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L’astuzia e la malvagità usate dai Gesuiti per ‘la maggior gloria di Dio’

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2011 20:24
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18/06/2011 20:12

L’astuzia e la malvagità usate dai Gesuiti per ‘la maggior gloria di Dio’

Quando si parla delle persecuzioni che tanti nostri fratelli subirono in Europa dopo che scoppiò la Riforma non si può non parlare dei Gesuiti, chiamati anche Compagnia di Gesù e a ragione soprannominati ‘gli uomini del papa’ per la loro cieca ubbidienza al papa. E questo perché essi furono coloro che più di altri si diedero da fare con il permesso del papa per estirpare il ‘protestantesimo’ da dove si era diffuso e convertire al cattolicesimo coloro che lo avevano abbandonato. Vediamo dunque di dare qualche cenno storico e dottrinale su questo ordine della chiesa cattolica romana tuttora esistente nel suo seno e tuttora molto influente in essa.

Il fondatore di questo ordine fu uno spagnolo di nome Ignazio Loyola (1491 ca. – 1556). Costui assieme a dieci suoi amici che egli aveva reclutato per formare un ordine che doveva avere come obbiettivo la conversione degli infedeli, dopo avere assieme a loro redatto gli statuti della loro Società ed averla chiamata ‘Compagnia di Gesù’ ne chiese l’approvazione a Paolo III il quale gliela accordò il 17 settembre del 1540. Ai tre voti ordinari di castità, di povertà e di obbedienza, la società ne aggiunse un altro. Essa giurava di ‘votare la sua vita al servizio costante di Cristo e dei papi, di combattere sotto la bandiera della Croce, di servire solo il Signore e il romano pontefice, suo vicario in terra; essa s’impegnava d’obbedire al papa ed i suoi successori in tutto quanto concerneva la salvezza delle anime e la propagazione della fede, qualunque fossero i paesi ove li avrebbero condotti gli ordini di Sua Santità’. Così il papa si trovò a sua disposizione un ordine pronto a tutto pur di difendere i suoi interessi che in quel tempo erano fortemente attaccati dai Protestanti le cui idee si erano diffuse per tutta l’Europa.

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L’ordine era strutturato gerarchicamente. Al suo vertice c’era il generale. Egli aveva il diritto di fare le costituzioni e le regole, conferiva tutte le cariche, regolava ed ordinava a suo piacimento tutta la società; tutta l’autorità dei provinciali e degli altri superiori dipendeva da lui; poteva dispensare dalle costituzioni e dai voti; insomma era un monarca assoluto a cui tutti dovevano una obbedienza cieca. Il primo generale fu Ignazio Loyola.

Il corpo della compagnia era composto da quattro categorie o gradi. La prima categoria o grado era quella dei preti professi che avevano pronunciato i tre voti solenni di povertà, castità, e obbedienza e aveva fatto uno speciale voto di ubbidienza al papa. Anche se tutti i Gesuiti erano tenuti ad ubbidire al papa i preti professi facevano questo particolare voto. Solo i Gesuiti di questa categoria potevano accedere alla carica di generale e ai posti immediatamente inferiori.

La seconda categoria o grado era costituita da preti che prendevano i voti semplici, non solenni, e che non pronunciavano il quarto voto al papa. Erano chiamati coadiutori spirituali.

Il terzo grado era quello dei fratelli laici; questi non diventavano mai preti, ma prendevano i tre voti semplici ed erano incaricati del lavoro manuale nelle case: cucinare, pulire, ecc.

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La quarta categoria era quella dei giovani allievi, generalmente chiamati scolastici perché la loro preparazione avveniva attraverso le varie scuole del sapere. Alla fine dei loro studi venivano ordinati preti e a secondo dei loro progressi entravano tra i professi o tra i coadiutori spirituali.

Per entrare nell’ordine occorreva prima seguire un periodo di noviziato che durava due anni durante il quale il novizio era sottoposto ad una dura disciplina perché doveva perdere la sua individualità e mettersi interamente nelle mani del suo superiore. Chi riusciva a superare il noviziato prendeva i tre voti semplici; alcuni restavano fratelli laici, altri continuavano come scolastici per diventare professi o coadiutori spirituali. Alla fine dell’istruzione pronunciavano i voti finali; i professi aggiungevano anche il quarto voto speciale.

