IN SPIRITO E VERITA'

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Guardatevi da quelli che predicano il messaggio della prosperità

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2011 18:31
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08/06/2011 18:09

Guardatevi da quelli che predicano il messaggio della prosperità

Introduzione

Vi è un messaggio che in questi ultimi anni ha fatto le sue radici in seno a molte chiese, ed è un messaggio che di danno ne ha fatto e ne continua a fare molto; ma assieme al danno, quelli che lo predicano hanno fatto pure molti sostenitori; è chiamato ‘della prosperità’, ma non della prosperità dell’anima, perchè essa non è tenuta in nessun conto, ma della prosperità economica e finanziaria, la quale è predicata ed esaltata come se fosse la cosa più importante per un credente.

Questi cianciatori e seduttori di menti insegnano cose che non dovrebbero, e questo lo fanno per amore di disonesto guadagno e perchè cercano la gloria degli uomini. Tra le cose che costoro dicono vi sono queste: ‘Noi credenti in Cristo Gesù siamo figliuoli del Re dei re e quindi, come si conviene a dei figli di un re, dobbiamo vivere da re’, il che equivale a dire che dobbiamo vestire come vestono i principi, dobbiamo abitare case lussuose e avere macchine lussuose e molti beni materiali sulla terra. Nei loro discorsi gli aggettivi ‘ modesto’, ‘umile’, ‘semplice’ sono evitati, non sono menzionati perchè essi (secondo loro) non s’addicono ai beni materiali che un figlio di Dio deve possedere. Per loro chi è ricco materialmente ha molta fede in Dio ed è una persona benedetta perchè fa la volontà di Dio, mentre chi è povero ha poca fede in Dio e non è una persona benedetta da Dio perchè non fa la volontà di Dio. Costoro parlano spesso e volentieri di denaro, di beni materiali, di ricchezze, e per sostenere la loro dottrina prendono alcuni passi dell’antico patto e del nuovo patto (naturalmente quelli che loro pensano che confermano la loro dottrina e che fanno loro comodo), ma di molte parole di Gesù e degli apostoli non vogliono non solo parlarne, ma neppure sentire parlare, tanto sono arroganti. A questi predicatori piace parlare delle ricchezze materiali che possedettero Abramo, Isacco, Giacobbe, Salomone e Giobbe: ora, noi non abbiamo nulla da dire contro le ricchezze che possedettero questi uomini perchè la Scrittura insegna che, in verità fu Dio a dare loro tutti quei beni ed essi le ottennero in modo lecito senza frode, ma nello stesso tempo non sopportiamo che costoro non solo parlano quasi sempre di denaro e di benessere materiale, ma evitano pure di parlare del tipo di vita che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, condusse sulla terra nei giorni della sua carne, e di molti suoi insegnamenti, come anche evitano volontariamente di parlare del tipo di vita che condussero i santi apostoli e di molti loro insegnamenti.

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Gesù Cristo, pur essendo ricco s’è fatto povero per amore nostro
Gesù Cristo è il Figlio di Dio; egli disse: “Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch’io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre poichè il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matt. 11:29,30), quindi noi sappiamo che Cristo ci ha lasciato un esempio di vita e che dobbiamo seguirlo. E chi ardirebbe dire che Cristo in qualche cosa non è stato d’esempio?

Cominciamo col dire che Cristo, il Figlio di Dio, quando nacque fu posto in una mangiatoia secondo che è scritto che Maria “diè alla luce il suo figliuolo primogenito, e lo fasciò, e lo pose a giacere in una mangiatoia perchè non v’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2:7). La mangiatoia è un luogo umile, e proprio in una mangiatoia fu posto il re dei Giudei quando nacque; Dio avrebbe potuto fare sì che si liberasse un posto nell’albergo per Giuseppe e Maria, ma non lo permise, eppure il fanciullo che Maria partorì era il Figlio dell’Altissimo. In seguito Giuseppe con Maria ed il fanciullino si spostarono in una casa perchè fu in una casa che i magi venuti dall’Oriente trovarono il fanciullino e lo adorarono, secondo che è scritto: “Ed entrati nella casa, videro il fanciullino con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono; ed aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra” (Matt. 2:11); anche qui bisogna dire che la Scrittura non parla di una reggia ma dice semplicemente: “Nella casa”. Per ciò che riguarda i doni che i magi offrirono a Gesù bisogna dire che essi non furono conservati da Gesù quale tesoro suo personale sulla terra, perchè lui stesso disse: “Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano” (Matt. 6:19), e questo lo dico perchè c’è gente perversa che fa delle insinuazioni sulla fine che questi doni hanno fatto in seguito. Noi le loro insinuazioni le distruggiamo perchè sappiamo che Gesù nacque senza peccato e visse in maniera irreprensibile durante tutti i giorni della sua carne (perciò anche durante gli anni della sua fanciullezza e della sua adolescenza).


