IN SPIRITO E VERITA'

GESU' E' SPIRITO E I VERI CRISTIANI
LO ADORANO IN SPIRITO E VERITA'
 
 
 

GENESI

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2011 17:40
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26/06/2011 17:07

E' ovvio che funzionalmente anche noi possiamo rientrare nella categoria degli animali ed essere classificati come mammiferi. Noi allattiamo i nostri piccoli come fanno loro, ma tutto ciò è dovuto essenzialmente al fatto che abitiamo lo stesso ambiente e che entrambi siamo stati creati nel sesto giorno, per cui anche le nostre funzioni vitali devono forzatamente essere molto simili. Ci sono però delle capacità proprie dell'uomo che non esistono in nessun'altra creatura; ed una di queste è la nostra superiorità mentale. Noi possiamo pensare a cose che non esistono, far progetti, o avere ricordi del passato, e quindi impostare la nostra vita in funzione del tempo andato ed in vista del futuro, cosa che gli animali non possono fare perché vivono soltanto al presente. Abbiamo anche un linguaggio molto sviluppato, per cui possiamo esprimerci anche attraverso l'arte e la cultura. Viviamo le nostre vite secondo un codice morale, che può generare in noi sensi di gratificazione o di colpa; cosa anche questa che non ha paralleli nel mondo animale. La Bibbia ci parla degli ultimi giorni di questo vecchio mondo, come di quelli in cui l'uomo ha perso la capacità di arrossire. Si tratta del segno del massimo degrado morale, che accadrà nel tempo in cui nessuno più si vergognerà del suo peccato. Purtroppo gli esseri umani moralmente possono diventare anche peggiori degli animali. Nessun animale ha concepito armi di distruzione di massa; ed anche se si uccidono a vicenda lo fanno solo quando è necessario per sopravvivere. Non è mai accaduto che una specie animale decidesse di sterminarne un'altra. Non è così tra gli uomini. Ho visto ad Auschwitz una stanza che aveva solo due porte: una per l'entrata e l'altra per l'uscita; non c'era nessuna finestra. Dalle docce sistemate sul soffitto usciva un gas che ogni volta uccideva duecentocinquanta tra uomini donne e bambini. Una volta uccisi i loro capelli erano usati per fare cuscini, ed il loro grasso per fare sapone. Se per caso qualcuno aveva dei tatuaggi con la sua pelle si costruiva un paralume; l'eventuale oro di denti era mandato in banca e, con quel che restava, dopo essere stato bruciato in un forno, con le ceneri si facevano dei fertilizzanti. Tutto ciò accadeva nel tempo di un'ora e mezza; nessun animale si è mai comportato così.

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26/06/2011 17:07

Noi siamo creature strane, siamo capaci d'amore altruista e nello stesso tempo anche del più basso egoismo. Tutto questo ci lascia al tempo stesso sia perplessi sia sconvolti, e ci chiediamo qual'è il nostro ruolo in questa gran commedia. Ci chiediamo perché in ogni uomo vi sia un istinto sensuale ed uno spirituale, perché siamo continuamente trasportati tra naturale e soprannaturale tanto da far nascere in noi dei conflitti anche molto forti. Come mai dentro ogni uomo è sempre in atto una specie di guerra civile che vede contrapposti cielo e terra, con una forza che ci tira verso l'alto, ma che ci lascia in ogni caso ancorati al basso.

Noi faremmo qualunque cosa per rimandare l'incontro con la morte, il nostro peggior nemico, che rappresenta anche il più grande interrogativo di tutta l'esistenza. Per quanto sappiamo gli animali non si sentono per niente minacciati dalla morte, né, sono combattuti moralmente. Noi invece soffriamo tutte queste cose, e per paura abbelliamo i nostri funerali come mostre di botanica. C'è perfino chi fa imbalsamare il corpo del defunto perché sembri ancora vivente, poi invita parenti ed amici per un cocktail, mette il morto su una sedia, e tutti bevono alla sua salute, facendo finta che sia ancora vivo. Questi nostri strani comportamenti, servono in qualche modo ad esorcizzare la paura del gran nemico, che in un solo momento ci deruba degli affetti più cari, e di tutto ciò per cui ci siamo impegnati a fondo durante la nostra esistenza. In realtà a cosa sono dovuti i contrasti che viviamo ogni giorno? Perché ci comportiamo così?