Gli effettivi della compagnia erano organizzati in ‘provincie’ in cui si trovavano le diverse case dell’ordine che erano di sei tipi. Le residenze (per scrittori, studiosi, superiori locali, membri a riposo o malati); le case di studio (per giovani Gesuiti); un noviziato (dove venivano esaminati e preparati gli aspiranti della provincia); e poi c’erano scuole e collegi destinati all’educazione dei laici e case per il ritiro spirituale dove i laici andavano in cerca di aiuto spirituale o per compiere delle devozioni. Ogni casa aveva un superiore (sotto cui c’erano altri superiori intermedi), e al di sopra di tutti i superiori delle case della provincia c’era un provinciale e al di sopra di tutti i provinciali c’era un assistente che risiedeva a Roma con il generale.

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18/06/2011 20:14

Ad ogni Gesuita era richiesto di ubbidire incondizionatamente al suo superiore qualunque cosa egli gli ordinasse infatti nel libro delle regole dei Gesuiti dal titolo Regulae societatis Jesu alla costituzione numero 36 si legge: ‘Ciascuno persuada sé stesso, che coloro che vivono sotto la ubbidienza, sono condotti e diretti dalla divina provvidenza; e che perciò debbono lasciare che i superiori lo trattino come se fosse un cadavere, che si lascia far tutto senza lagnarsi; ovvero come il bastone di un vecchio, il quale colui che lo tiene in mano se ne serve quando, dove, ed in qualunque cosa egli vuole’. Il Gesuita doveva vedere nella persona del superiore Gesù stesso: nella regola n° 16 e 18 si legge: ‘Non guardate nella persona del superiore l’uomo soggetto ad errare, e sottoposto alle umane miserie; ma riguardate in lui la stessa persona di Cristo, che è somma sapienza, immensa bontà, e carità infinita, il quale né può essere ingannato, né può volere ingannare voi. E siate certi che seguendo la volontà del superiore, voi seguite con tutta certezza la divina volontà. Voi dovete fermamente credere che tutto quello che il superiore comanda è precetto e volere di Dio’. Con simili regole è chiaro che il Gesuita ritenesse il suo superiore infallibile e perciò disubbidirgli per lui avrebbe significato disubbidire a Dio. E poi che il superiore si trovava nei confronti di coloro che erano alle sue dipendenze in una posizione che gli permetteva di far fare loro tutto quello che avrebbe voluto senza essere contraddetto. Inoltre, affinché il superiore conoscesse bene i suoi schiavi alla costituzione n° 40 era prescritto al Gesuita che entrava nella compagnia che egli ‘debba manifestare al superiore tutta la sua coscienza con grande umiltà, purità e carità, non nascondendo nulla di quello col quale avesse potuto offendere Iddio, e renda ad esso, od a chi sarà da lui deputato, un intero conto della sua vita precedente; ed ogni sei mesi renda poi lo stesso conto incominciando dall’ultimo’. Il Gesuita aveva inoltre l’ordine di non riferire agli esterni le cose dell’ordine. Le regole comuni n° 38 e 39 dicono infatti: ‘Nessuno riferisca a quei di fuori quello che si fa o si pensa fare fra noi. Nessuno, senza espressa licenza del superiore, comunichi le nostre costituzioni, i nostri libri, ovvero scritti nei quali si contengono le nostre ordinazioni o privilegi. Nessuno dia o mandi fuori le istruzioni spirituali, le meditazioni, o gli esercizi della società’.
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18/06/2011 20:15

L’ordine si proponeva di convertire gli eretici e i pagani tramite la predicazione, l’insegnamento e la confessione. Esso affermava di fare tutto ad majorem Dei gloriam (a maggiore gloria di Dio) il che significava a maggiore gloria del papato perché per i Gesuiti glorificare il papa – per loro il vicario di Cristo sulla terra – significava glorificare Dio. Ecco perché diversi papi concessero loro tanti privilegi e li appoggiarono; perché la loro opera tendeva a consolidare ed estendere il dominio del papato nel mondo. Ma nello stesso tempo, e questo lo si deve ben tenere presente, l’ordine procacciava pure i suoi propri fini che erano quelli di voler dominare il mondo e arricchirsi.