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Gesù, il Figlio di Dio, nacque secondo la carne non solo in un luogo umile, ma anche da persone umili, infatti il Padre suo lo fece nascere secondo la carne in una famiglia povera e non in una famiglia ricca della casa di Davide di quel tempo (cosa che Dio avrebbe potuto fare, ma non lo ha fatto perchè non era secondo la sua volontà). In base alla legge di Mosè, la donna, dopo avere partorito un figlio (quando i giorni della sua purificazione erano compiuti) doveva offrire un olocausto e un sacrificio per il peccato, secondo che è scritto: “E quando i giorni della sua purificazione, per un figliuolo o per una figliuola, saranno compiuti, porterà al sacerdote, all’ingresso della tenda di convegno, un agnello d’un anno come olocausto e un giovine piccione o una tortora come sacrificio per il peccato; e il sacerdote li offrirà davanti all’Eterno e farà l’espiazione per lei; ed ella sarà purificata del flusso del suo sangue…E se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due giovani piccioni; uno per l’olocausto, e l’altro per il sacrificio per il peccato. Il sacerdote farà l’espiazione per lei, ed ella sarà pura” (Lev. 12:6-8). Luca, a tale proposito, dice: “E quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino in Gerusalemme per presentarlo al Signore, com’è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà chiamato santo al Signore, e per offrire il sacrificio di cui parla le legge del Signore di un paio di tortore o di due giovani piccioni” (Luca 2:22-24); da queste parole si deduce chiaramente che Giuseppe e Maria erano poveri.
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Gesù stesso visse povero in questo mondo perchè è scritto: “Voi conoscete la carità del Signore nostro Gesù Cristo il quale essendo ricco, s’è fatto povero per amore vostro, onde, mediante la sua povertà voi poteste diventare ricchi” (2 Cor. 8:9); e difatti non aveva neppure un luogo dove posare il capo secondo che egli disse: “Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figliuol dell’uomo non ha dove posare il capo” (Luca 9:58). Ma di quali case lussuose era proprietario Gesù sulla terra? Il Re dei Giudei, quando visse sulla terra, non visse in un palazzo reale, non indossò vestimenti magnifici e neppure visse nelle delizie come invece fanno i re della terra; lui disse che “quelli che portano dei vestimenti magnifici e vivono in delizie, stanno nei palazzi dei re” (Luca 7:25), ma lui non fu tra quelli; eppure era il re d’Israele. Egli avrebbe potuto permettersi di vivere da re, ma ci rinunciò; egli preferì annichilire se stesso e prendere forma di servo per servire.

Il Re d’Israele nei giorni della sua carne non si vestì di porpora e neppure si mise una corona d’oro sul capo; i suoi abiti modesti consistevano in delle vesti e in una tunica la quale “era senza cuciture, tessuta per intero dall’alto in basso” (Giov. 19:23). Furono quelli che lo schernirono che lo vestirono di porpora infatti è scritto: “Allora i soldati lo menarono dentro la corte che è il Pretorio, e radunarono tutta la corte. E lo vestirono di porpora..” (Mar. 15:16,17); furono sempre i soldati che gli misero una corona sul capo…ma di spine, secondo che è scritto: “E intrecciata una corona di spine gliela misero intorno al capo..” (Mar. 15:17).