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26/06/2011 17:08

Per cercare di comprendere dobbiamo tornare ancora una volta alla Bibbia; in lei è chiaramente affermato che gli uomini sono degli ibridi che per metà appartengono al cielo e per l'altra alla terra. Il primo capitolo di Genesi afferma che a prima vista l'uomo sembra far parte del regno animale, perché è stato creato nello stesso giorno e condivide il medesimo ambiente. In ogni caso, anche se per certi aspetti somigliamo agli animali, non dobbiamo dimenticare che siamo fatti ad immagine di Dio. Genesi pone l'enfasi sulla diversità più che sulla similitudine e lo fa in diversi modi che cercherò di elencare: abbiamo già visto che il sesto giorno è presentato come un giorno speciale e l'uomo come l'ultimo atto creativo di Dio; vale a dire il culmine della sua attività, il gran finale, la cosa molto buona. La sua creazione è diversa da tutte le altre, poiché frutto della consultazione tra le persone Divine. Sembra quasi che per Dio la creazione dell'uomo costituisca un gran rischio, e possiamo affermare che in realtà lo è. Nel capitolo sei di Genesi c'è un passo che dice: "L'Eterno vide che nel mondo gli uomini erano sempre più malvagi ed i loro pensieri erano di continuo rivolti al male. Si pentì di aver fatto l'uomo e fu tanto addolorato che disse": "Sterminerò dalla terra quest'uomo da me creato, ed insieme con lui anche il bestiame, i rettili e gli uccelli del cielo". Per me questo è il punto più triste di tutta la Bibbia. Ho sentito anche alcuni genitori parlare in modo simile di un figlio, e mi rendo conto che deve essere terribile; eppure anche Dio lo ha fatto. Non c'è stato nessun pentimento per quanto riguarda la creazione della terra con la sua vegetazione, le montagne ed il mare, ma per l'uomo vi fu. E' quindi giustificata la pausa presa per tenere un consiglio trinitario, giacché sembra proprio che il rischio esistesse realmente. In ogni modo la gran decisione di creare degli esseri che lo somigliavano fu presa ugualmente; ed ora siamo qui.

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26/06/2011 17:08

Questo fu il momento in cui restò coinvolto anche il cuore di Dio; egli si emozionò al pensiero di ciò che stava per fare, e questo non accadde in nessun altro caso. Per quanto riguarda la nostra somiglianza con lui, si tratta di un argomento ampiamente discusso, ed abbiamo anche visto che Dio stesso nella Bibbia, in certi casi, si presenta come se avesse un corpo simile al nostro. Egli lo fa, non perché abbia un corpo, ma perché noi nel nostro abbiamo capacità simili alle sue, infatti, anche noi come lui possiamo vedere, udire, salvare, colpire, eccetera. La Bibbia parla del braccio di Dio che non è troppo corto per salvare. Non solo, ma parla anche del braccio alzato per colpire, e queste sono cose che possiamo vedere riflesse anche in noi. Così, del resto, come Dio può pensare e decidere di fare qualcosa; anche noi, similmente, siamo capaci di scelte e decisioni, nei nostri pensieri. Possiamo affermare che anche mentalmente somigliamo a Dio, e questa è una caratteristica che non possiede nessun'altra creatura al di fuori dell'uomo. Ad esempio, le mie venti papere ubbidiscono a Dio; non hanno scelta perché non sono libere di pensare a quale sia la cosa più giusta da fare, infatti, vivono solo per istinto, e quell'inclinazione è Dio stesso ad averla messa in loro. Sono certo che quando tornerò a casa busseranno alla mia porta come se durante i giorni che sono mancato non avessero mangiato niente. Per questa bugia, però, non saranno giudicate nell'ultimo giorno, perché non sono responsabili delle loro azioni, poiché non possiedono la capacità di scelta morale.