Ma l’ordine affermava altresì che per raggiungere i propri obbiettivi erano leciti tutti i mezzi anche quelli illeciti (o come esso affermava tutti i mezzi erano indifferenti), e quindi la menzogna [31], l’astuzia [32], il furto [33], la frode [34] e la violenza ecc. erano consentiti. Avevano una morale che giustificava il peccato con ogni sorta di sofismi, cosicché l’aborto, l’omicidio, l’adulterio, il furto, il duello, la menzogna, la doppiezza, l’idolatria, l’impurità, erano permessi in svariate circostanze e se non diventarono proprio delle virtù di certo venivano fatti passare per delle lievi colpe o per cose da nulla. Insomma il peccato nelle mani dei Gesuiti divenne irriconoscibile e nei loro libri introvabile. Per cui con le loro lusinghe si acquistarono il favore di coloro che prendevano piacere in ogni sorta di peccato. Perché questo era il loro scopo, volgere più persone dalla loro parte per dopo spogliarle dei loro beni se erano ricche e se in posti di autorità per usarsi di loro per estendere la compagnia nel loro paese. La diabolica massima il fine giustifica i mezzi era (ed è) l’essenza del gesuitismo. Si insediarono alle corti dei re e dei principi sia come predicatori che come confessori e riuscirono con la loro astuzia ad avere da loro il permesso di aprire collegi ed altre istituzioni e a persuaderli a distruggere quelli che per loro erano degli eretici.

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18/06/2011 20:16

In Italia aprirono diversi collegi, furono protetti dai principi e presero parte ai massacri dei Valdesi sia al nord che al sud d’Italia. Anche nelle altre nazioni aprirono dei collegi, e si cattivarono l’amicizia di imperatori e principi (facendogli credere che cercavano il loro interesse) per indurli a favorire la loro società e sterminare i Protestanti [35]. Quando qualche re dimostrava di favorire il protestantesimo a danno del cattolicesimo o di non gradire la ‘Compagnia di Gesù’ nel suo paese essi erano pronti a toglierlo di mezzo o ad incoraggiare altri a farlo. Perché anche questo era permesso ad majorem Dei gloriam. Suarez, uno dei loro teologi più conosciuti disse infatti che un re eretico prima può essere deposto, e dopo, se continua a regnare può essere legalmente ucciso come un tiranno.

Ecco le sue parole: ‘Ma però data che è la sentenza, (il Sovrano) è decaduto dal trono, sicché per giustizia, non può più possederlo. Fin d’allora adunque può essere trattato come un Tiranno, e come tale da qualunque privato può essere ucciso’ (Franc. Suarez, Def. Fid. Cathol. lib. VI, cap. 4) (questa diabolica dottrina si chiama regicidio). Alcuni esempi che confermano questo loro modo di agire sono i seguenti. Baldassare Gèrard, l’assassino di Guglielmo d’Orange, ‘confessò che aveva partecipato la sua intenzione al rettore del collegio dei Gesuiti di Trèves, il rettore la aveva approvata, gli aveva impartito la benedizione, assicurandolo che ove avesse perduto la vita eseguendo l’attentato, sarebbe stato compreso nel numero dei martiri’ (G. Huber, I Gesuiti, Roma 1909, pag. 134). Ma non sempre riuscirono i loro complotti contro i re; per esempio il re del Portogallo scampò all’attentato che i Gesuiti avevano ordito per ucciderlo [36] e per questo vennero espulsi con la forza dal paese, imbarcati su navi reali e sbarcati sulle coste dello Stato della chiesa e tutte le loro proprietà furono confiscate (questo avvenne tra il 1759 e il 1761). Anche in Inghilterra un tentativo di assassinare il re non ebbe il risultato che essi volevano perché fu scoperta la mina che doveva fare saltare il parlamento alla sua apertura il 7 febbraio 1605. I tre Gesuiti che erano tra i congiurati fuggirono, ma furono presi, processati e condannati a morte.

L’ordine fu soppresso (anche se i Gesuiti nella pratica continuarono a sussistere in Prussia e in Russia) da Clemente XIV nel 1773 [37] ma fu restaurato da Pio VII nel 1814. E in mezzo a molte polemiche sussiste ancora in seno alla chiesa cattolica romana [38].

