IN SPIRITO E VERITA'

GESU' E' SPIRITO E I VERI CRISTIANI
LO ADORANO IN SPIRITO E VERITA'
 
 
 
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UNIONE E COMUNIONE di John Hudson Taylor

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2015 20:13
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:08

Io ti ho svegliata sotto il melo,
Dove tua madre ti ha partorito.


Egli trova piacere nella sua bellezza, ma non è tanto quella la causa, quanto l’effetto del Suo amore; poiché Egli l’ha presa quando non aveva bellezza. L’amore che l’ha resa quello che è diventata, e che ora prende piacere in lei, non è un amore incostante, né ella deve temere che possa cambiare.
Con gioia la sposa comprende la verità, cioè che ella appartiene a Lui, ed esclama:

Mettimi come un sigillo sul tuo cuore,
Come un sigillo sul tuo braccio;
Perché l’amore è forte come la morte,
La gelosia [amore ardente] è dura [trattiene] come lo Sceol;
I suoi ardori sono ardori di fuoco,
Fiamma dell’Eterno.


Il Sommo Sacerdote portava i nomi delle dodici tribù di Israele sul suo cuore; ogni nome era inciso come sigillo nella costosa e indistruttibile pietra scelta da Dio; ogni sigillo o pietra era incastonata nell’oro più puro; allo stesso modo, Egli portò gli stessi nomi sulle sue spalle, indicando che l’amore e la forza del Sommo Sacerdote erano a garanzia delle tribù di Israele. Lo Sposo è per la sposa il Suo Profeta, Sacerdote, e Re, poiché “l’amore è forte come la morte”. Non che ella dubiti della costanza del suo Amato, ma ha constatato, ahimè!, l’incostanza del proprio cuore; e così desidera di essere legata al cuore e al braccio del suo Amato con catene e sigilli d’oro, con l’emblema della divinità. Perciò il Salmista pregava: “legate la vittima della solennità e portatela ai corni dell’altare” (Salmo 118:27).
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:09

Possiamo dire che è facile portare il sacrificio all’altare che santifica l’offerta, ma serve la coercizione divina - le corde dell’amore - perché esso rimanga lì. Così, qui la sposa si dispone e si fissa sul cuore e sul braccio di Colui che d’ora in poi per lei è “tutto in tutti”, cosicché ella può per sempre aver fiducia solo in quell’amore, ed essere sostenuta solo per quella forza.
Non abbiamo tutti bisogno di imparare una lezione da questo? E di pregare di essere preservati dal tornare (parlando per simboli) a cercare aiuto in Egitto, confidando in carri e cavalli, e sperando nei prìncipi, nei figli degli uomini, anziché nell’Iddio vivente? Come i Re di Israele, che avevano vinto grandi battaglie per fede, ma a volte andavano proprio da quelle nazioni pagane anni più tardi! Il Signore preservi il Suo popolo da questa trappola.

La sposa continua: “I suoi ardori sono ardori di fuoco, fiamma dell’Eterno” (versione Luzzi). È bene notare che questa è l’unica occasione in cui è menzionato il nome “Eterno”. Ma come ometterlo qui? Poiché l’amore è di Dio, e Dio è amore.
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:09

Alla sua richiesta, lo Sposo risponde con parole rassicuranti:

Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore,
I fiumi non potrebbero sommergerlo.
Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore,
Sarebbe del tutto disprezzato.


L’amore che la grazia ha portato nel cuore della sposa è in sé stesso divino e persistente; le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né potrebbero i fiumi sommergerlo. Sofferenza e dolore, lutto e privazione possono mettere alla prova la sua costanza, ma non lo spegneranno. La sua sorgente non è umana o naturale; come fuoco, è nascosto con Cristo in Dio. “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà l’afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? . . . Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati. Infatti io sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né potenze, né cose presenti, né cose future, né altezze, né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:35-39). Il nostro amore verso Dio è reso sicuro dall’amore di Dio per noi. Per l’anima davvero salvata per grazia, nessun tentativo di farle abbandonare l’amore di Dio avrà successo. “Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore, sarebbe del tutto disprezzato”.
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:10

Liberata dall’ansietà sulla propria perfetta fedeltà, la sposa felice chiede poi guida, e comunione nel servizio con il suo Signore, verso coloro che non hanno ancora raggiunto la sua posizione.

Noi abbiamo una piccola sorella,
Che non ha ancora mammelle;
Che cosa faremo per la nostra sorella,
Nel giorno in cui si parlerà di lei?


