IN SPIRITO E VERITA'

GESU' E' SPIRITO E I VERI CRISTIANI
LO ADORANO IN SPIRITO E VERITA'
 
 
 

UNIONE E COMUNIONE di John Hudson Taylor

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2015 20:13
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19/01/2015 19:41

La lode rivolta alla sposa nel verso 9 colpisce per la sua appropriatezza e bellezza:

Amica mia, io ti assomiglio
Alla mia cavalla tra i carri del Faraone.


Bisogna ricordare che i cavalli in origine furono portati dall’Egitto, e che i purosangue che ancora si trovavano in Arabia furono portati durante il regno di Salomone dai suoi mercanti per tutti i re dell’est. Quelli scelti per i carri di Faraone stesso non solo sarebbero dovuti essere della razza più pura, perfetti in proporzioni e simmetria, ma anche perfetti nell’addestramento, docili e obbedienti; l’unica volontà che essi avrebbero conosciuto era quella dell’auriga, e l’unico scopo della loro esistenza sarebbe stato quello di seguire il re ovunque egli fosse andato. Così dovrebbe essere con la Chiesa di Cristo; un corpo con molte membra, abitato e guidato da un unico Spirito; la cui testa non conosce altra volontà che la Sua; e i cui movimenti rapidi e armoniosi dovrebbero far avanzare il Suo regno nel mondo.
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 19:41

Molti anni fa un caro amico, ritornando per terra dall’est, soggiornò da Suez al Cairo nella ingombrante diligenza allora in uso. I passeggeri presero posto, una dozzina di giovani cavalli selvaggi furono imbrigliati con corde al veicolo, il conducente si mise al suo posto, fece schioccare la frusta, e i cavalli presero a correre, alcuni a destra, alcuni a sinistra, altri in avanti, facendo partire la carrozza con balzo, per poi fermarsi improvvisamente, con l’effetto di far cadere quelli che erano seduti sui sedili anteriori addosso a quelli seduti sui sedili posteriori, e viceversa. Con l’aiuto di un certo numero di arabi che corsero ai lati per indirizzare quei cavalli selvaggi nella giusta direzione, i passeggeri furono scossi e sballottati, agitati e coperti di lividi, finché, raggiunta la loro destinazione, furono troppo esausti e doloranti per concedersi il riposo di cui avevano tanto bisogno.

Non è la Chiesa di Dio oggi più simile a quei destrieri non addestrati che ai cavalli dei carri di Faraone? E se l’ostinatezza e la disunione sono manifeste nella Chiesa, c’è da meravigliarsi che il mondo giaccia ancora nel maligno, e che le grandi nazioni pagane siano a stento toccate?
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19/01/2015 19:42

Cambiando similitudine, lo Sposo continua:

Le tue guance sono belle in mezzo alle collane,
Il tuo collo è bello tra i filari di perle.
Noi ti faremo delle collane d’oro
Con dei punti d’argento.


La sposa non è solo bella e utile al suo Signore, ma anche adornata, ed è Suo diletto aggiungere altri ornamenti. I Suoi doni non sono fiori deperibili, o ciondoli privi di reale valore; l’oro più fino, l’argento più puro, e i gioielli più preziosi e durevoli sono i doni che Sposo reale fa alla Sua sposa; e questi, intrecciati tra i capelli di lei, aumentano la gioia di Colui che glieli ha donati.

Nei versi 12-14 la sposa risponde:

Mentre il re è nel suo convito,
Il mio nardo esala il suo profumo.
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19/01/2015 19:42

È nella Sua presenza e attraverso la Sua grazia che si rivela qualunque fragranza o bellezza che possa trovarsi in noi. Di Lui come fonte, attraverso Lui come strumento, e a Lui come fine, è tutto quello che è grazioso e divino. Ma Egli stesso vale molto di più di tutta le Sue opere di grazia in noi.

Il mio amico è per me come un sacchetto di mirra,
Che passa la notte sul mio seno.
Il mio diletto è per me un mazzo di fiori di alcanna
Nelle vigne di En-Ghedi.


È bene che i nostri occhi contemplino la Sua bellezza e i nostri cuori siano occupati con Lui. Nella misura in cui questo è vero per noi comprenderemo la corrispettiva verità che il Suo grande cuore è occupato con noi. Notate la risposta dello Sposo:

Come sei bella, amica mia,
Come sei bella!
I tuoi occhi sono come quelli delle colombe.
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19/01/2015 19:43

Come può lo Sposo, senza mentire, usare tali parole per una che riconosce di essere “nera come le tende di Chedar” ? E ancora più forti sono le parole dello Sposo nel capitolo 4, verso 7:

Tu sei tutta bella, amica mia,
E non c’è nessun difetto in te.