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26/06/2011 17:08

Altrettanto può dirsi del gusto estetico: da ciò che vediamo della creazione si comprende che a Dio piacciono le cose belle, ed in questo anche gli uomini lo somigliano. Non sappiamo però se sia così anche per gli animali. Io, ad esempio, non ho mai visto un cane soffermarsi per ammirare un tramonto né per godere dei colori dell'autunno. Gli uomini, invece, lo fanno. Io, addirittura, talvolta sento anche il bisogno di prendere i colori per dipingere una scena che mi ha particolarmente colpito. Si potrebbe affermare che è il sentimento religioso a renderci simili a Dio; nessun animale adora qualcuno più grande di lui, ma gli uomini lo hanno fatto fin dai tempi più remoti. Abbiamo sempre cercato di stabilire rapporti con una qualche potenza più grande di noi, addirittura la preghiera può considerarsi, sotto certi aspetti, un atto istintivo praticato anche dagli atei, quando attraversano particolari momenti. Non so bene quale di questi aspetti rappresenti maggiormente l'immagine di Dio in noi, ma secondo me è il loro insieme a renderci simili a lui. E' come essere completo che l'uomo può avere rapporto con Dio, ed è anche l'unico nel creato in grado di poterlo fare.

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26/06/2011 17:08

C'è ancora un aspetto da considerare, ed anche questo è compreso nel versetto che stiamo esaminando e che dice testualmente: "Così Dio creò l'uomo a sua immagine, lo creò ad immagine di Dio; li creò maschio e femmina". Sembrerebbe quasi, leggendo questo versetto, che gli uomini portassero la metà dell'immagine di Dio, e l'atra mezza fossero le donne a portarla. Secondo questa teoria, chi volesse avere un'immagine completa di Dio, dovrebbe sommare le caratteristiche maschili a quelle femminili. Confesso che mi piacerebbe crederlo, e sarebbe davvero un'ottima scusante per tutti. Per esempio io potrei dire di riflettere la giustizia di Dio, ed a mia moglie potrei affidare la sua misericordia. Potrei dire di portare l'immagine della sua ira, e lei quella della sua pazienza. Potrei davvero sviluppare con gusto questa teoria, e sarebbe molto conveniente farlo; ma a mio avviso si tratta di un'interpretazione sbagliata del versetto in esame. Se pensiamo che in Gesù uomo dimorava la pienezza dell'immagine di Dio, pur non essendo nemmeno sposato, non possiamo che concludere che sia l'uomo quanto la donna somiglino a Dio nella sua interezza, e sono quindi uguali in condizione, valore, dignità e destino davanti a Dio.

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26/06/2011 17:09

Bisogna però anche precisare che: se davanti a Dio sia gli uomini sia le donne hanno pari diritti, ed entrambi sono portatori dell'intera immagine di Dio, ciò non significa per niente che socialmente abbiano le stesse funzioni; come vedremo meglio esaminando il capitolo due di Genesi. Un altro argomento introdotto da quel versetto è la sessualità; ed anche in questo caso la differenza tra uomini ed animali è molto grande, perché in noi essere maschio o femmina, ha che fare anche con il nostro rapporto con Dio, oltre che con la riproduzione. Negli animali esistono precise stagioni per gli accoppiamenti, giacché il loro scopo è soltanto quello di riprodursi, ma non poteva essere così tra noi, perché nel nostro caso il sesso ha anche ripercussioni spirituali. Quello che tra un uomo e una donna avviene fisicamente, accade similmente anche nei loro spiriti. Ciò è molto importante perché, secondo tale principio, la prima esperienza sessuale crea un legame tra le due anime, per cui dovrebbe avvenire solo tra persone sposate. Per questo Paolo scrive ai corinzi che il cristiano che va con una prostituta unisce Cristo a lei.

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26/06/2011 17:09

I nostri atti sessuali non hanno come unico scopo la riproduzione, ma sono una profonda espressione d'unità totale che deve precedere la procreazione; e ciò ovviamente può comportare anche l'uso di pratiche contraccettive. La Bibbia afferma che marito e moglie diverranno una sola carne, tanto che non saranno più due persone distinte, ma due in uno, quasi come Dio è tre in uno ed in ciò c'è una certa affinità tra l'immagine di Dio e la nostra sessualità, per cui anche in questo caso la diversità tra noi e gli animali è molto grande. La Bibbia insiste molto sull'aspetto spirituale del sesso, perciò la fornicazione e l'adulterio sono molto condannati. In questo caso la nostra somiglianza con Dio può essere evidenziata sotto molti aspetti. Quello dell'amore che lega un uomo con una donna, è l'analogia migliore dell'affetto che unisce Dio con il suo popolo.

