volta che osserva un precetto religioso ubbidisce al proprio Signore e che, nonostante che solitamente il servo, in quanto servo, non abbia diritto a nessun compenso dal suo padrone per l’esecuzione di un suo ordine, riceverà, per grazia e benevolenza del Signore, una generosa ricompensa per aver eseguito i Suoi ordini. Da questo punto di vista, ogni suo atto d’obbedienza costituisce in realtà una transazione che egli accetta di eseguire di propria volontà. Egli cede volontariamente una parte della propria libertà in cambio del compiacimento di Dio Benevolo e della Sua futura ricompensa. Cosí la persona osservante, rispettando i precetti religiosi, è, in assoluta beatitudine, occupata a transare volontariamente la propria libertà con una merce infinitamente piú preziosa.



Al contrario, colui che non è religioso, siccome considera l’osservanza delle norme e delle leggi un danno per se stessa, siccome la sua liberale indole non riesce a sopportare di perdere parte della propria libertà, cerca sempre di violare la legge e riconquistare cosí la libertà perduta.



La religione presenta caratteristiche che la differenziano ulteriormente dal diritto umano; ad esempio gli osservanti rifuggono volontariamente dal peccato, mentre coloro che seguono il diritto umano non lo fanno che per timore di essere puniti dalla legge; la religione governa totalmente l’essere umano, mentre la legge non è dotata di un simile potere: essa lo domina sia esteriormente sia interiormente, contrariamente alla legge che non può ordinare e dominare che esteriormente. La religione non è solamente un’autorità che impedisce di agire in modo biasimevole, è anche un maestro che insegna all’essere umano le virtú e le doti, il che non accade nel caso del diritto umano, di natura esclusivamente repressiva.



Se i vantaggi offerti dal diritto umano fossero considerati eguali a una unità, quelli della religione sarebbero superiori a diverse migliaia. Coloro dunque che si adoperano al fine di annientare la religione e non vedono altro che il diritto laico, sono simili a chi amputa con le sue stesse mani la propria gamba sana per sostituirla con una di legno.



Da quanto precede, possiamo dedurre che la religione è il migliore mezzo per dirigere e guidare la società umana, e piú di ogni altro metodo riesce a indurre la gente al rispetto delle leggi vigenti nella società.

Un tentativo di soluzione


I paesi sottosviluppati del mondo che, nel corso del secolo scorso, hanno voluto impegnarsi sulla via del progresso e dello sviluppo, accettando il metodo di governo laico senza tenere conto delle manchevolezze del diritto laico e del grande potere della religione, si sono immersi nella barbarie e nella decadenza.



Di contro, le nazioni progredite e astute del mondo, accortesi delle lacune presenti nel diritto laico, al fine di salvarlo da una sconfitta certa, si sono dedicate alla ricerca di una soluzione e hanno cambiato metodo. Tali nazioni hanno organizzato il loro metodo di istruzione e educazione in modo tale che gli individui della società vengano, in ogni caso, a formarsi acquistando una serie di virtú e considerino in tutte le loro attività sociali la legge come un qualcosa di sacro e inviolabile.



Questo tipo di formazione è in grado di salvare la legge non religiosa, fa sí che essa trovi il suo corso ordinario e garantisce di conseguenza, in modo notevole, il benessere e la felicità degli individui della società.

Bisogna però prestare attenzione che questi metodi si basano su teorie e concetti che possono essere suddivise in due diverse categorie:



1) concetti e princípi (come umanitarismo, benevolenza, compassione verso i propri dipendenti) fondati sul realismo e presi indubbiamente dalle religioni rivelate. In effetti, la religione, dai tempi piú antichi, ancora prima del sorgere delle civiltà avanzate, invitava gli uomini a seguire tali princípi. Perciò la beatitudine e la felicità venute a esistere nelle società progredite a causa dell’applicazione di tali concetti sono parte dei doni concessi dalla religione all’umanità.



