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Sermoni dal libro di Giobbe

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2011 18:16
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09/07/2011 17:46

Giobbe era un uomo timorato di Dio, che viveva adorando Dio. Aveva fede nelle vie del Signore, pur sapendo che non capiva quelle vie. Infatti, se devo capire il piano di Dio per avere pace, non sto camminando per fede, bensì per visione. Invece Dio ci comanda di camminare per fede.

Questo capitolo conclude con il versetto 22. Ve lo leggo:

“In tutto questo Giobbe non peccò e non accusò DIO di alcuna ingiustizia.” (Giobbe 1:22 LND).
In tutto questo, in tutta questa sofferenza, in tutta questa grande perdita, in tutta questa vita che è crollata tutta insieme, Giobbe non peccò e non accusò Dio di alcuna ingiustizia. Voglio ripetere che Giobbe non aveva alcuna idea del motivo per cui gli era successo tutto questo. Però sapeva che Dio è giusto in tutto quello che fa e, aggrappandosi a questa verità preziosa, egli non peccò.

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09/07/2011 17:46

Applicazione per noi
Le verità contenute in questo capitolo sono estremamente importanti per noi. Ognuno di noi avrà momenti di sofferenza e di perdita in questa vita. Questo fa parte del piano di Dio. Però è proprio in questi momenti che possiamo o avere la nostra fede rafforzata oppure cadere nel peccato. Ciò che determina come reagiamo è se comprendiamo e ricordiamo o meno che non meritiamo nulla di buono e, perciò, tutto ciò che abbiamo di buono è un dono di Dio, dato da Lui, nel modo, nel momento e per la durata che Egli solo sa essere giusto. Perciò, tutto ciò che Dio fa è giusto, quando ci dà qualcosa e quando ci toglie quella data cosa.

Un'altra verità estremamente importante da ricordare è che Satana non ha alcun potere di farci del male, se ciò non gli è permesso da Dio. Non dobbiamo temere Satana, dobbiamo avere solamente un Santo timore di Dio e confidare pienamente in Lui in ogni circostanza della nostra vita.

Infine, vogliamo esaminarci
per riconoscere se noi siamo come Giobbe, cioè se siamo persone integre e rette, che temiamo Dio e fuggiamo il male. Solamente se viviamo così possiamo godere il dono più prezioso di tutti, la comunione con Dio stesso.
[Modificato da PendP 09/07/2011 17:46]
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09/07/2011 17:47

Lezioni da Giobbe 2

Studio di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per mercoledì, 24 marzo, 2010 ---- cmd fv -----
Parole chiave: Giobbe, sofferenze, ingiustizia, come affrontare le sofferenze, la perdita di una persona cara, il cordoglio, il potere di Satana.

Uno di voi ha mai sentito qualcuno lamentarsi per aver ricevuto troppe benedizioni? C'è qualcuno d voi che ha problemi ad accettare le benedizioni di Dio?

Dio è la fonte di ogni benedizione. La vita è piena di benedizioni, per i giusti e per i malvagi.

Non è un problema reagire male quando arrivano le benedizioni, il problema è riuscire a reagire bene quando arrivano le difficoltà e le sofferenze della vita.

Un libro che ci insegna molto per quanto riguarda le sofferenze e come rispondere quando arrivano è il libro di Giobbe.

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09/07/2011 17:47

La scena in cielo
Iniziamo leggendo i versetti 1-6. Questo passo è quasi identico a quello che abbiamo letto nel capitolo 1. Mentre leggiamo questo, ricordate che Giobbe non sapeva queste cose. Infatti, a

Giobbe non vengono mai dette queste cose. Similmente, Dio non rivela a noi la i retroscena della nostra vita. Fa parte delle cose nascoste di Dio.