Troviamo la soluzione a questo dilemma in II Corinzi al capitolo 3. Mosè nel contemplare la gloria divina fu trasformato a tal punto che gli Israeliti non riuscivano a fissare lo sguardo sul suo volto a motivo della gloria che era sul suo volto (cfr. verso 7). “E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito” (verso 18). Ogni specchio ha due superfici; una è opaca, non riflette ed è coperta di macchie; ma quando l’altra superficie viene girata in avanti non vediamo macchie, ma vediamo la nostra immagine. Così mentre la sposa si diletta nella bellezza dello Sposo, Egli vede in Lei la Sua stessa immagine: non c’è alcuna macchia, è interamente bella. Che noi possiamo sempre mostrare questo riflesso alla Sua vista, e al mondo in cui viviamo con lo scopo di riflettere Lui.
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19/01/2015 19:43

Notate ancora le Sue parole:

I tuoi occhi sono come quelli delle colombe.


L’aquila è un uccello meraviglioso, e ha occhi stupendi, acuti e penetranti; ma lo Sposo non desidera gli occhi di un’aquila nella Sua sposa. I teneri occhi della colomba innocente sono quelli che Egli ammira. Fu nelle sembianze di una colomba che lo Spirito Santo venne sopra di Lui al Suo battesimo in acqua, e il carattere della colomba è quello che Egli cerca in ciascuno nel Suo popolo.
Il motivo per cui a Davide non fu permesso di costruire il Tempio fu molto significativo. La sua vita non era affatto perfetta; i suoi errori e i suoi peccati ci sono stati fedelmente tramandati dallo Spirito Santo. Essi furono per lui causa di castigo da parte di Dio, eppure non fu per questi che non gli fu consentito di costruire il Tempo, quanto piuttosto per il suo spirito guerriero; e questo nonostante molte delle sue battaglie, se non tutte, furono per stabilire il Regno di Dio e l’adempimento delle Sue promesse ad Abrahamo, Isacco e Giacobbe. Soltanto Salomone, il Principe della Pace, poté edificare il Tempio. Se vogliamo essere pescatori d’anime ed edificare la Chiesa, che è il Suo Tempio, notiamo questo: non mediante discussioni, né mediante litigi, ma solamente innalzando Cristo porteremo gli uomini a Lui.
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19/01/2015 19:43

Veniamo ora alla risposta della sposa. Egli l’ha definita bella; saggiamente e a ragione ella risponde:

Come sei bello, amico mio, come sei amabile!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
Le travi delle nostre case sono di cedro,
I nostri soffitti sono di cipresso.


Lo sposo risponde:

Io sono la rosa di Sharon,
Il giglio delle valli.
Quale un giglio tra le spine,
Tale è l’amica mia tra le fanciulle.


Al che la sposa replica ancora:

Qual è un melo tra gli alberi del bosco,
Tal è l’amico mio fra i giovani.
Io desidero sedermi alla sua ombra,
Il suo frutto è dolce al mio palato.

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19/01/2015 19:44

Il melo è un magnifico albero sempreverde, che dà una piacevole ombra e dei frutti rinfrescanti. Ombra, ristoro e riposo ella trova in Lui. Che contrasto tra la sua presente condizione e sentimenti e quelli con i quali era iniziato il discorso! Egli ben conosceva la causa delle paure della sposa: la sua mancanza di fiducia derivava dalla sua mancanza di conoscenza dello Sposo, così Egli l’ha presa in disparte, e nella dolcezza della loro comunione le paure i sospetti sono svaniti come la nebbia del mattino prima del sorgere del sole.
E ora che ella ha imparato a conoscerLo, riceve un’ulteriore prova del Suo amore. Egli non si vergogna a riconoscerla pubblicamente.

Egli mi ha condotta nella casa del convito,
L’insegna che stende su di me è amore.


La casa del convito è ora appropriata come inizialmente lo erano le camere del Re. Senza timore e senza vergogna ella può sedersi al Suo fianco, è la Sua sposa riconosciuta, la Sposa che Egli ha scelto. Contemplando l’immensità del Suo amore ella esclama:
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19/01/2015 19:44

Fortificatemi con schiacciate d’uva passa,
Sostentatemi con mele,
Perché sono malata d’amore.
La sua sinistra sia sotto il mio capo,
la sua destra mi abbracci!