Quanto appare meravigliosamente l’unione della sposa con lo Sposo in queste espressioni. “Abbiamo una piccola sorella”, non “io ho...”; e ancora: “che cosa faremo...”. Ella non ha più relazioni private o interessi privati; in tutte le cose è una con Lui. E vediamo un ulteriore sviluppo della grazia nella domanda stessa. Verso la conclusione dell’ultima parte ella riconosce lo Sposo come suo Maestro. Ella non decide per conto proprio sul da farsi per la sorella, ma chiede il Suo consenso; apprenderà così quali sono i Suoi pensieri, e avrà comunione con Lui nei Suoi piani.
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:10

Quante ansietà e preoccupazioni si risparmierebbero i figli di Dio se imparassero ad agire in questo modo! Non è vero forse che spesso cerchiamo di prendere le migliori decisioni possibili, di realizzarle nel modo migliore, sentendo il grande peso della responsabilità del servizio, e chiedendo sinceramente a Dio di aiutarci? Ma se Egli sarà sempre il nostro Maestro nel servizio, e lasceremo a Lui la responsabilità, la nostra forza non verrà meno per le preoccupazioni e le ansietà, ma sarebbe tutto a Sua disposizione, per adempiere i Suoi scopi.

Nella “piccola sorella”, ancora immatura, non vediamo forse gli eletti di Dio, dati a Cristo da Dio Padre, quando non sono ancora in quella relazione salvifica con Lui? E forse anche quei “bambini” in Cristo che devono ancora essere alimentati con latte anziché con cibo solido (cfr. 1 Corinzi 3:1 e seg.), ma che, cresciuti con cura, diverranno credenti con esperienza, adatti al servizio per il Signore? Allora essi saranno chiamati al servizio per cui il Signore li ha preparati.
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:10

Lo Sposo risponde:

Se è un muro,
Costruiremo su di lei una torretta d’argento;
Se è un uscio,
La chiuderemo con una tavola di cedro.


In questa risposta lo Sposo riconosce con dolcezza la Sua unità con la Sua sposa, nello stesso modo in cui ella aveva dimostrato di essere cosciente della sua unità con Lui. Quando ella chiede: “Che cosa faremo per la nostra sorella?”, Egli risponde: “Noi costruiremo. . . chiuderemo. . .”, cioè non eseguirà i Suoi piani di grazia noncurante della Sua sposa, ma opererà con e per mezzo di lei. Cosa può essere fatto per questa sorella, comunque, dipende da quello che diventerà. Se “un muro”, cioè salda sul vero fondamento, forte e stabile, ella sarà adornata e bella con finimenti d’argento; ma se sarà instabile e smossa facilmente come “una porta”, questo trattamento non sarà possibile, né adatto; dovrà essere chiusa con “tavole di cedro”, circondata con vincoli, per la sua protezione.
La sposa, rallegrandosi, risponde: “io sono un muro”, ella conosce il fondamento sul quale è edificata, non ci sono “se” nel suo caso: ella è consapevole di aver trovato favore agli occhi del suo Amato. La benedizione di Neftali è sua: il favore dello Sposo è su di Lei, “io sono stata ai Suoi occhi come chi ha trovato pace”.
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Sesso: Femminile
19/01/2015 20:11

Ma cosa impariamo dalla relazione di questa felice consapevolezza con i versi che seguono?

Salomone aveva una vigna a Baal-Amon;
Egli affidò la vigna a dei guardiani,
Ognuno dei quali portava, come frutto, mille sicli d’argento.
La mia vigna, che è mia, sta davanti a me.
Tu, Salomone, tieni per te i tuoi mille sicli,
E ne abbiano duecento quelli che guardano il frutto della tua!


Si tratta di una relazione di grande importanza, che ci insegna che ciò che la sposa era (per grazia) ha più importanza di quello che aveva fatto; e che ella non operò per guadagnare il favore, ma anzi, essendole stato garantito il favore, mette tutto il suo amore nel servizio. La sposa conosce la sua relazione che la lega al suo Signore, e il Suo amore per lei; e nel dirGli di tenere per sé i sicli d’argento, la sua preoccupazione è che la sua vigna non produca meno frutto per il Re rispetto a quanto produce l’altra Sua vigna di Baal-Amon; la vigna della sposa è ella stessa, e desiderava portare per il suo Signore molto frutto. Ella vede, inoltre, che i guardiani della vigna, i suoi compagni di lavoro nei campi, che ministrano la parola e la dottrina, sono ben ripagati; ella non mette la museruola al bue che trebbia il grano; una decima piena, anzi doppia, era la porzione di coloro che avevano i frutti e lavoravano nella vigna insieme a lei.
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:11

Non sappiamo quanto a lungo sia durato questo felice servizio, e quando si sia concluso; soltanto Colui che chiama i Suoi servitori a lavorare nei giardini, e a coltivarli per Lui - come Adamo fu posto nel paradiso di Dio - conosce il termine di questo servizio. Presto o tardi il riposo verrà, il peso e il calore dell’ultimo giorno saranno svaniti, l’ultimo conflitto finirà, e la voce dello Sposo sarà udita rivolgersi alla Sua amata:

Tu che abiti nei giardini,
I compagni stanno attenti alla tua voce!
Fammela udire!