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Era il Re dei Giudei, ma dopo che ebbe sfamato migliaia di persone con solo cinque pani e due pesci, quando seppe che stavano per venire a rapirlo per farlo re “si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo” (Giov. 6:15). Lui non cercò la gloria degli uomini, ma quella del Padre che lo aveva mandato. Se avesse cercato la gloria degli uomini, quando seppe che la gente stava per venire a rapirlo per farlo re non si sarebbe ritirato sul monte da solo.

Quando Gesù entrò in Gerusalemme non vi entrò montato sopra un cavallo bianco o portato dai suoi discepoli su una lettiga reale come facevano i re antichi, ma montato sopra un puledro d’asina secondo che è scritto: “E Gesù, trovato un asinello, vi montò su, secondo che è scritto: Non temere, o figliuola di Sion! Ecco, il tuo Re viene, montato sopra un puledro d’asina!” (Giov. 12:14,15; Zac. 9:9). Gesù era umile di cuore, ma questo non si limitò a dirlo con la bocca, ma lo dimostrò pure a fatti; Egli non ebbe mai l’animo alle cose alte, ma si lasciò attirare dalle umili. Lo ripeto: Visse povero; sì fratelli, è così, infatti egli non aveva con sè neppure la didramma con la quale pagare l’imposta annua che ogni israelita, dai vent’anni in su, doveva pagare per il mantenimento del culto, infatti disse a Pietro: “Vattene al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che verrà su; e, apertagli la bocca, troverai uno statere. Prendilo, e dallo loro per me e per te” (Matt. 17:27).

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Gesù era povero ma avrebbe potuto diventare un uomo molto ricco materialmente se avesse cominciato a chiedere compensi per i suoi insegnamenti e per le sue guarigioni, ma Lui non stimò la pietà essere fonte di guadagno, come invece fanno oggi molti predicatori corrotti di mente e traviati; Gesù Cristo esercitò “la pietà con animo contento del proprio stato” (1 Tim. 6:6), lasciandoci l’esempio da seguire.

I predicatori della prosperità economica ardiscono persino dire che chi è povero sulla terra non ha una grande fede in Dio, ma ne ha molto poca. Ma che vorrebbero dire con questo? Che Gesù Cristo, essendo povero non aveva una grande fede in Dio? O forse che Gesù era un uomo di poca fede perchè non possedeva nulla sulla terra? Gesù Cristo ebbe una grande fede in Dio e lo dimostrò sia col fare moltissimi segni e prodigi ed opere potenti nel nome del Padre suo, sia col non chiedere offerte per sè, e sia col deporre la sua vita per noi. Il Giusto visse per fede, mentre questi cianciatori e ribelli mostrano la loro incredulità perchè chiedono il denaro come fanno i mendicanti; alcuni di loro piangono pure nel chiederli, altri maledicono quelli che non gli danno nulla o gli danno poco; costoro sono dei mercanti che mettono in vendita le loro predicazioni; ciascuno di loro stabilisce la sua propria tariffa (che sale man mano che diventa più famoso). Ma dov’è tutta questa grande fede che dicono di avere in Dio, questi che vivono nelle delizie, nei piaceri della vita, in mezzo al lusso sfrenato? Dicono di avere fede in Dio, ma in effetti hanno fede, e tanta, nelle loro vie tortuose e nelle loro ricchezze che hanno accumulato opprimendo i fedeli con i passi della Scrittura che concernono il dare. Hanno derubato le pecore del Signore, strappandogli il denaro dalle loro mani con i più svariati pretesti; hanno accumulato beni in gran quantità con la frode e poi ardiscono dire: ‘Lo vedete come Dio mi ha benedetto? Lo vedete? Il Signore onora quelli che lo onorano’, ed altre belle parole, ma false. Ed i semplici gli credono, ma nessuno o quasi nessuno tra i loro uditori sa quanti, questi predicatori hanno derubato e spogliato dei loro beni.

Questi predicatori parlano dei loro beni come se Dio glieli avessi dati per la loro retta e giusta condotta; dicono di essere come Abramo, ma non lo sono, perchè sono come Balaam; Abramo sì fu chiamato amico di Dio, ma questi non sono amici di Dio ma bensì nemici di Dio perchè sono amici del mondo (secondo che è scritto: “Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” [Giac. 4:4]).

