Il fondamento biblico di questa dottrina
L'appiglio biblico utilizzato per giustificare tale teoria si trova in Maccabei 12:43-45: "Perciò tutti, benedicendo l'operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato".
Questo brano biblico giustificherebbe l'idea che sia giusto pregare per i defunti e di conseguenza confermerebbe la dottrina del purgatorio. Su questi versetti occorre però specificare che il libro dei Maccabei rientra in quelli definiti deuterocanonici, cioè quei libri che furono aggiunti al canone biblico dell'Antico Testamento dalla Chiesa Cattolica ai tempi della Controriforma, ossia decine di secoli dopo essere stati scritti. Inoltre vi è da aggiungere che se davvero vi fosse un purgatorio sicuramente gli altri autori del Vecchio e del Nuovo Testamento ne avrebbero parlato diffusamente, mentre in realtà si parla sempre e solamente di salvezza eterna e di condanna eterna.
Un altro versetto usato come sostegno della dottrina del purgatorio si trova in Luca 12:47: "Quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la sua volontà, riceverà molte percosse". Con questi versetti però Gesù afferma semplicemente che così come in cielo vi saranno diversi gradi di beatitudini, allo stesso modo nell'inferno vi saranno diversi gradi di condanna.
L'ultimo brano biblico che dovrebbe dimostrare l'esistenza del purgatorio si trova in 1 Corinzi 3:13-15: "L'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco. Se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco".
Usare questi versetti come dimostrazione dell'esistenza del purgatorio è improprio per i seguenti motivi: 1) Paolo parla di un fuoco che ha come scopo quello di rivelare la natura delle nostre opere e non ha nessuna funzione purificatrice come invece dovrebbe essere quello del purgatorio; 2) Questo fuoco verrà acceso solo nel momento dell'apparizione di Cristo all'ultimo giorno e non si tratta dunque di un fuoco eterno che arde anche prima del giudizio; 3) Secondo la dottrina cattolica, soltanto i cristiani imperfetti passeranno per il purgatorio, mentre qui Paolo parla di un fuoco che deve provare le opere di tutti i cristiani; 4) E' importante notare che la salvezza di quello che viene definito come operaio infedele avrà luogo non mediante quel fuoco, ma malgrado quel fuoco che consuma l'opera sua.
La dottrina del Purgatorio è comunque ben presente nel mondo cattolico, tanto è vero che ancora ai giorni nostri vengono fatte le cosiddette "messe di suffragio", le quali tramite preghiere ed elemosine avrebbero il potere di abbreviare la permanenza in purgatorio di un caro defunto.
In conclusione possiamo affermare che i nostri peccati sono già stati espiati una volta per tutte con il sacrificio perfetto compiuto da Gesù sulla croce duemila anni fa: "Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira." (Romani 5:9); "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1). Sostenere l'idea del purgatorio significa dunque mettere in dubbio che Cristo sulla croce abbia potuto espiare completamente i peccati del mondo.
http://www.apocalypsesoon.org/I/i-catt.html♥Pedro♥