Ora ella riconosce che benedizione è appartenerGli. Non appartiene più a se stessa, ma trova riposo soltanto nel suo Sposo.

Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro
Per le gazzelle, per le cerve dei campi,
Non svegliate, non svegliate l’amore mio,
Finché lei non lo desideri!


Non è mai per Sua volontà che il nostro riposo in Lui è disturbato.

Tu puoi sempre dimorare,
Se lo vuoi, presso Gesù;
Nel segreto della Sua presenza
Puoi in ogni momento trovar riparo.


Il Suo amore non cambia; Egli è lo stesso ieri, oggi, e in eterno (Ebrei 13:8). Egli ci promette: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5); e la Sua sincera esortazione, e comandamento, è “dimorate in me, e Io dimorerò in voi” (Giovanni 15:4).
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19/01/2015 19:45

PARTE 2



COMUNIONE INFRANTA. RISTORAZIONE

Cantico dei Cantici 2:8 - 3:5



“Perciò bisogna che ci atteniamo ancor di più alle cose udite, che talora non siamo portati via lontano da esse” (Ebrei 2:1).

Alla fine della prima parte abbiamo visto la sposa soddisfatta, riposare tra le braccia del suo Amato, il quale aveva raccomandato alle figlie di Gerusalemme di non svegliare la Sua amata finché lei non desiderasse essere destata. Potremmo supporre che un’unione tanto completa, una soddisfazione così piena, non potrebbe mai essere interrotta per qualche mancanza da parte della sposa felice. Ma, ahimè, l’esperienza della maggior parte di noi mostra quanto facilmente la comunione con Cristo può essere infranta, e quanto sono necessarie le esortazioni del nostro Signore per quelli che sono i tralci della vera Vigna, e sono lavati mediante la Parola che Egli ha annunciato, affinché dimorino in Lui. La mancanza non è mai da parte Sua. “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20). Ma, piuttosto, spesso la sposa dimentica le esortazioni che le sono state rivolte nel Salmo 45 (versi 10-11):

Ascolta, fanciulla, guarda e porgi l’orecchio;
Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre,
E il Re desidererà grandemente la tua bellezza;
Prostrati davanti a Lui, perché Egli è il tuo Signore.
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19/01/2015 19:45

In questa parte, la sposa si è allontanata dalla sua posizione di benedizione, verso uno stato di mondanità. Forse il riposo stesso della gioia che ha appena scoperto l’ha fatta sentire troppo sicura; forse ha pensato che l’esortazione “Figlioletti, guardatevi dagli idoli” (1 Giovanni 5:21) non la riguardava personalmente. Oppure deve aver pensato che l’amore per le cose del mondo doveva essere stato definitivamente annientato, cosicché ora fosse possibile per lei tornare indietro senza pericolo, e, con qualche piccolo compromesso da parte sua, potesse convincere anche i suoi amici a seguire il suo Signore. Forse non ha neppure pensato tanto: felice di essere stata salvata e liberata, ha dimenticato che la corrente - la direzione di questo mondo - è contro di lei; e inconsciamente è scivolata, trascinata indietro in quello stato dal quale era stata chiamata e liberata. Quando la corrente è contro di noi, non è necessario girare la barca per andare alla deriva; né, durante una gara, è necessario che un atleta corra in senso opposto, per perdere il premio.
Ah, quanto spesso il nemico riesce, tramite questo o quell’altro mezzo, a tentare il credente portandolo via da quella posizione di completa consacrazione a Cristo, nella quale soltanto è possibile sperimentare la pienezza della Sua potenza e del Suo amore. Dico la pienezza della Sua potenza e del Suo amore; poiché egli può non aver smesso di amare il suo Signore. Nel passaggio che abbiamo davanti, la sposa Lo ama ancora sinceramente, ma non completamente; ella avverte ancora una potenza nella Sua Parola, sebbene ella non obbedisca più con immediatezza.
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19/01/2015 19:46

Non si rende conto di quanto male sta facendo al suo Signore, e quanto è reale il muro che li separa.
La mondanità le sembra una piccola cosa; non ha realizzato la solenne verità dei molti passaggi della Parola di Dio che parlano con schiettezza della follia, del pericolo, del peccato dell’amicizia col mondo. “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1 Giovanni 2:15). “O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Giacomo 4:4). “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Belial? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? . . . Perciò:

Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore,
E non toccate nulla d’immondo,
Ed Io vi accoglierò,
E sarò come un Padre per voi,
E voi sarete per Me come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente”.