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08/06/2011 18:11

Gli apostoli erano poveri ma arricchivano molti
Anche gli apostoli erano poveri infatti Paolo ai Corinzi scrisse di lui e dei suoi collaboratori: “Poveri eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppure possedenti ogni cosa!” (2 Cor. 6:10). Erano poveri materialmente ma arricchivano molti spiritualmente; per mezzo di loro la chiesa fu edificata e per mezzo degli scritti di Paolo che era povero e non aveva nulla, la chiesa sulla faccia di tutta la terra viene ancora edificata, arricchita e consolata. La stessa cosa non si può dire di costoro che predicano l’Evangelo e guastano la vigna del Signore perchè non se ne curano affatto, essendo volti alla loro propria via; certo sono ricchi materialmente ma poveri spiritualmente, ed i santi, non vengono arricchiti per mezzo di loro, nè a voce e neppure per mezzo dei loro libri aridi e molto costosi che parlano soprattutto di benessere materiale, o meglio di come essere cristiani e fare soldi.

Dunque, gli apostoli del Signore, benchè poveri arricchivano molti; ma in che maniera li arricchivano? Quali beni preziosi comunicavano loro?
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08/06/2011 18:11

Prendiamo per esempio Paolo; egli disse ai Romani: “So che, recandomi da voi, verrò con la pienezza delle benedizioni di Cristo” (Rom. 15:29); quindi lui era convinto che Cristo avrebbe benedetto quella chiesa tramite lui (perchè sarebbe andato da loro con la pienezza delle benedizioni di Cristo); vediamo in che maniera. All’inizio dell’epistola disse ai santi di Roma: “Poichè desidero vivamente di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale affinchè siate fortificati” (Rom. 1:11); da queste parole si deduce che Paolo arricchiva i santi comunicando loro dei doni spirituali (ciò significa che lo Spirito Santo tramite lui comunicava dei doni ai santi secondo la volontà di Dio). Dio, mediante l’imposizione delle mani di Paolo, comunicava il dono del suo Santo Spirito (Paolo a Timoteo disse: “Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per la imposizione delle mie mani” [2 Tim. 1:6]), ed assieme allo Spirito Santo (quando lo voleva Dio) anche dei doni spirituali, come nel caso di quei circa dodici discepoli di Efeso dei quali è scritto che “dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani lo Spirito Santo scese su loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano” (Atti 19:6). Il Signore guariva pure molti malati tramite Paolo (ad Efeso “Iddio faceva dei miracoli straordinari per le mani di Paolo; al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si partivano da loro, e gli spiriti maligni se ne uscivano” [Atti 19:11,12]) perciò molti malati tramite di lui ricevettero la guarigione che è pure essa una benedizione di Cristo che non si può comprare con denaro. Paolo arricchiva i santi in sapienza ed in conoscenza, perchè trasmetteva loro la sapienza e la conoscenza che egli aveva ricevuto dal Signore stesso; noi stessi riconosciamo di essere stati arricchiti in sapienza ed in conoscenza tramite le epistole di Paolo. Isaia disse che “la sapienza e la conoscenza sono una ricchezza di liberazione” (Is. 33:6), ed è perciò che gli apostoli a cui Dio dette sapienza e conoscenza erano in grado di arricchire coloro che li ascoltavano parlare.