“1 Un giorno avvenne che i figli di DIO, andarono a presentarsi davanti all’Eterno, e in mezzo a loro andò anche Satana a presentarsi davanti all’Eterno. 2 L’Eterno disse a Satana: "Da dove vieni?". Satana rispose all’Eterno: "Dall’andare avanti e indietro sulla terra e dal percorrerla su e giù". L’Eterno disse a Satana: 3 "Hai notato il mio servo Giobbe? Poiché sulla terra non c’è nessun altro come lui, che sia integro, retto, tema DIO e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità, nonostante tu mi abbia istigato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo". 4 Allora Satana rispose all’Eterno e disse: "Pelle per pelle! Tutto ciò che possiede, l’uomo è disposto a darlo per la sua vita. 5 Ma stendi la tua mano e tocca le sue ossa e la sua carne e vedrai se non ti maledice in faccia". 6 L’Eterno disse a Satana: "Eccolo in tuo potere; risparmia però la sua vita".
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09/07/2011 17:47

Di nuovo riconosciamo che Satana si impersona come l'accusatore,. Satana odia Dio e odia i figli di Dio. Dio aveva permesso a Satana di rovinare la vita di Giobbe, ma non gli aveva permesso di toccare il corpo di Giobbe. Ora, quando Dio fece notare a Satana che Giobbe era rimasto integro, nonostante la sua vita fosse stata rovinata, Satana risponde che certamente Giobbe rimaneva integro, perché ancora la sua salute non era stato toccata.

Secondo la sua sovrana saggezza e il suo piano perfetto a questo punto Dio dà il permesso a Satana di rovinare la salute di Giobbe. È sempre Dio che stabilisce il limite di quello che Satana può fare. Come abbiamo già visto nell'ultima lezione, Satana non può fare nulla senza il permesso di Dio.

Abbiamo già visto questo in capitolo 1 ma è estremamente importante che ricordiamo questa verità. È facile credere che in qualche modo Satana può farci del male per scelta sua. Una delle verità più importante dal libro di Giobbe e è che Satana non può fare nulla senza il permesso di Dio. E' Dio che controlla totalmente quello che Satana può fare. Questo è il motivo per il quale è vero ciò che dichiara Romani 8:28, che tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio, perché Dio è sovranamente il in controllo su tutte le cose.

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09/07/2011 17:48

Perciò, ricordate che non esiste nulla nell'universo, fuori del controllo di Dio. Non dobbiamo temere Satana, dobbiamo temere solamente Dio.

Quando abbiamo studiato capitolo 1 di Giobbe, abbiamo visto che Satana non sa in anticipo quello che Dio farà. Anche in questo, vediamo l'assoluta sovranità di Dio su Satana, e su tutti gli avvenimenti dell'universo. Quello che Satana fa, lo fa per farci il più male possibile. Però Dio non permette a Satana di farci alcun male, se non fa parte del piano stesso di Dio di per completare la sua buona opera in noi.

Potremmo dire che senza saperlo e senza volerlo, Satana fa solamente quello che viene usato da Dio per portare Gloria a Dio stesso e bene al Suo. Satana intende farci del male, Dio usa tutto per il nostro bene.

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09/07/2011 17:48

arriva il male
Andando avanti nel nostro brano, Satana, avendo ricevuto da Dio il permesso di fare del male alla salute di Giobbe, gli fa il male peggiore che può. Leggiamo i vv. 7,8.

7 Così Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno e colpì Giobbe di un’ulcera maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo. 8 Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.
Satana colpì Giobbe con un male terribile, che non provocava la morte, ma avrebbe fatto desiderare la morte. Giobbe fu colpito da un'ulcera che lo copriva totalmente, da sotto i piedi a sopra la testa. Così afflitto, sarebbe stato per lui estremamente doloroso stare in piedi e anche stare seduto, probabilmente ancora peggio stare sdraiato. Infatti, l'unica cosa che Giobbe poteva fare era grattarsi con un coccio di terracotta. Si sedeva in mezzo alle cenere che era una posizione di umiliazione e cordoglio, oltre a una posizione di sofferenza.