(2 Corinzi 6:14-18).
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19/01/2015 19:46

Dobbiamo prendere una decisione: non possiamo godere del mondo e di Cristo. La sposa non ha imparato questo: ella resta volentieri in comunione con entrambi, senza preoccuparsi della loro incompatibilità. Ella osserva con gioia l’avvicinarsi dello Sposo:

Ecco la voce del mio amico! Eccolo che viene,
Saltando per i monti, balzando per i colli.
L’amico mio è simile a una gazzella, o a un cerbiatto.
Eccolo, egli sta dietro il nostro muro, e guarda per la finestra,
Lancia occhiate attraverso le persiane.


Il cuore della sposa sussulta sentendo la voce del suo Amato che viene in cerca di lei. Egli ha attraversato le colline; si avvicina a lei; Egli sta dietro il muro; osserva anche attraverso le finestre; con parole dolci e toccanti la chiama a Sé. Egli non la rimprovera: le Sue tenere suppliche affondano nei suoi ricordi:

Il mio amico parla e mi dice:
“Alzati, amica mia, mia bella, e vieni,
Poiché, ecco, l’inverno è passato,
Il tempo delle piogge è finito, se n’è andato;
I fiori spuntano sulla terra,
Il tempo del canto è giunto,
E la voce della tortora si fa udire nella nostra campagna.
Il fico ha messo i suoi frutti,
Le viti fiorite esalano il loro profumo.
Alzati, amica mia, mia bella, e vieni”.
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19/01/2015 19:46

Tutta la natura è sensibile al ritorno dell’estate, e tu, Sposa Mia, resterai insensibile al Mio amore?

Alzati, amica mia, mia bella, e vieni.


Può una tale supplica essere fatta invano? Ahimè, può esserlo, e lo fu!

Con parole ancor più toccanti lo Sposo continua:

Mia colomba, che stai nelle fessure delle rocce,
Nel nascondiglio delle balze,
Mostrami il tuo viso,
Fammi udire la tua voce;
Poiché la tua voce è soave, e il tuo viso è bello.


Che pensiero meraviglioso, che Dio desideri comunione con noi! E che Egli, il cui amore un tempo Lo rese l’Uomo di Dolori, ora può essere l’Uomo delle Gioie mediante la devozione amorevole dei cuori umani.
Ma per quanto sia forte il Suo amore, e struggente il Suo desiderio per la Sua sposa, Egli non può andare oltre. Dov’è ella adesso Egli non può raggiungerla. Ma certamente ella tornerà a Lui. Non ha Egli forse diritto su di lei? Ella, che sente e gioisce del Suo amore, lascerà che il Suo desiderio non conti nulla per lei? Poiché, notiamo, qui non è la sposa che cerca invano il suo Signore, ma è lo Sposo che sta cercando lei. Oh, che Egli non la cerchi invano!
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19/01/2015 19:47

Prendete le volpi, le piccole volpi che danneggiano le vigne,
Perché le nostre vigne sono in fiore.


Egli continua. I nemici possono essere piccoli, ma il danno fatto è grande. Un piccolo rametto in fiore, tanto piccolo da essere notato a malapena, può essere facilmente rovinato, ma così la fruttuosità dell’intero ramo può essere distrutta per sempre. E quanto sono numerose quelle piccole volpi! Piccoli compromessi con il mondo; disobbedienza nelle piccole cose alla piccola e ferma voce dello Spirito del Signore; qualche piccola condiscendenza della carne a trascurare il dovere; qualche piccola deviazione nella propria condotta; fare il male nelle piccole cose cosicché ne venga il bene; e la bellezza e la fruttuosità della vigna sono sacrificate!
Nella risposta della sposa abbiamo una triste illustrazione dell’illusorietà del peccato. Invece di correre a incontrarLo, prima consola il proprio cuore ricordando la Sua fedeltà, e la sua unione con Lui:

Il mio amico è mio, e io sono sua:
Di lui, che pastura il gregge fra i gigli.
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19/01/2015 19:47

La mia posizione, ella dice, è di sicurezza, non devo preoccuparmene. Egli è mio, e io sono Sua; e niente può alterare quella relazione. Posso trovarLo ora in ogni momento, Egli nutre il Suo gregge tra i gigli. Mentre il sole della prosperità risplende su di me posso con sicurezza godere di questo tempo qui senza di Lui. Se la prova e l’oscurità dovessero giungere, Egli certamente non mi abbandonerà.