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08/06/2011 18:11

Mi preme ricordarvi fratelli che quando si parla di Paolo, si parla di un uomo di Dio che non cercò nè il suo proprio interesse e neppure i doni materiali dei santi infatti disse ai Filippesi: “Non già che io ricerchi i doni; ricerco piuttosto il frutto che abbondi a conto vostro” (Fil. 4:17); quanti oggi possono dire la stessa cosa? Iddio lo sa. Certo pochi. Alcuni che predicano non cercano il frutto che abbonda a conto dei credenti, affatto, sono impegnati a ricercare i beni materiali dei credenti; non sono mai contenti di quello che hanno; più hanno e più vogliono avere. Tra questi vi sono quelli che predicano il messaggio della prosperità che dimostrano di non volere arricchire i credenti come facevano gli apostoli, ma di volere loro stessi arricchire con i beni materiali dei credenti. Questi, invece che bramare i doni dello Spirito Santo bramano l’oro e l’argento dei credenti; questi invece di edificare la casa di Dio vogliono edificarsi le loro ville e costruirsi i loro imperi sulla terra. Fanno il contrario degli apostoli; ma d’altronde non può essere altrimenti, perchè questi, quanto alla fede, hanno naufragato. Andate a vedere e accertatevi del tipo di vita che fanno coloro che predicano questo particolare messaggio e vedrete con i vostri occhi che a questi di beni spirituali e di edificare la chiesa non importa proprio nulla, dico proprio nulla, perchè è gente che ha l’animo alle cose della terra ed è cupida di disonesto guadagno.

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08/06/2011 18:11

Anche l’apostolo Pietro era povero ma arricchiva molti. Prendiamo per esempio quello che Dio operò, alla porta del tempio detta ‘Bella’, mediante questo suo servitore. È scritto: “E si portava un certo uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano alla porta del tempio detta ‘Bella’, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, veduto Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosina. E Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su lui, disse: Guarda noi! Ed egli li guardava intentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. Ma Pietro disse: Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina! E presolo per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante e le caviglie dei piedi gli si raffermarono. E d’un salto si rizzò in piè e cominciò a camminare…” (Atti 3:2-8); come potete vedere Pietro non aveva con sè nè argento e nè oro di cui fare parte a quell’uomo che mendicava, ma lui aveva dei doni spirituali che metteva al servizio degli altri affinchè ne ricevessero del bene. In questo caso, il Signore, tramite Pietro, dette una perfetta guarigione a quello zoppo. Questo episodio ci porta a riflettere sull’importanza della fede e dei doni dello Spirito Santo. Certo, è bene fare elemosina, poichè questo rientra nella volontà di Dio, ma è bene pure desiderare ardentemente i doni dello Spirito Santo, al fine di vedere la chiesa edificata e di vedere gli ammalati guariti dalla potenza di Dio. Quando invece si comincia ad avere l’animo alle cose della terra si comincia a non desiderare più ardentemente i doni spirituali e perciò si smette di volere edificare la chiesa. Paolo, parlando dei doni spirituali, disse ai Corinzi: “Poichè siete bramosi dei doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa” (1 Cor. 14:12); i predicatori di Mammona, invece ti esortano a cercare di abbondare sempre più di beni materiali. Cercano di farti venire la voglia di arricchire materialmente ma non la voglia di arricchire spiritualmente. Spesso dicono che all’inizio erano poveri e poi sono diventati ricchi; ma la tragica realtà è che alcuni di loro erano ricchi spiritualmente all’inizio del loro ministerio e poi sono impoveriti fino a diventare dei miserabili. Fratelli, la sorte che attende tutti coloro che si fanno prendere dalla voglia di arricchire è questa, perciò badiamo a noi stessi per non ritrovarci nella stessa condizione spirituale dell’angelo della chiesa di Laodicea.

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08/06/2011 18:12

In Cristo siamo stati arricchiti

Vediamo ora quali sono i beni che fanno ricco chi li possiede.

Innanzi tutto bisogna dire che “Cristo è ogni cosa e in tutti” (Col. 3:11) e che in Lui quindi noi abbiamo tutto pienamente “poichè la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati” (2 Piet. 1:3). Gesù Cristo è quel tesoro nascosto nel campo che abbiamo trovato; Egli è la perla di gran prezzo che noi abbiamo trovato; Egli è il nostro oro. Gesù Cristo è il dono celeste che Dio ci ha donato; Egli è il vero Dio e la vita eterna. Gesù è anche la nostra pace e la nostra speranza, quindi chi ha ricevuto Cristo Gesù possiede ogni cosa e anche se è povero secondo il mondo è ricco in vista di Dio.

- I doni spirituali, quelli di ministerio, e la conoscenza delle cose di Dio sono dei beni preziosi.