2) Concetti e principi inconsistenti e illusori, che appartengono al mondo delle favole. In tale ambito rientra ad esempio il comportamento di coloro che fanno credere alla gente che se soffriranno oppure verranno uccisi per la salvezza della loro patria, i loro nomi verranno incisi in lettere d’oro nelle pagine della storia. Non si può negare che in molti casi queste fandonie danno risultati pratici; è possibile infatti che taluni rimangano impressionati da esse e facciano dei sacrifici in campo di battaglia, uccidendo un gran numero di nemici.

Bisogna tuttavia sapere che esse arrecano danni molto maggiori dei vantaggi che offrono, poiché rendono l’uomo superstizioso e rovinano il suo senso della realtà; per coloro che non hanno fede in Dio, nel Giorno del Giudizio e che considerano la morte dell’uomo come il suo annientamento, la vita eterna e la beatitudine imperitura che viene dopo la morte non avranno infatti piú alcun senso.

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19/05/2011 18:09

Capitolo 5

L’ISLAM

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Il desiderio di religione è insito nell’uomo


L’essere umano desidera insitamente la religione. Egli durante tutta la sua vita si dà costantemente da fare per realizzare la propria felicità, ricerca i mezzi piú efficaci a consentirgli di soddisfare i propri bisogni e raggiungere cosí i propri scopi; egli, senza dubbio, aspira a un mezzo invincibile e sempre efficace per realizzare i suoi desideri.



In natura non esiste alcuna causa il cui effetto sia perpetuo, invincibile e insoggiogabile. Da ciò si deduce che questa naturale tendenza dell’uomo a ricercare un invincibile mezzo per raggiungere la felicità e la reale pace interiore, è in realtà desiderio d’Islam, perché soltanto Dio l’Altissimo è invincibile, insoggiogabile nella sua volontà, immune da qualsiasi difetto e mancanza, e il solo metodo di vita avente una reale e totale relazione con Dio l’Altissimo è quello indicato dalla religione islamica.

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È possibile quindi affermare che tale desiderio istintivo dell’uomo è una delle migliori prove in favore dei tre princípi della religione (l’Unicità di Dio, la Profezia e la Risurrezione), poiché la comprensione innata dell’uomo, necessaria conseguenza della sua particolare natura, non sbaglia mai. Cosí egli non confonde mai il concetto di amicizia con quello di inimicizia, come non confonde la sensazione di sete che prova dentro di sé, con quella che avrebbe nel caso in cui fosse dissetato.



È poi vero che talvolta l’uomo desidera cose che apparentemente non hanno nulla a che vedere con quanto abbiamo sinora detto; desidera ad esempio, avere, al pari di un uccello, ali e piume per volare, o addirittura essere, al pari di un astro, nell’alto dei cieli. Tuttavia nel fondo del cuore egli desidera seriamente una reale causa che lo conduca alla beatitudine, desidera raggiungere la pace assoluta, aspira a una vita realmente umana e finché vivrà, questo desiderio non si estinguerà mai.

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Insomma, se nell’universo non fosse esistita una causa invincibile {Dio}, l’uomo, con l’essenza incontaminata che ha, non l’avrebbe pensata; se non fosse esistita una pace assoluta {propria della vita oltremondana}, se il metodo religioso {trasmessoci da Dio attraverso l’invio di profeti} non fosse stato vero, il loro desiderio non avrebbe mai trovato spazio nell’animo umano.

Breve sguardo alla storia delle religioni


La piú sicura e affidabile (dal punto di vista religioso) fonte con cui è possibile effettuare una sommaria ricerca riguardo alla comparsa delle religioni è il generoso Corano. Esso è infatti immune da ogni sorta di errore, esente da ogni tipo di faziosità.



Il glorioso Corano descrive in forma sintetica le origini della religione affermando che la religione di Dio, che non è altro che la religione islamica[3], accompagna l’uomo fin dal primo giorno della sua comparsa.