Il tuo servizio tra i tuoi compagni è finito; hai combattuto il buon combattimento, hai serbato la fede, hai finito la tua corsa (cfr. 2 Timoteo 4:7); ora ti è riservata la corona della giustizia, e lo Sposo stesso sarà la tua straordinaria ricompensa!
Ben può la sposa farGli udire la sua voce mentre, correndo a incontrarLo, grida:

Fa’ presto, mio diletto
E sii simile a una gazzella o a un cerbiatto,
Sui monti degli aromi!

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Post: 3.052
Sesso: Femminile
19/01/2015 20:12

Ella non Gli chiede più, come nella seconda parte:

Torna, amico mio, come la gazzella o il cerbiatto
Sui monti di Bether [cioè, della separazione]


La sposa non hai più desiderato il Suo allontanamento, poiché non ci sono monti di Bether per coloro che dimorano in Cristo; ora sono i monti degli aromi. Colui che abita nelle lodi di Israele che si innalzano, come il profumo dell’incenso, dal cuore del Suo popolo, è invitato dalla Sua sposa a far presto, a venire con rapidità, ed essere come una gazzella o un cerbiatto sui monti degli aromi.
Molto dolce è la presenza del nostro Signore, che per il Suo Spirito abita nel Suo popolo, mentre Lo serviamo quaggiù; ma sul sentiero molte sono le spine a cui dobbiamo fare attenzione; ed è bene che soffriamo ora con il nostro Signore, affinché possiamo anche essere glorificati insieme a Lui. Si avvicina, comunque, il giorno in cui Egli ci porterà con sé nei giardini celesti del palazzo del grande Re. Lì, i figli di Dio “non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (Apocalisse 7:16-17).

Lo Spirito e la sposa dicono: Vieni! . . .
Sì, vengo presto!
Amen; vieni, Signore Gesù!

(Apocalisse 22:17-20)
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19/01/2015 20:13


APPENDICE

Le Figlie di Gerusalemme



Una domanda posta di frequente è: chi rappresentano le figlie di Gerusalemme?

Esse certamente non sono la sposa, eppure non sono tanto lontane da lei. Esse sanno in che luogo lo Sposo conduce il Suo gregge per farlo riposare la notte; ad esse Egli si rivolge per chiedere loro di non svegliare la Sua amata durante il suo riposo, mentre dimora in Lui; esse spostano la loro attenzione sullo Sposo quando Egli appare con dignità e gloria dal deserto; i loro doni d’amore adornano il Suo carro; la sposa chiede aiuto a loro per trovare il suo Amato, e, toccate dalla descrizione della bellezza dello Sposo, esse la aiutano nella ricerca; esse descrivono appieno la bellezza della sposa, ma, d’altra parte, non le troviamo mai impegnate con la persona dello Sposo; Egli non è “tutto in tutti” in loro; esse badano alle cose esteriori e carnali.
Non rappresentano dunque coloro che, se non salvati, sono molto vicini ad esserlo? O, se salvati, sono solo quasi salvati? Che si preoccupano al presente più delle cose di questo mondo che delle cose di Dio? Curare i propri interessi, assicurare il proprio benessere, gli importa di più che piacere a Dio in ogni cosa. Essi forse potranno far parte di quella moltitudine di cui si parla in Apocalisse 7:9-17, che viene dalla grande tribolazione, ma non faranno parte dei centoquarantaquattromila (le “primizie a Dio e all’Agnello”, cfr. Apocalisse 14:1-5), poiché hanno dimenticato l’avvertimento del nostro Signore in Luca 21:34-36; e dunque non sono “ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Essi non hanno, come Paolo, ritenuto “che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù” (Filippesi 3:8), e dunque essi non giungono a partecipare a quella risurrezione, che Paolo temeva di poter perdere, ma pure cercava di prepararsi per essa.

Desidero far conoscere a tutti la nostra solenne convinzione che non tutti coloro che sono Cristiani, o pensano di essere tali, saranno in grado di giungere alla risurrezione di cui Paolo parla in Filippesi 3:10, o incontreranno il Signore nell’aria. Ma a coloro le cui vite di consacrazione manifestano che essi non sono del mondo, ma sono in attesa del Suo ritorno, apparirà senza peccato, per la loro salvezza (Ebrei 9:28).

fine
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