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08/06/2011 18:12

Paolo scrisse ai Corinzi: “Io rendo del continuo grazie all’Iddio mio per voi della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perchè in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola e in ogni conoscenza, essendo stata la testimonianza di Cristo confermata fra voi; in guisa che non difettate d’alcun dono…” (1 Cor. 1:4-7). Da queste parole si deduce che i doni dello Spirito Santo, i doni di ministerio ed ogni conoscenza spirituale delle cose di Dio costituiscono dei beni spirituali preziosi, per cui chi li possiede è ricco.

- La fede è un bene prezioso.

Giacomo, nella sua epistola, dice: “Iddio non ha egli scelto quelli che sono poveri secondo il mondo perchè siano ricchi in fede ed eredi del Regno che ha promesso a coloro che l’amano?” (Giac. 2:5). Dio ha scelto i poveri secondo il mondo per arricchirli in fede, quindi la fede che noi credenti abbiamo ricevuto da Dio (secondo che è scritto: “Ciò non viene da voi; è il dono di Dio” [Ef. 2:8]) è un bene prezioso che fa ricchi coloro che la possiedono
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08/06/2011 18:12

Anche Pietro confermò che la nostra fede è pregiata quando disse all’inizio della sua seconda epistola: “Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo” (2 Piet. 1:1). Fratelli, vi dovete rendere conto che la fede che avete ricevuto non ce l’hanno tutti (secondo che è scritto: “Non tutti hanno la fede” [2 Tess. 3:2]) ed ha un grande valore nel cospetto di Dio, quindi non gettatela via, perchè in tale caso gettereste via la salvezza dell’anima vostra condannandovi da voi stessi.

Sappiate però che esiste pure una fede finta che non vale nulla, appunto perchè finta.

Dalle parole di Giacomo si comprende pure che coloro che hanno creduto (essendo eredi di Dio e coeredi di Cristo) sono eredi del regno di Cristo e di Dio, perciò anche se poveri materialmente sono ricchi e felici. Gesù attestò la beatitudine dei poveri che avevano creduto in lui quando, “alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: Beati voi che siete poveri, perchè il regno di Dio è vostro” (Luca 6:20). Noi proclamiamo che i poveri fra i santi sono felici e ricchi perchè a Dio è piaciuto di farli eredi del suo regno.

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08/06/2011 18:12

- La sapienza di Dio è un bene prezioso.

È scritto: “Beato l’uomo che ha trovato la sapienza. Poichè il guadagno ch’essa procura è preferibile a quel dell’argento, e il profitto che se ne trae vale più dell’oro fino. Essa è più pregevole delle perle, e quanto hai di più prezioso non l’equivale” (Prov. 3:13-15). Ora, siccome che Dio disse all’uomo: “Temere il Signore: questa è la Sapienza” (Giob. 28:28), di conseguenza chi ha timore di Dio ha pure la sapienza divina (perchè il timore di Dio produce sapienza), ma chi non teme Dio non ha neppure sapienza. Oh, quanto è prezioso il timore di Dio per chi lo possiede! Esso è veramente il suo tesoro, secondo che è scritto in Isaia: “Il timore dell’Eterno è il tesoro di Sion” (Is. 33:6).

Salomone fu un uomo molto savio perchè possedette molta sapienza, ma altresì fu un uomo molto ricco materialmente. Le ricchezze che Salomone possedette furono veramente ingenti; basta dire a tale riguardo che “il peso dell’oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicento sessantasei talenti (tenete presente che un talento equivaleva a circa quarantacinque chili) oltre quello che percepiva dai trafficanti e dai negozianti che gliene portavano, da tutti i re d’Arabia e dai governatori del paese che recavano a Salomone dell’oro e dell’argento” (2 Cron. 9:13,14), e che al suo tempo “dell’argento non si faceva alcun conto” (2 Cron. 9:20) perchè “il re fece sì che l’argento era in Gerusalemme così comune come le pietre” (1 Re 10:27).