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L’attuale generazione umana, come afferma espressamente il Corano, deriva da un’unica coppia formata da un uomo, chiamato dal Corano Àdam {Adamo}, e da una donna, chiamata da questo sacro libro Hawwà {Eva}. Adamo era profeta di Dio e come tale riceveva la rivelazione divina. La sua religione era assai semplice; essa comprendeva alcuni comandamenti generali come il dovere di ricordare Dio, di fare del bene al prossimo (in modo particolare ai genitori), di preservarsi dalla corruzione, di non uccidere i propri simili e di non commettere atti turpi.



Dopo la morte di Adamo e della sua sposa, i loro figli condussero un’esistenza assolutamente tranquilla, senza contrasti. Man mano che la popolazione umana aumentava di numero, veniva a crearsi la prima forma di vita collettiva; fu a questo punto che l’uomo inizio a imparare a organizzare la propria vita e fece il primo passo verso la civiltà.

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Aumentando ulteriormente la popolazione, questo gruppo primitivo si divise dando luogo alle prime tribú della storia umana. In ognuna di esse v’erano delle eminenti persone, rispettate e onorate dai membri della tribú alla quale appartenevano. Tali personalità erano cosí riverite e venerate, che dopo la loro morte i membri del clan costruivano i loro monumenti e ne facevano oggetto di lode ed encomio. Fu cosí che l’idolatria iniziò a diffondersi tra la gente. Ciò è confermato sia dalle tradizioni degli Imam che dalla storia dell’idolatria.



Gradualmente per effetto dei soprusi fatti dai potenti ai danni dei deboli comparvero i primi contrasti tra la gente che, aggravati di contrasti casuali, sfociarono in veri e propri conflitti. L’insorgere di tali contrasti, di tali conflitti, che deviarono l’uomo dal sentiero della beatitudine e lo trascinarono verso la rovina, verso la malasorte, fu la causa per la quale Dio, il Benevolo, inviò i Profeti e assieme a loro i Libri Ispirati, risolutori dei contrasti degli uomini. A tal proposito, Dio l’Altissimo, nel Corano, dice:

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“La gente {inizialmente} formava un’unica comunità; {in seguito ai contrasti insorti tra gli individui di tale comunità} Dio inviò i Profeti affinché rendessero lieta novella {ai probi} e ammonissero {gli empi}, e con essi inviò il Libro affinché giudicasse di ciò in cui discordavano...”(Santo Corano, 2:213)

La religione islamica


La sacra religione islamica è, in ordine cronologico, l’ultima religione celeste e, per questo motivo, la piú completa. L’avvento di questa religione abolí le precedenti; è infatti logico che quando esiste il completo non v’è piú bisogno dell’incompleto.

L’Islam è stato inviato all’umanità mediante il venerato profeta Muhammad (S) figlio di Abdillàh (S)[4]. Questa porta della salvezza e della beatitudine fu aperta agli uomini nel momento in cui, superate le ere dell’immaturità e dell’ignoranza, essi divennero atti a raggiungere la perfezione umana e a ricevere e mettere in pratica i sublimi insegnamenti divini.

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L’Islam ha perciò portato all’uomo verità e conoscenze adeguate alla comprensione dell’individuo realista, gli ha donato virtú che lo distinguono dalle restanti creature e precetti in grado di organizzare la sua vita individuale e sociale.

Da questo punto di vista, l’Islam costituisce una serie di princípi e di norme {di validità universale e perpetua} di carattere morale e pratico, la cui messa in pratica garantisce la beatitudine dell’uomo in questo mondo e nell’Aldilà.