Tale analogia è sfruttata anche nel libro "Il Cantico dei Cantici". In quel libro non c'è nessun preciso contenuto spirituale; Dio non viene nemmeno menzionato, non dice niente né sulla preghiera né sulla salvezza, tanto che molti predicatori non sanno cosa farne. Alcuni pensano addirittura che sia stato scritto con una specie di codice. Secondo costoro, quando il libro parla delle melagrane non vorrebbe intendere il frutto; e similmente, anche quando parla del seno non è a quello che avrebbe l'intenzione di alludere, per cui, alla fine, tutti quanti hanno conclusioni diverse. Sono caduto addirittura nello sconforto, quando ho letto un commento alle parole che la donna dice nel primo capitolo: " Amore mio sei come un sacchetto di mirra, di notte riposi tra i miei seni". Secondo quel commento, i seni in questione, non sarebbero altro che l'Antico ed il Nuovo testamento. In quell'istante mi sono sentito di dover chiedere perdono al Signore per la mia carnalità, perché, con quel versetto, tutto ciò che mi veniva in mente non aveva assolutamente nulla a che fare con la Bibbia. Ora però ho capito che il Cantico dei Cantici non contiene né allegorie né codici nascosti; ma il tutto è una descrizione meravigliosa dell'amore sessuale, con un preciso riferimento all'affetto che c'è tra il Signore ed il suo popolo, per questo Dio chiama "adultera" Israele quando va dietro ad altri Dei. In fondo tutta la Bibbia non è altro che un romanzo d'amore a lieto fine tra Dio ed il suo popolo, infatti, termina con un matrimonio e la promessa di una vita felice per tutti.

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26/06/2011 17:09

La sessualità è un elemento molto importante per comprendere il nostro rapporto con Dio, e negli esempi che lui stesso ci propone Dio è il marito e la chiesa la moglie; lui è l'amante e noi l'amata. In questa analogia i rapporti tra uomo e donna simboleggiano la relazione tra Dio ed il suo popolo, nel quale l'uomo rappresenta il lato divino, e la donna quello umano; e non avviene mai il contrario. E' per questa ragione che Paolo scrive che i mariti devono amare le loro mogli come Cristo ama la chiesa, e che le mogli hanno l'obbligo di amare i consorti come la chiesa ama Cristo; quest'analogia non può essere invertita. Gli uomini sono chiamati a riflettere Dio nel modo di trattare la moglie, e le donne invece l'umanità, nel rapporto con Dio. L'amore dell'uomo verso la donna dovrebbe essere quello di chi provvede, si sacrifica, protegge e guida, come quello del Signore verso la chiesa. Quello della donna, invece, dovrebbe essere un modello di fiducia ed obbedienza, come quello dei credenti verso il Signore. Mi rendo conto che nella moderna teologia femminista questo punto di vista non può avere larghi consensi. Dobbiamo in ogni caso tenere presente che Dio, in questo primo capitolo di Genesi, quando afferma che maschio e femmina sono uguali, non intende certo sostenere che siano identici; per cui, tra i due, esistono dei ruoli che non si possono scambiare, e lo vedremo meglio trattando il secondo capitolo.

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26/06/2011 17:09

Ora torniamo al nostro argomento: la differenza tra noi e gli animali. C'è ancora una cosa che Dio dice sia a noi sia a loro: "Crescete e moltiplicatevi". Agli uomini, però, dà una cosa che non ha mai concesso a nessun'altra creatura: l'autorità sul regno minerale e su quello animale. Dio ha ci affidato l'intera terra con tutto quello che contiene, compresi gli animali, perché ne abbiamo cura e l'usiamo per i nostri scopi. Agli occhi di Dio abbiamo più valore di qualsiasi altra creatura; ma noi non sempre la pensiamo allo stesso modo, per esempio: in Australia ho visto molte donne marciare per protesta contro l'uccisione delle foche da pelliccia, eppure alcune di loro avevano abortito volontariamente. Avevano ucciso i loro figli, ma protestavano per la morte di piccoli animali; questa è follia! Gli uomini stanno correndo il rischio di valutare più gli animali degli esseri umani, perché sempre di più fanno dipendere la scelta soltanto dal numero. Viviamo in un'epoca che a causa dell'insegnamento sull'evoluzione considera le persone quasi come se fossero degli animali, per cui, secondo questo modo di pensare, quelli che sono in via d'estinzione acquistano più valore delle persone, giacché per ora esse non corrono tale rischio.