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18/06/2011 20:16

COME STANNO OGGI LE COSE

Ma oggi come stanno le cose? Ancora oggi in questa nazione benché per certi versi le cose sono diverse, nella sostanza le cose non sono cambiate da come erano allora. Perché? Perché la chiesa romana, benché ufficialmente abbia moderato il suo parlare contro di noi arrivando a definirci comunità ecclesiali (non vere chiese perché la sola vera Chiesa è lei), nei fatti ci detesta considerandoci delle sette formatesi per opera di alcuni usciti dal suo mezzo o dal mezzo del protestantesimo storico.

Certo, contro di noi non ci sono persecuzioni a morte come ci furono contro tanti nostri fratelli nei secoli passati in Europa o il carcere o il confino, ma la persecuzione sussiste anche se è solo verbale nella massima parte dei casi; e non può essere altrimenti perché noi predichiamo la Parola di verità e riproviamo le eresie e le opere infruttuose della chiesa romana come fecero i nostri fratelli antichi. Ma noi non cesseremo di parlare in difesa del Vangelo e contro le false dottrine di questa organizzazione che conduce milioni di anime all’inferno. Siamo odiati, scherniti, reputati pazzi, fanatici, da persone che si chiamano ‘Cristiani facenti parte della santa chiesa apostolica’; sì fratelli é così, ma siamo felici di subire questi loro oltraggi perché Gesù ha detto: “Beati voi, quando v’oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per cagion mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio é grande ne’ cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi” (Matt. 5:11,12).

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18/06/2011 20:17

Noi sappiamo che i profeti furono perseguitati dai Giudei disubbidienti perché essi parlarono da parte del Signore. I profeti riprovarono tra le molte opere malvagie del popolo anche l’idolatria a cui esso si era abbandonato e perciò furono perseguitati, perché parlarono contro quegli spauracchi dei loro idoli per i quali gli Israeliti andavano in delirio. Perché dunque meravigliarci se i Cattolici romani ci odiano e ci oltraggiano, e se potessero ci toglierebbero di mezzo con la forza perché parliamo contro quei cadaveri dei loro idoli che essi adorano, pregano e portano in spalle nelle loro processioni? Perché meravigliarci dei loro insulti come se ci avvenisse qualcosa di strano, quando secoli addietro delle altre persone per avere riprovato e confutate le loro eresie furono derisi, odiati, e messi a morte? Fratelli, sappiate che é inevitabile che si venga perseguitati da coloro che giacciono nell’errore quando si dice loro la verità.

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18/06/2011 20:18

Infine vorrei dire – e qui torno a quello detto precedentemente – che benché oggi la chiesa cattolica romana ufficialmente non si rivolge più nei confronti di coloro che escono da lei nella stessa maniera in cui hanno parlato certi papi del passato e certi suoi dottori nei secoli passati (appoggiandosi sulle parole di Agostino), cioè dichiarando che bisogna usare la forza per fare ritornare gli apostati all’ovile o che gli eretici bisogna sterminarli in ogni maniera per estirpare così l’eresia, pure essa conserva in lei lo stesso sentimento di odio verso coloro che, dopo avere conosciuto il Signore escono dal suo mezzo e cominciano a riprovare le sue dottrine diaboliche e a cercare di strappare dalla sua bocca le anime.

Basta che li guardiate negli occhi o li sentite parlare dopo avere loro detto che Maria non la si deve pregare e non gli si deve prestare alcun culto o che il papa non è il capo della Chiesa o che è inutile confessarsi al prete o fare battezzare i fanciulli appena nati, per rendervi conto di questo. Solo che a differenza di secoli addietro, è impossibilitata ad usare la forza contro di loro per farli tornare nel suo mezzo – cioè non può mettere su l’Inquisizione come nei tempi addietro e incitare le autorità a perseguitarci o sterminarci – perché i tempi e le circostanze non glielo permettono. Ma io sono convinto che questa situazione sia solo temporanea, perché quando nel futuro le circostanze cambieranno per volere di Dio, allora i papi della chiesa cattolica romana torneranno a inebriarsi del sangue dei santi, facendoli trucidare o bruciare sui roghi, esattamente come fecero Innocenzo III o Giulio III.