Le norme della religione islamica sono tali che ogni singolo individuo appartenente alla grande famiglia umana e ogni società umana che le metta in pratica potrà raggiungere le migliori condizioni di vita e la piú elevata forma di perfezione. La religione islamica dona ugualmente i suoi proficui effetti a ogni individuo, a ogni società: qualsiasi individuo, grande o piccolo, sapiente o ignorante, uomo o donna, bianco o nero, orientale od occidentale che sia, senza alcuna differenza, può giovarsi dei vantaggi offerti da questa pura religione e soddisfare nel migliore e piú completo dei modi le sue esigenze. Infatti, l’Islam fonda infatti i suoi princípi e i suoi precetti sulla natura insita delle cose ed è perciò in grado di considerare le necessità dell’essere umano e indicare i mezzi in grado di soddisfarle.

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19/05/2011 18:10

In effetti, la natura insita dell’uomo è, in ogni individuo, in ogni razza e in ogni era, la stessa: piccoli o grandi, uomini o donne, sapienti o ignoranti, bianchi o neri che siano, sono in ogni caso membri di questa grande famiglia e hanno perciò stessa natura primordiale e gli stessi bisogni. Lo stesso dicasi per le generazioni future che appartenendo anch’esse alla grande famiglia umana avranno le stesse esigenze di quelle passate.



Ripetiamo quindi che l’universale ed eterna religione islamica, è in grado soddisfare tutte le reali e naturali esigenze dell’uomo. È questo il motivo per cui Dio l’Altissimo la chiama “Religione Naturale”, invitando gli uomini a mantenere viva la propria natura umana, ed è questo suo carattere naturale che ha portato gli eminenti sapienti islamici ad affermare che essa è semplice da osservare e non è severa con l’uomo.

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19/05/2011 18:11

Confronto tra l’Islam e le altre religioni


Abbiamo in precedenza spiegato come la religione sia superiore agli altri metodi di organizzazione e guida della società. Abbiamo poi accennato all’eccellenza dell’Islam sulle altre religioni. In base a tali conclusioni siamo poi riusciti a comprendere che i vantaggi che offre l’Islam alla società umana sono notevolmente maggiori di quelli offerti da qualsiasi altra religione o metodologia sociale. Questa realtà diviene ancora piú chiara quando si confronti l’Islam con le altre religioni e con i diversi metodi sociali.



La dottrina islamica non è come l’attuale dottrina cristiana che considera solo la felicità ultraterrena della gente, trascurando quella terrena. Essa non è nemmeno come l’attuale religione giudaica, che si preoccupa solo di istruire e educare un’unica nazione, e neppure come gli insegnamenti zoroastrici {e di talune altre sette e religioni}, limitati a pochi argomenti di carattere etico e liturgico.

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19/05/2011 18:11

L’Islam prende infatti in considerazione l’istruzione, l’educazione, la felicità terrena e la beatitudine ultraterrena di tutti gli uomini, in tutti i luoghi e in tutte le ere, fino al Giorno del Giudizio.

Solo in questo modo è possibile correggere le società e condurre l’uomo verso la beatitudine di questo mondo e dell’Aldilà; infatti, correggere una sola società o un’unica nazione, con i rapporti internazionali che si fanno di giorno in giorno sempre piú vicini e intensi, è un lavoro inutile ed è come voler depurare una goccia d’acqua in un fiume inquinato. Inoltre limitarsi a riformare una sola società, trascurando le altre, è un comportamento che contraddice lo spirito di riformismo.



Negli insegnamenti islamici sono state considerate tutte le idee che è possibile che vengano in mente all’uomo a proposito della creazione del mondo e dell’essere umano, tutti i vizi e le virtú che è possibile che vengano ad annidarsi nell’animo umano, tutte le azioni, le attività eseguibili da un essere umano nell’ambiente in cui vive.

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19/05/2011 18:11

Negli insegnamenti islamici sono state considerate tutte le idee che è possibile che vengano in mente all’uomo a proposito della creazione del mondo e dell’essere umano, tutti i vizi e le virtú che è possibile che vengano ad annidarsi nell’animo umano, tutte le azioni, le attività eseguibili da un essere umano nell’ambiente in cui vive.