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26/06/2011 17:09

Questo non è il modo di pensare della Bibbia! Gesù ci ha mostrato chiaramente quale è stato il suo pensiero, quando sacrificò ben duecento porci per liberare un solo uomo dai demoni; quella era la propria scala di valori. Nel cibo la Bibbia mostra che c'è una differenza tra uomini ed animali, infatti, assegna a noi un alimento diverso dal loro; il nostro si compone di frutti e di semi, ed il loro solo d'erba. Da ciò si deduce che in principio noi uomini eravamo vegetariani, e che nel mondo che verrà lo saremo di nuovo. Se non ti piace la frutta saranno dolori, ma possiamo essere certi che sarà speciale, maturata tutti i mesi direttamente dall'albero della vita. Per finire questo primo capitolo possiamo affermare che fin qui Dio non ha ancora un nome proprio, ma soltanto il titolo "Elohim", che tradotto significa "dei" al plurale. Altrettanto vale sia per l'uomo sia per la donna, ma tutto questo è destinato a cambiare nel secondo capitolo; infatti, in questo, Dio e l'uomo hanno un nome proprio, che per l'uomo è "Adam", che significa "Polveroso" e per Dio è "Yahweh", il cui significato resta oscuro, ma che a me piace intenderlo come "Sempre". Ora passiamo alla lettura del secondo capitolo.

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26/06/2011 17:10

2° CAPITOLO

UNA MIA TRADUZIONE

Questo è il modo nel quale l'universo nacque, e come tutto quello che fu creato diventò come lo conosciamo adesso. Quando il Dio che E' stava realizzando lo spazio ed il nostro pianeta, ci fu un tempo in cui non c'era alcuna vegetazione sulla Terra, ed anche se ci fosse stata, non c'era né pioggia né acqua per irrigarla e nessun uomo per coltivarla; ma c'erano delle fonti sotterranee che venivano alla superficie ed innaffiavano il terreno. Il Dio che E' costruì un corpo umano dalla creta, gli dette il bacio della vita, e fu così che l'uomo divenne una creatura vivente.

Ora il Dio che E' aveva già piantato un bel parco ad est, in un posto chiamato Eden, che significa delizia, e vi portò a vivere il primo uomo. Il Dio che E' aveva piantato una gran varietà d'alberi nel parco, con del bellissimo fogliame e della frutta deliziosa. Nel centro del parco ve n'erano due alquanto speciali, il frutto di uno di loro poteva mantenere in vita a tempo indefinito, mentre il frutto dell'altro era capace di dare, alla persona che lo mangiava, esperienza personale di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.

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26/06/2011 17:10

Un fiume innaffiava tutto il parco, e si divideva in quattro altri corsi d'acqua che ne uscivano. Uno si chiamava il Pishon, e serpeggiava attraverso tutta la lunghezza di Havila, la terra dove si trovavano le pepite d'oro, le erbe aromatiche e l'onice. Il secondo fiume si chiamava Ghihon, ed anch'esso serpeggiava attraverso il paese di Cush. Il terzo è il fiume che ora conosciamo come Tigri, che scorre davanti alla città di Assur, ed il quarto lo conosciamo come Eufrate. Dunque il Dio che E' mise l'uomo in questo parco di delizie, lo collocò lì per farlo crescere e per proteggerlo. Dio, che gli aveva impartito un ordine molto chiaro, gli disse: "Tu sei perfettamente libero di mangiare il frutto di qualunque albero, tranne di quello che dà l'esperienza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, se tu assaggerai di quel frutto, certamente morirai".

Poi il Dio che E' disse a se stesso: "Non è giusto che l'uomo sia tutto solo, io gli farò un partner fatto su misura per lui". Ora il Dio che E' aveva formato ogni sorta d'uccelli e di bestie dalla terra, e li aveva portati dall'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, perché in qualunque modo avesse deciso di chiamarli, quello diventava il loro nome. E così fu che l'uomo mise un nome a tutte le altre creature; ma in nessuna di loro trovò i requisiti adatti per un compagno giusto per se stesso. Dunque il Dio che E' mise nell'uomo un profondo sonno, e mentre era incosciente, prese un po' di pelle da un lato del suo corpo e poi richiuse la ferita. Dalla pelle che prese, produsse un sosia femminile e la portò dall'uomo, che quando la vide esultò dicendo: "Finalmente tu hai soddisfatto il mio desiderio; una compagna che è mie ossa e mia carne, donna per me è il suo nome, perché lei è benvoluta dall'uomo da cui è venuta". Tutto questo spiega perché un uomo lascia i suoi genitori e si unisce a sua moglie, ed i loro corpi si congiungono per diventare di nuovo un'unica cosa. Il primo uomo e la prima donna camminavano nel parco nudi, ma senza il minimo imbarazzo.