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18/06/2011 20:19

Nessuno si dimentichi che la Scrittura dice che “ciò che sarà è già stato, e Dio riconduce ciò ch’è passato” (Eccl. 3:15). Da questi millenari nemici della croce di Cristo ci si può aspettare solo male, e non del bene. Chi ha orecchi da udire oda. Qualcuno dirà forse: ‘Ma allora non credi che il rinnovamento in atto nella chiesa cattolica romana sfocerà nella loro conversione? No, non ci credo per nulla; solo un piccolo numero di loro si convertiranno, ma la maggioranza rimarrà quella che è sempre stata, attaccata alla tradizione pronta a difenderla anche con le armi facendo ricorso ad ogni compromesso e ad ogni astuzia. Dalla strada che la chiesa cattolica romana ha deciso di prendere, essa non tornerà indietro.

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18/06/2011 20:19

CONCLUSIONE

Fratelli, termino questo mio scritto contro la chiesa cattolica romana facendovi partecipi di alcune cose.

Un appello alla fratellanza

Siamo negli ultimi termini dei tempi, sappiamo che deve venire l’apostasia e che i suoi albori sono già apparsi, ma molti tra di noi pare che abbiano dimenticato da tanto tempo che se l’Evangelo è potuto giungere a noi come l’abbiamo ricevuto lo dobbiamo alla grazia di Dio, il quale nel corso dei recenti secoli passati ha illuminato degli uomini qui in Europa traendoli dalle fauci del papato; degli uomini coraggiosi che benché non sempre affermarono cose giuste e vere pure ebbero in comune tutti la dottrina della giustificazione per fede. Essi formarono un potente esercito contro il quale il papato si scagliò in ogni maniera; cercò prima di persuaderli che stavano affermando il falso, poi vedendo che si mantenevano saldi in questa dottrina li scomunicò e li perseguitò. Sì, li perseguitò in ogni maniera perché li considerò eretici ed apostati, li maledisse, alcuni di loro li diede nelle mani del braccio secolare affinché fossero messi a morte.

Anche coloro che cominciarono a tradurre la Bibbia nella lingua volgare per farla conoscere al popolo furono perseguitati duramente dal papato; e questo perché la curia romana non voleva che il popolo leggesse ciò che era scritto per paura che si accorgesse degli errori da essa insegnati e perpetrati. Diversi fatti storici attestano questo. Ma grazie siano rese a Dio perché nonostante questa dura opposizione del papato la Parola di Dio si divulgò sempre di più tra i Cattolici romani che mai prima di allora l’avevano letta; e molti di essi persuasi da essa che il papa non poteva essere il vicario di Cristo e i suoi vescovi non potevano essere i successori degli apostoli si separarono dalla chiesa romana.

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18/06/2011 20:20

Ma perché dico tutte queste cose? Per ricordarvi che in quel tempo quando ancora c’erano le inquisizioni contro coloro che rifiutavano di sottostare al papa e che proclamavano che si viene giustificati per la sola fede, ci furono coloro che non si lasciarono intimidire affatto dalle minacce del papato ma con la forza che il Signore gli diede proclamarono il Vangelo e lo difesero. E se noi oggi abbiamo la grazia di leggere la Bibbia nelle nostre lingue è anche perché degli uomini nel corso dei secoli passati predicarono la Parola di Dio e la tradussero in lingua volgare quando infuriava contro di loro la persecuzione del papato. Essi dovettero affrontare tanti scherni, tante lotte, e tante persecuzioni dall’autorità papale perché difesero strenuamente il Vangelo, confutarono pubblicamente le eresie cattoliche romane anche mediante dei loro scritti e non solo a parole.

Oggi, però, da quello che vedo, in seno alla fratellanza qui in Italia le cose sono per certi versi cambiate perché troppo pochi fanno udire la loro voce di protesta in difesa del Vangelo e contro le eresie della chiesa cattolica romana. Eppure le eresie di perdizione della chiesa romana non sono né scomparse e né diminuite in questi secoli dopo la Riforma, anzi sono aumentate e non danno segno di diminuire. Vi esorto fratelli, a non abbassare la guardia, ma a vigilare in ogni cosa perché il diavolo va ancora attorno ai santi a guisa di leone ruggente cercando chi possa divorare; oggi come molti secoli fa il diavolo si usa anche della chiesa romana per sedurre le persone e per cercare di traviare i credenti. Per questo è necessario continuare a proclamare con ogni franchezza la parola della fede, e a difendere il Vangelo dai continui attacchi che la curia romana sferra contro di esso.