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09/07/2011 17:48

Per noi, leggere delle afflizioni di Giobbe è questione di leggere due righe in pochi secondi. Però, per iniziare a trarre beneficio da questo libro, per poter comprendere la vera situazione di Giobbe, dobbiamo fermarci e pensare come è stato per lui. È estremamente raro che qualcuno venga colpito da qualche male che copra totalmente, tutto quanto il corpo. Di solito una parte o più parti fanno male, ma ci sono anche delle parti che stanno bene. In quel questo modo c'è un certo sollievo nonostante un male grande.

Invece Giobbe non aveva questo sollievo. Egli stava male totalmente, letteralmente dalla testa ai piedi. Qualunque posizione, qualunque movimento Giobbe facesse stava molto, molto male. Però, essendo un male che veniva da Satana, non era qualcosa che guariva naturalmente. Non era qualcosa che sarebbe passato dopo qualche giorno. Stava solo terribilmente male, senza la speranza di migliorare.

Tenete in mente che Giobbe aveva perso i suoi beni, molto peggio, aveva perso i suoi servi e peggio ancora i suoi figli.

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09/07/2011 17:49

Quindi, non solo Giobbe stava malissimo fisicamente, ma il suo mondo era crollato, e avevo aveva un cuore rattristato. Tenete questo in mente mentre leggiamo di una ulteriore prova che Satana mandò a Giobbe, quella della moglie stolta.

tentazione, ma Giobbe rimane integro
Leggo i versetti 9,10. Tenete in mente la condizione di Giobbe mentre leggo questi versetti.

9 Allora sua moglie gli disse: "Rimani ancora fermo nella tua integrità? Maledici DIO e muori!". 10 Ma egli disse a lei: "Tu parli come parlerebbe una donna insensata. Se da DIO accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?". In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
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09/07/2011 17:49

La prima cosa che mi colpisce è il fatto che quando Satana aveva ricevuto da Dio il permesso di fare del male a Giobbe, compreso quello di far morire la sua famiglia, sempre secondo il piano di Dio, fece morire tutti i figli di Giobbe, ma non fece morire la moglie di Giobbe. Evidentemente, Satana capiva che tipo di donna era, e sapeva che lei sarebbe stata una tentazione per Giobbe.

Infatti, qua vediamo questa donna che stuzzica Giobbe, spingendolo a maledire Dio. Che donna terribilmente insensata. Che donna stolta!

Chiaramente, in un momento di così grande sofferenza, con un cuore già spezzato dalla perdita dei figli, sentire un commento così da chiunque sarebbe molto doloroso, e una grande tentazione. Però, in un momento così terribile, sentire questo commento dal proprio coniuge, sarebbe una immensa tentazione. Inoltre, era un immenso peso per il cuore di Giobbe. La persona da cui si cercherebbe sollievo, e qualche parola di incoraggiamento, qualche appoggio nelle sofferenze, proprio in quella persona Giobbe trovava un cuore duro, che lo disprezza per la sua integrità, e lo spinge a maledire Dio e morire!

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09/07/2011 17:49

In un certo senso, questa è per Giobbe la sofferenza peggiore. Proprio dalla moglie, l'unica rimasta della sua famiglia, Giobbe si sarebbe aspettato qualche appoggio, qualche incoraggiamento. Invece Giobbe, da sua moglie, ricevette il male, e non il bene.

Alla luce di questo, tenendo in mente quanto era abbattuto il cuore di Giobbe, quanto si trovava isolato nelle sue sofferenze, la sua reazione è ancora più incredibile. La moglie disprezza Giobbe per la sua integrità, lo incoraggia a maledire Dio, e invece, Giobbe risponde in un modo che solamente uno che guarda a Dio con fede potrebbe rispondere. Leggo ancora il v.10.