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26/06/2011 17:10

In questo capitolo il tema è ancora una volta la creazione, ma vista da una prospettiva diversa dalla precedente. Gli avvenimenti che qui sono descritti, possono ricondursi a quelli accaduti nei giorni che vanno dal terzo al sesto del primo capitolo, ma non seguono né lo stesso ordine né il punto di vista. Nel primo capitolo è come se lo Spirito Santo ci desse una visione di ciò che è accaduto da un punto d'osservazione situato poco di sotto le nubi; quindi dall'aria. Nel secondo capitolo, invece, il punto d'osservazione è cambiato, è come se questa volta fossimo con i pedi sulla terra asciutta e ci guardassimo attorno come avrebbe potuto fare Adamo. Questa è una precisa caratteristica della parola di Dio; infatti, nella Bibbia, si trovano spesso più resoconti dello stesso avvenimento, perché non è sempre possibile avere una visione completa dei fatti, se riferiti da un unico punto di vista. Questa è anche la ragione per cui esistono ben quattro Vangeli. Similmente c'è anche un periodo della storia d'Israele che è raccontato ben due volte, sia nel libro dei Re sia in quello delle Cronache; si tratta della stessa storia, ma vista anch'essa da due prospettive diverse. Questo principio è valido anche per i primi due capitoli di Genesi, che ci presentano la creazione da due prospettive distinte: quella divina e quella umana; anche perché da ora in poi l'uomo diventa il protagonista della storia, quindi l'attenzione si concentra sulla razza umana. In questo capitolo tutto è presentato con un nome proprio; infatti, ora vediamo che Dio ha un nome, così come lo ha l'uomo, il giardino, i fiumi ed alcune località, e quindi contiene anche i primi elementi di storia e di geografia.

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26/06/2011 17:11

Con i dati che ora abbiamo a disposizione, potremmo anche cercare di dare una posizione geografica al luogo dove Dio fa svolgere quest'avvenimento. Abbiamo già affermato che nel capitolo precedente Dio non si era ancora presentato con un nome proprio, ma si era definito semplicemente con il termine generico "Dio". Egli però non vuole che gli uomini lo conoscano così perché ha un nome, e desidera che tutti coloro che lo cercano si rivolgano a chi porta quel nome. Del resto quando vogliamo stabilire un rapporto con un'altra persona, la prima cosa che occorre sapere di lei è come si chiama, e solo allora potremo veramente iniziare un dialogo. Sappiamo che nella Bibbia i nomi sono molto importanti, e mi piacerebbe veramente potervi dire il nome di Dio; il fatto è che pur avendolo chiesto a moltissime persone, non sono mai riuscito a convincere un ebreo a dirmelo, per cui non so nemmeno come si pronuncia. Gli ebrei arrivano perfino al punto di scrivere "G - D", mettendo un trattino al posto della "O" quando devono comporre Dio in inglese; tutto ciò perché sono talmente terrorizzati dalla possibilità di pronunciare il nome di Dio invano, che non lo faranno mai. So che ha un suono simile a "Iahuei", ma non ne sono proprio certo. Ciò che sappiamo, invece, è che si tratta del participio presente del verbo essere, che tra l'altro nella lingua italiana in pratica non esiste; ma che in ogni caso potrebbe essere tradotto in molti modi.

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26/06/2011 17:11

Alcuni anni or sono, mentre stavo pregando, chiesi a Dio se gentilmente poteva suggerirmi un nome inglese con il quale rivolgermi a lui ed avere anche un più giusto sentimento nei suoi riguardi, giacché con Yahweh non mi trovavo a mio agio perché non lo capivo. All'improvviso nella mia mente balenò la parola: "Sempre". Da allora io lo chiamo così, perché è un nome bellissimo. Dio, oltre al primo nome, ha anche molti secondi nomi, tra i quali per esempio: "Sempre il mio Provveditore", "Sempre il mio Aiuto", "Sempre la mia Pace", "Sempre la mia Bandiera", eccetera. In inglese la parola sempre comunica immediatamente il senso del suo nome, infatti, Dio è, e sarà sempre qui, lui è sempre se stesso, è il Dio che è sempre. Potrebbe essere tradotto anche con: "Io Sono", oppure "Io Sono Sempre", od anche "Io Sono Sempre Esistente". In effetti, si tratta di una parola difficile da tradurre, ma per me va benissimo anche semplicemente "Sempre".