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08/06/2011 18:13

Eppure, lo stesso Salomone disse: “C’è dell’oro e abbondanza di perle, ma le labbra ricche di scienza sono cosa più preziosa” (Prov. 20:15), ed ancora: “L’acquisto della sapienza, oh, quanto è migliore di quello dell’oro” (Prov. 16:16). Così la pensava Salomone che fu il più grande di tutti i re della terra per sapienza e ricchezze; ma purtroppo oggi non tutti la pensano nella stessa maniera, perchè anche nel nostro mezzo alcuni considerano le ricchezze materiali più preziose della sapienza di Dio e si sbagliano grandemente.

Coloro che parlano meglio delle ricchezze materiali che della sapienza si sono sviati; coloro che innalzano i beni materiali (lo si capisce quando li si sente parlare) al di sopra della sapienza di Dio sono uomini corrotti di mente privi del timore di Dio; guardatevi da questa gente per non corrompervi e sviarvi dalla fede.

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08/06/2011 18:13

La Parola di Dio è un bene molto più prezioso delle ricchezze materiali infatti è scritto: “La legge della tua bocca mi val meglio di migliaia di monete d’oro e d’argento” (Sal. 119:72), e: “Io amo i tuoi comandamenti più dell’oro, più dell’oro finissimo” (Sal. 119:127), ed ancora: “I giudizi dell’Eterno sono verità, tutti quanti sono giusti, sono più desiderabili dell’oro, anzi, più di molto oro finissimo” (Sal. 19:9,10). Vedete fratelli, coloro che amano l’oro e l’argento non sono saziati nè con l’oro e neppure con l’argento, ma coloro che amano la Parola di Dio vengono saziati da essa, perchè essa li consola quando sono abbattuti, li fortifica quando sono deboli, li riprende per non farli riempire di guai, li guida in ogni circostanza della loro vita e li ammaestra in ogni sapienza. Il denaro non è in grado di fare ciò che fa la parola di Dio quindi, benchè utile a tutti noi, esso non deve e non può essere reputato più importante della Parola di Dio. Come sono ricchi coloro che fanno dimorare abbondantemente la Parola di Dio nel loro cuore! Ma come sono poveri quelli che invece non fanno dimorare la Parola di Cristo nel loro cuore! Amano il denaro più della Parola di Dio, che follia! Hanno il portafoglio pieno di denaro, ma il cuore vuoto o quasi della Parola di Cristo. Vogliono custodire con cura il loro denaro ma non vogliono custodire la Parola di Dio nel loro petto, perchè non ci prendono più piacere e non ci prestano più attenzione.
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08/06/2011 18:13

Le sacre Scritture non sono più l’oggetto della loro meditazione e del loro diligente studio; no, perchè essi ora studiano e meditano come ingannare il loro prossimo per arricchirsi più velocemente possibile. Essi gareggiano in questa corsa dietro il lusso, o meglio dietro il vento, con quelli che hanno il cuore caparbio come il loro; sono poveri e miserabili, dimostrano di esserlo ma anche di volerlo essere.

- La buona reputazione e la stima sono dei beni preziosi.

È scritto: “La buona riputazione è da preferirsi alle molte ricchezze; e la stima, all’argento e all’oro” (Prov. 22:1).

Coloro che hanno una buona reputazione e godono della stima del prossimo sono coloro che temono Dio e osservano i suoi comandamenti; per costoro la buona reputazione e la stima sono delle cose più importanti delle ricchezze e del danaro, e perciò preferiscono avere poco col timore di Dio e con una buona testimonianza, che grandi entrate senza equità e con una cattiva testimonianza.

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08/06/2011 18:13

Voglio che sappiate anche che invece coloro che vogliono arricchire non hanno nè una buona reputazione e non sono neppure stimati perchè essi “cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze” (1 Tim. 6:9). Questo è quello che accade a coloro che cessano di essere contenti delle cose che hanno e cominciano ad amare il denaro. Guardatevi dunque da questi predicatori avidi di guadagno a cui non importa nulla nè della buona reputazione e nè della stima, perchè se vi fate trascinare nelle loro vie vi corromperete come loro.