Dio ha eletto quei princípi aventi carattere realistico {a capo dei quali v’è l’Unicità di Dio l’Altissimo} e li ha costituiti fondamento e origine della religione islamica. Per quanto concerne poi l’etica, l’Islam elegge ogni qualità che, nella realtà e presso la retta ragione, è buona, è virtú. Sulla base dell’etica, l’Islam dispone poi una serie di norme pratiche nelle quali sono stati considerati tutti i particolari, i dettagli della vita dell’uomo e, di conseguenza, determinati i doveri individuali e sociali d’ogni individuo, sia egli nero o bianco, cittadino o contadino, uomo o donna, piccolo o grande, servo o padrone, comandante o comandato, abbiente o povero.

Dice Dio l’Altissimo: “Una buona parola {una vera e giusta fede} è simile a un buon albero, la cui radice è salda e la cui fronda si eleva alta in cielo”(Santo Corano, 14:24)



Chiunque esamini attentamente i principi, l’etica e le norme della religione islamica, scoprirà un oceano sconfinato e straordinariamente armonico di sapienza e di spiritualità {che perfino la mente perspicace è incapace di comprenderne i limiti, di raggiungerne gli abissi} con l’ausilio del quale l’uomo può avvicinarsi a Dio, adorarlo e formarsi spiritualmente.

È questo straordinario insieme di princípi e di precetti che il Dio, l’Unico, ha rivelato al Suo prediletto profeta Muhammad (S).

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19/05/2011 18:12

Confronto tra l’Islam e le altre metodologie sociali


Esaminando attentamente le metodologie delle società progredite del mondo, comprendiamo bene che se da un lato esse hanno dato luogo al loro straordinario progresso scientifico e industriale, hanno permesso loro di raggiungere la luna, Marte e di creare sconcertanti organismi statali, dall’altro però hanno mandato in rovina l’umanità, hanno provocato in meno di un quarto di secolo, ben due guerre mondiali {nelle quali sono morte milioni di persone innocenti} e ora stanno spingendo l’umanità verso una terza guerra mondiale, che se scoppiasse provocherebbe l’annientamento dell’umanità.



Con questi metodi, fin dal primo giorno della loro comparsa, in nome dell’umanitarismo e col falso proposito di voler liberare i popoli oppressi, il continente europeo è riuscito a schiavizzare completamente i popoli dei quattro continenti e pochi individui sono riusciti a diventare, sotto tutti gli aspetti, assoluti padroni di centinaia di milioni di persone innocenti.

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19/05/2011 18:12

Non si può certo negare il fatto che le nazioni progredite fruiscano dei beni e dei piaceri materiali e che siano riuscite a realizzare molte delle aspirazioni umane {come la giustizia sociale e i progressi in campo culturale, industriale e artigianale}, però, considerando il rovescio della medaglia, vediamo che sono afflitte da innumerevoli disgrazie e sventure, le piú importanti delle quali sono i conflitti internazionali e gli stermini che continuano ogni giorno ad aggravare i problemi del mondo.



È evidente che tutti questi frutti, talvolta amari, tal altra dolci, sono il prodotto dell’albero della civilizzazione e il diretto risultato del metodo di vita di queste nazioni, di queste società, apparentemente impegnate sulla via del progresso.



Per ciò che riguarda i frutti dolci, i quali hanno portato la felicità nella società umana e dai quali l’uomo ha tratto vantaggio, essi non sono stati originati solo dalla mera applicazione della legge, ma anche da una serie di virtú {quali la sincerità, l’onestà, la coscienza del dovere, la benevolenza e l’abnegazione} possedute dagli individui appartenenti a tali nazioni. La legge infatti esiste anche nelle nazioni arretrate dell’Asia e dell’Africa, eppure vediamo il loro sottosviluppo e la loro infelicità in continua crescita.

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