A proposito di nomi, forse non sapete che Gesù ha ben duecentocinquanta nomi, e ben duecentocinquantacinque tra nomi e titoli, è un buon esercizio meditativo cercare di ricordarli tutti; ma possiamo ritenerci soddisfatti quando ne rammentiamo più di quaranta. Nessuno nella storia ha mai avuto tanti nomi quanti Gesù, ed uno di loro lo amo particolarmente; si tratta del nome "Si". L'antico testamento afferma che Gesù è il "Si" ad ogni promessa di Dio, ed a questo punto possiamo dire d'avere la religione più buona del mondo, perché crediamo in un Padre che si chiama "Sempre", ed in un Figlio che si chiama "Si". Nella Bibbia inglese il nome di Dio non è mai tradotto; al suo posto si trova "Signore" tutta in lettere maiuscole. In italiano, invece, alcune traduzioni riportano "Eterno"; ma "Sempre" lo preferisco anche ad Eterno, perché rende con più immediatezza il senso di fiducia che dobbiamo avere nei suoi confronti, infatti, noi possiamo affidarci a Dio sempre, possiamo credere alle sue promesse sempre, sempre avrà la nostra fede, eccetera.

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Post: 3.052
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26/06/2011 17:11

Nel giorno che Dio comunicò il suo nome agli uomini, in pratica stava affermando che non voleva essere considerato come creatore, ma come amico. Credo che il più gran complimento che si possa fare ad una persona è definirlo un "amico di Dio", così come la Bibbia chiama Abramo, oppure anche come Mosè con cui parlava a tu per tu. Può sembrare incredibile, ma il Creatore dell'universo vuole instaurare un rapporto personale e profondo con noi, desidera che noi conosciamo il suo nome come lui conosce il nostro. Sarebbe stato difficile poterlo dedurre dal primo capitolo di Genesi, ma con il secondo è chiaro che il rapporto con l'uomo diventa molto più personale; infatti, adesso ha un nome: Adamo. Il significato di questo nome può essere sia Rosso sia Polveroso, ma giacché l'uomo è stato fatto dalla polvere rossa potrebbe significare entrambe le cose, per cui potrebbe essere inteso anche come un nomignolo; e questo sembrerebbe anche l'inizio di un rapporto di vera amicizia, come tra due persone che si dicessero: "Tu chiamami Sempre, ed io ti chiamerò polveroso".

Dobbiamo, però, sempre tenere presente che non si tratta di un rapporto tra eguali, come lo sono quelli tra uomini; lo s'intuisce dal fatto che Dio non dice a Adamo: "Tu cerca un nome per me, ed io ne provvederò uno per te", ma è Dio stesso a fornire quello con cui vuole essere conosciuto, e questo ci fa capire che si tratta di un rapporto fra un superiore ed un inferiore. Dovremmo sempre ricordarci di questo particolare, ed anche se conosciamo il nome di Dio abbiamo l'obbligo di usarlo sempre con riverenza, e non come quello di un nostro pari. Nel nostro parlare con Dio, pur se possiamo avere un rapporto personale e meraviglioso con lui, è bene non usare un tono troppo familiare, che riuscirebbe a farci dimenticare che lui è Dio e noi siamo uomini.

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Post: 3.052
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26/06/2011 17:12

L'UOMO Nel secondo capitolo di Genesi, l'uomo è presentato in modo abbastanza diverso dal primo; infatti, se prima era ad immagine di Dio, ora è come la polvere, ed in questo è esattamente uguale agli animali. I sei elementi chimici fondamentali, che compongono il nostro corpo, si trovano tutti nella polvere della terra, e sono: carbonio, idrogeno, ossigeno, nitrogeno, zolfo e fosforo. Buona parte della polvere che abbiamo in casa proviene direttamente dalla nostra persona, giacché ogni due o tre settimane rinnoviamo completamente la pelle, perdendo la vecchia sotto forma di polvere. Basterebbe addirittura che ci strofinassimo le mani, perché cadessero a terra alcune centinaia di cellule del nostro corpo, che è fatto di polvere e polvere tornerà ad essere. In ogni granello di quella polvere, però, è rimasto scritto l'intero nostro codice genetico; e quando ci pensiamo, dobbiamo per forza riconoscere che siamo fatti in modo meraviglioso.