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18/06/2011 20:20

Oggi, più che mai bisogna darsi da fare per predicare in ogni maniera la parola della croce ai Cattolici, e per confutare pubblicamente le loro dottrine malefiche che hanno ingannato centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Bisogna farlo senza paura e senza farsi ingannare da questi continui sforzi che essa sta facendo per farci avvicinare ad essa.

Nonostante in alcuni casi hanno cambiato il vestito, ed alcuni loro atti cerimoniali e nonostante molti di loro si mettono a cantare alcuni nostri stessi cantici, si mettono a pregare non più meccanicamente come una volta, nonostante nel suo seno è sorto il movimento carismatico i cui aderenti affermano di avere ricevuto lo Spirito Santo e di credere nelle guarigioni per mezzo del nome di Gesù, pure questa organizzazione rimane sempre la stessa nella sostanza. Si mantiene in piedi con tutto il suo bagaglio di eresie, con tutta la sua pompa e con tutto il suo potere temporale; la sua arroganza è la stessa di secoli fa, la sua astuzia pure.

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18/06/2011 20:21

Faccio appello alla vostra carità affinché se fino ad ora siete stati a guardare o ad ascoltare solamente vi leviate anche voi in difesa del Vangelo, se invece il vostro sforzo si é infiacchito vi esorto a fortificarvi nella grazia di Dio ed a perseguire in questa buona lotta con l’aiuto che viene da Dio. Se invece siete indifferenti a tutto ciò vi dico di svegliarvi dal vostro sonno. Considerate per un momento gli sforzi che fanno i Cattolici per diffondere le loro eresie di perdizione; ora, se loro che non si vergognano di proclamare tante cose storte si affaticano per diffonderle e difenderle strenuamente non dobbiamo noi che abbiamo conosciuto la verità dimostrare più zelo ancora nel proclamare la verità? Se loro nella loro ignoranza cercano di confutare inutilmente la verità che noi proclamiamo, non dobbiamo noi che abbiamo ricevuto la conoscenza della verità fare di tutto per confutare le loro eresie? E’ una guerra fratelli; una guerra nella quale ciascuno mette in campo le sue armi.

I nostri nemici carnali sedotti dai nostri nemici spirituali cercano con la menzogna di annientare la verità che annunciamo pensando di riuscirci dimenticando che nulla si può fare contro la verità, perché quello che si può fare è per la verità. Noi invece che siamo stati illuminati da Dio usiamo la parola della verità per distruggere i loro vani ragionamenti che si ergono contro la conoscenza di Dio; la vittoria è nostra perché siamo in Cristo Gesù.

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18/06/2011 20:21

Non è inutile questa guerra, non è tempo sprecato combattere per il Vangelo cercando di persuadere i Cattolici romani delle cose relative al regno di Dio; il tempo lo si spreca quando si cerca il loro favore, non quando li si esorta a ravvedersi e a credere nel Vangelo.

Alcuni però si vergognano di combattere questa guerra, quasi che si trattasse di andare in guerra contro dei fratelli! Ma quali fratelli?

Altri ancora non vogliono polemizzare – questo è il verbo che usano – con i Cattolici (questo lo si sente ripetere purtroppo anche a RadioEvangelo qui a Roma). E qui mi trovo costretto a dire alcune cose. Ora, polemizzare significa, secondo il dizionario della lingua italiana, ‘discutere per il gusto di discutere, piuttosto che per arrivare ad una conclusione’ ed è un verbo che non è presente nella sacra Scrittura. Nondimeno va detto che se per non volere essere polemici si intende non volere litigare allora anche noi non vogliamo polemizzare con nessuno perché la Scrittura ci dice che il servo del Signore non deve contendere cioè non deve essere litigioso ma mite verso tutti. Ma se per non volere fare polemica si intende che non si vogliono confutare (che significa dimostrare la falsità di un’argomentazione) mediante le sacre Scritture (e la sapienza che Dio ci ha donato) pubblicamente o privatamente le tante dottrine papiste che stanno menando in perdizione milioni di anime allora noi vogliamo essere polemici o polemisti perché Gesù prima e gli apostoli poi hanno confutato le false dottrine dei loro tempi e lo fecero pure pubblicamente. Cioè essi hanno ribattuto ai loro avversari con le Scritture e con la sapienza di Dio per dimostrare che essi erravano.