Costoro con le loro ciance non rendono buona testimonianza dei credenti poveri infatti li fanno passare per gente che ha poca fede; ma io voglio ricordarvi che nella lettera agli Ebrei sono scritte le seguenti parole in riferimento agli antichi: “Furono lapidati, furono segati, furono uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati (di loro il mondo non era degno), vaganti per deserti e monti e spelonche e per le grotte della terra” (Ebr. 11:37,38). Ecco come andarono attorno vestiti costoro (di pelli di pecora e di capra e non di vestiti magnifici); ecco qual’era la loro condizione sociale (bisognosi, e non milionari); ecco come furono trattati costoro dal mondo d’allora (furono afflitti e maltrattati, e non premiati con dei trofei); ecco dove furono costretti a vagare (per i deserti, i monti, le spelonche e le grotte della terra); ma sapete cosa dice la Scrittura di costoro di cui il mondo non era degno? Questo: “E tutti costoro, pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello ch’era stato promesso” (Ebr. 11:39). Quindi, se da un lato costoro furono bisognosi, afflitti e maltrattati, dall’altro essi piacquero a Dio per la loro fede e per la loro condotta.

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08/06/2011 18:13

- Le buone opere costituiscono delle ricchezze.

Paolo disse a Timoteo di ordinare a quelli che erano ricchi in questo mondo di essere “ricchi in buone opere” (1 Tim. 6:18); quindi coloro che sono zelanti nelle opere buone e abbondano in esse sono ricchi in vista di Dio anche se sono poveri.

Coloro che non dimenticano di esercitare la beneficenza e di fare parte agli altri dei loro beni si conducono da savi, e si fanno dei tesori nel cielo e perciò agli occhi di Dio sono ricchi benchè possono essere agli occhi degli uomini dei poveri. Paolo, scrivendo ai Corinzi, fece loro conoscere la grazia di Dio concessa alle chiese della Macedonia per contribuire alla sovvenzione destinata ai poveri fra i santi; egli disse loro: “Fratelli, vogliamo farvi sapere la grazia di Dio concessa alle chiese di Macedonia. In mezzo alle molte afflizioni con le quali esse sono provate, l’abbondanza della loro allegrezza e la loro profonda povertà hanno abbondato nelle ricchezze della loro liberalità. Poichè, io ne rendo testimonianza, secondo il potere loro, anzi al di là del potere loro, hanno dato volenterosi, chiedendoci con molte istanze la grazia di contribuire a questa sovvenzione destinata ai santi” (2 Cor. 8:1-4). Queste chiese della Macedonia, benchè profondamente povere si dimostrarono ricche in buone opere perchè contribuirono generosamente alla sovvenzione destinata ai santi, dando al di là di quello che potevano, e di questo ne rese testimonianza Paolo.

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08/06/2011 18:14

Gesù, il fedel Testimone, rese questa testimonianza (simile a quella di Paolo) circa l’angelo della chiesa di Smirne, infatti gli disse: “Io conosco la tua tribolazione e la tua povertà (ma pure sei ricco)..” (Ap. 2:9).

Secondo queste Scritture vi sono dei poveri fra i santi che sono ricchi in vista di Dio perchè possiedono dei tesori in cielo; e siccome che i tesori in cielo ce li si fa facendo elemosine ed ogni opera buona bisogna concludere che questi poveri sono ricchi in fede, perchè dimostrano coll’osservare la Parola di Dio, di avere piena fiducia in essa. Ma voi pensate che un’uomo con poca fede venderebbe mai i propri beni per farne elemosine come disse Gesù? Ma pensate che un credente povero che dà al di là del suo potere abbia poca fede in Dio? Ma non sono forse quei ricchi che danno del loro superfluo che mostrano di avere poca fede in Dio? Vi ricordate quella povera vedova che gettò nella cassa delle offerte solo due spiccioli? Che disse Gesù di lei? Egli disse che ella aveva gettato nella cassa più di tutti quei ricchi che ve ne gettavano molto. Perchè? Perchè lei vi gettò dentro tutto quello che possedeva per vivere, mentre i ricchi vi gettarono del loro superfluo. Quella povera vedova dimostrò la sua fede in Dio ed il suo amore verso il Signore in questa maniera. Quella povera donna sì che era ricca in fede ed in buone opere!

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