Dio creò l'uomo dalla polvere della terra, soffiò in lui l'alito vitale e così divenne un essere vivente, né più né meno come gli animali. Questo può spiegare i contrasti che sono in noi. Può spiegare perché siamo degli ibridi con affinità sia con il cielo sia con la terra; infatti, siamo stati creati come degli animali,
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Post: 3.052
Sesso: Femminile
26/06/2011 17:12

ma portiamo anche l'immagine di Dio. E questa è anche la ragione per cui, nella scala della creazione, il gradino che occupano gli esseri umani è compreso tra quello degli animali e quello degli angeli. Gli evoluzionisti pensano che l'uomo sia la forma di vita più elevata in assoluto; la Bibbia invece ci mostra chiaramente che non è così, ed è bene che lo teniamo sempre presente. Gli angeli, infatti, sono superiori a noi per intelligenza, forza e molti altri attributi che noi non possediamo. Hanno, inoltre, capacità per noi impensabili, come per esempio quella di potersi spostare liberamente con velocità altissime. In sostanza possiamo affermare che gli angeli sono tanto superiori a noi, quanto noi lo siamo sugli animali.

A questo proposito credo che sarebbe davvero curioso sapere cosa ne pensano gli evoluzionisti. Nessuno può certo immaginare che anche gli angeli siano frutto dell'evoluzione, per cui non ho mai incontrato nemmeno un evoluzionista che crede alla loro esistenza. Non si può certo pensare che provengano dalle scimmie, quindi non essendoci teorie sulla loro provenienza, per chi crede all'evoluzione sarà un vero problema ammettere che esistano. Conoscere queste cose può esserci molto utile, infatti, ci aiuta a ricordare che dobbiamo mantenere sia un atteggiamento umile quanto esaltato della nostra natura, perché siamo di poco inferiori agli angeli, ma superiori agli animali.

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Post: 3.052
Sesso: Femminile
26/06/2011 17:12

DETTAGLI

Esaminando più dettagliatamente questo secondo capitolo, la prima cosa che notiamo è a proposito della vegetazione. Il giorno che l'asciutto apparve, Genesi afferma che non c'era sulla terra nessun tipo di pianta, perché non c'era acqua per irrigare il terreno; infatti, secondo il racconto non esisteva ancora la pioggia. La vegetazione che in seguito apparve, era alimentata da fonti sotterranee che inumidivano il terreno e lo rendevano fertile, permettendo così alle piante di crescere. A questo punto possiamo osservare la descrizione di ben due tipi di crescita: quella naturale, che ha dato luogo a piante selvatiche, e quella dovuta ad una precisa azione divina, che ha formato il giardino dove l'uomo vive. Questo, forse, per farci capire che non siamo fatti per vivere in un ambiente selvaggio, ma in un luogo più adatto alle nostre esigenze. Il giardino è un ambiente naturale dove la vita è stata manipolata secondo un preciso criterio, per renderla idonea alle esigenze umane. L'agricoltura, come noi oggi la conosciamo, ha avuto inizio proprio in quell'occasione, perché Dio nel fare il giardino, volle farci capire proprio quest'importantissimo principio.

Ho notato che anche in Italia è rimasto ben poco territorio allo stato selvatico, oramai vi sono vigneti perfino sulle montagne; ed anche questo fa parte del piano di Dio. Con i dati che il racconto ci fornisce, possiamo dedurre che lo speciale posto che Dio aveva scelto per il giardino si trova da qualche parte nell'odierna Armenia, ossia nella Turchia dell'est; che è una zona prevalentemente montuosa. Dio scelse un posto sulle colline anche per Israele, perché in alto si respira aria migliore, ed in quel caso contemporaneamente c'era anche acqua a sufficienza, come nel giardino, che era attraversato da ben quattro fiumi. Eden era un luogo fatto non solo per provvedere cibo, ma anche gioia di vivere, infatti, significa "Delizia", ed era senz'altro un posto dove si poteva godere la vita.

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