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18/06/2011 20:22

Anche Apollo fece ciò infatti di lui si dice che a Corinto confutava pubblicamente i Giudei. Ma perché costoro non vogliono polemizzare (inteso nel secondo senso)? Perché hanno paura del papato, di questo impero che qui in Italia ha la sua sede centrale e che ancora oggi è in grado di procurare delle ‘noie’ a coloro che gli danno apertamente fastidio perché basta una parola del papa (che qui in Italia ha quasi tutti ai suoi piedi) a qualche ministro del Governo per scatenare una ‘persecuzione’ (anche se solo verbale) contro di loro [39].

E perciò essi si studiano di avere buoni rapporti di vicinato con il papato per non trovarsi il governo italiano contro di loro che potrebbe minacciarli di togliergli certi privilegi ottenuti dal governo (ottenuti naturalmente col permesso del papa), preferendo tacere o se non proprio tacere evitare termini o espressioni che potrebbero sembrare offensivi nei confronti della ‘santa chiesa cattolica apostolica romana’.

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18/06/2011 20:22

Per esempio non dicono chiaramente che pregare Maria, la madre di Gesù, è idolatria e che quindi coloro che la pregano e invocano sono degli idolatri sulla via che mena all’inferno; che il papa definendosi vicario di Cristo bestemmia, e che in effetti non è un ministro di Cristo ma un ministro di Satana, che i pellegrinaggi, le processioni, e tante altre devozioni cattoliche sono delle menzogne, che il purgatorio è una dottrina di demoni, e che la messa è un sacrilegio perché pretende essere la ripetizione del sacrificio di Cristo, e così via.

E se talvolta devono riprovare qualche cosa del cattolicesimo lo fanno o in tono scherzoso o superficialmente (di sfuggita) o indirettamente, ma mai con quella franchezza, gravità e pienezza di convinzione, che ci vogliono per fare capire ai Cattolici romani che ascoltano o che sono presenti nel locale di culto che rimanere attaccati al papa, a certe dottrine o devozioni significa andare all’inferno nelle fiamme.

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18/06/2011 20:23

Ricordo che un giorno, durante il periodo in cui la statua di Maria a Civitavecchia si era messa improvvisamente a ‘piangere’ sangue, mi capitò di ascoltare un programma radiofonico a RadioEvangelo in cui si parlava di questi fenomeni ‘miracolosi’. Bene, quando si trattò di dovere fare riferimento alla statua di Maria di Civitavecchia non venne menzionata per nome, però ricordo che quando si trattò di fare riferimento ad un idolo dell’Oriente (di cui si diceva operasse prodigi) che aveva pure un nome molto complicato allora il nome fu fatto! La ragione mi sembra ovvia. Insomma, costoro vogliono procacciare quella che taluni definiscono erratamente ‘pacifica convivenza fraterna’. E si vedono le conseguenze negative di questo loro atteggiamento, infatti molti fratelli non sanno come confutare i Cattolici romani anzi – voglio dire – in molti casi non vogliono confutarli perché non devono ‘polemizzare’. Ah, se questi pastori, invece che riempire di battute e di barzellette le loro predicazioni, o se invece di presentare il Vangelo con discorsi persuasivi di sapienza umana, si mettessero a confutare pubblicamente le eresie papiste così tanto radicate nei cuori delle persone in questa nazione farebbero veramente una cosa lodevole ed utile.

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18/06/2011 20:24

Io, Giacinto, termino questo mio scritto dicendo questo.

Io sono avverso a ogni dottrina perversa proclamata da questa organizzazione religiosa, che si definisce falsamente la Chiesa di Cristo, come lo furono prima di me e come lo sono tuttora molti altri in questa nazione e all’estero: e questa mia avversione l’ho manifestata in quest’occasione scrivendo contro le sue eresie con la speranza che voi fratelli nel Signore leggendo queste confutazioni possiate capire meglio cosa è il cattolicesimo, e confutarlo più efficacemente, e molti Cattolici leggendo queste confutazioni siano persuasi dal Signore stesso di essere stati ingannati e rientrando in loro stessi escano da questo carcere sotterraneo per unirsi ai santi che camminano alla luce della Parola di Dio.

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