Prima che spiri la brezza del giorno e che le ombre fuggano,
Torna, amico mio,
Come la gazzella o il cerbiatto
Sui monti che ci separano!


Senza preoccuparsi del desiderio del Suo Amato, ella pensa di poter aspettare ancora un po’ prima di dimorare nel Suo amore; e lo Sposo, addolorato, si allontana!
Povera sposa stolta! Presto si renderà conto che le cose che una volta la soddisfacevano ora non possono soddisfarla più; e che è più facile far orecchio da mercante alla Sua tenera chiamata che richiamare a sé o trovare il suo Signore assente.
Il giorno divenne freddo, e le ombre fuggirono; ma Egli non ritornò. Allora nella notte solenne ella scoprì il suo errore: era buio, e lei era sola. Ritirandosi per riposare spera ancora nel Suo ritorno; ma non ha ancora imparato la lezione che la mondanità è un ostacolo insormontabile alla piena comunione.
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Sesso: Femminile
19/01/2015 19:48

Sul mio letto, durante la notte, ho cercato il mio amore;
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.


Ella attende e si stanca: la Sua assenza diventa insopportabile:

Ora mi alzerò, e andrò attorno per la città,
Per le strade e per le piazze;
Cercherò il mio amore;
L’ho cercato ma non l’ho trovato.


Quanto è diversa la sua posizione da quella che sarebbe dovuta essere! Invece di cercare lo Sposo sola, desolata, e nel buio, avrebbe potuto correrGli incontro alla luce del sole, appoggiandosi sul Suo braccio. Quando la sua comunione era compromessa, aveva scambiato la vista parziale del Suo Amato attraverso la finestra con la gioia del Suo abbraccio e la Sua pubblica confessione di averla scelta come Sua sposa!

Le guardie che vanno attorno per la città mi hanno incontrata;
E ho chiesto loro: “Avete visto il mio amore?”
Di poco le avevo passate,
Quando trovai il mio amore.

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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 19:48

Ella aveva obbedito al Suo comando: “Alzati, e vieni”. Senza temere il Suo rimprovero, Lo stava cercando nel buio; e quando inizia a confessare al Suo Signore, presto Lo trova e viene ristorata nel Suo favore:

Io l’ho preso, e non lo lascerò,
Finché non l’abbia condotto in casa di mia madre,
Nella camera di colei che mi ha concepita.


La Gerusalemme celeste è la madre di noi tutti. Lì la comunione non è vissuta in modo carnale o con ostinata indulgenza.
Questa parte si conclude con la comunione completamente ristorata come era al principio, con l’amorevole richiesta dello Sposo affinché nessuno disturbi la Sua sposa:

Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
Per le gazzelle, per le cerve dei campi,
Non svegliate, non svegliate l’amore mio,
Finché lei non lo desideri!
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 19:49

Che tutti noi possiamo, mentre viviamo quaggiù nel mondo senza appartenergli, trovare la nostra dimora nei luoghi celesti nei quali siamo seduti con Cristo (cfr. Efesini 2:6). Inviati nel mondo per testimoniare del nostro Signore, sforziamoci di rimanere come stranieri qui, pronti a confessare Lui come il vero oggetto della devozione delle nostre anime.

Oh, quanto amabili sono le Tue dimore,
O Eterno degli eserciti!
L'anima mia anela e si strugge per i cortili dell’Eterno;
Il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia al DIO vivente . . .
Beati coloro che abitano nella Tua casa e Ti lodano del continuo . . .
Un giorno nei Tuoi cortili val più che mille altrove;
Io preferisco stare sulla soglia della casa del mio DIO,
Che abitare nelle tende degli empi.
Perché l’Eterno DIO è sole e scudo;
L’Eterno darà grazia e gloria;
Egli non rifiuterà alcun bene a quelli che camminano rettamente.
O Eterno degli eserciti,
Beato l’uomo che confida in Te!

(Salmo 84).
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 19:49

PARTE 3



LA GIOIA DELLA COMUNIONE ININTERROTTA

Cantico dei Cantici 3:6 - 5:1



O Gesù, meraviglioso Re,
Celebre Conquistatore.
Ineffabile la Tua dolcezza,
Nella quale ogni letizia si trova!
Te, Gesù, possano le nostre voci benedire;
Te solo possiamo noi amare;
E sempre nelle nostre vite mostrare
L’immagine Tua.
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