10 Ma egli disse a lei: "Tu parli come parlerebbe una donna insensata. Se da DIO accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?". In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
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09/07/2011 17:49

Nonostante quanto terribile fosse il peccato della moglie di Giobbe, nonostante che lei stesse disprezzando l'integrità di Giobbe, nonostante che lei stesse cercando di farlo peccare, Giobbe non si scatenò contro di lei. Avrebbe potuto maledirla, dicendo tanto male di lei. Ma non lo fece. Piuttosto, le disse solamente che lei parlava come parlerebbe una donna insensata. Non arriva nemmeno a dire che le lei era insensata, parla solamente delle sue parole. In realtà, le parole vengono dal cuore, e perciò Giobbe avrebbe potuto dire che lei era una donna insensata. Nonostante la sua sofferenza, nonostante il disprezzo che le gli aveva fatto, Giobbe continuava ad essere un uomo integro e non voleva disprezzare sua moglie, quindi le dichiara che il suo modo di parlare era quello di una donna insensata.

In realtà, per Giobbe dire questo a sua moglie era un modo per aiutarla a riconoscere la sua stoltezza, affinché avesse potuto ravvedersi. Giobbe presume il bene, presume che la moglie non sta pensando bene a quello che dice, presume che non viene veramente dal suo cuore, e così Giobbe non condanna lei ma solamente le cose di cui stava parlando)

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09/07/2011 17:50

Anche in questo, Giobbe è un ottimo esempio per noi. Quanto spesso arriviamo ad offendere e disprezzare qualcuno con le nostre parole. Spesso ci giustifichiamo nella nostra mente perché secondo noi la persona merita il disprezzo per come si è comportata. Però, non spetta a noi disprezzare. Lasciamo quello a Dio. Non attacchiamo la persona, ma come faceva Giobbe, attacchiamo il comportamento sbagliato.

Accettiamo sia il bene che il male
Poi, nonostante la sua sofferenza, nonostante il disprezzo da parte della moglie, Giobbe cerca di aiutarla a capire che è importante accettare quello che Dio ci dà. Egli dichiara: se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?

Questa è una verità importantissima! Carissimi, a noi serve questa verità! Quindi, valutiamo attentamene quello che Giobbe dichiara qua!

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09/07/2011 17:50

Qual' è quella persona che non accetta il bene da Dio senza problemi? Giobbe capiva, come anche noi dobbiamo capire e ricordare, che ogni bene viene da Dio, eppure non abbiamo fatto nulla per meritare alcun bene da Dio. Perciò noi non meritiamo i numerosi beni che riceviamo. Se Dio dovessi trattarci solo con giustizia, non riceveremmo alcun bene. Però Dio non ci tratta solo con giustizia, ma piuttosto fa abbondare su tutti gli uomini la sua grazia naturale. Manda il sole e la pioggia su tutta la terra, non solo sui buoni, non solo su quelle persone che hanno fede in Lui ma su tutti.

Quindi, se volessimo agire in modo da voler solo la giustizia di Dio, non dovremmo accettare i beni da lui. Quindi, con la sua domanda Giobbe, egli fa notare alla moglie che nessuno rifiuta il bene da Dio. Accettiamo ben volentieri quello che Dio decide di darci in bene, fidandoci di Lui.

Allora, se ci fidiamo di Dio quando ci manda del bene, perché non dovremmo fidarci di Dio quando ci manda del male?

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09/07/2011 17:50

In realtà, non solo non meritiamo il bene da Dio, ma meriteremmo il male. Quindi, se pensassimo solamente nei termini di quello che meritiamo, dovremo accettare il male e non il bene. Ma nessuno fa questo.

Quindi, quando tu ti trovi in una situazione difficile, che sia una sciocchezza, un po' di traffico che ti rallenta, o che sia qualcosa di molto più pesante per esempio problemi pesanti sul lavoro, che durano da tempo, o qualche grave malattia, perché non dovresti accettare il male come hai accettato il bene?

Infatti, Dio ha guidato l'autore di questo libro a raccontarci quello che Giobbe disse in modo che possiamo riconoscere la nostra stoltezza e il nostro peccato quando ci lamentiamo delle cose negative che arrivano nella nostra vita.

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09/07/2011 17:50

Quando noi ci lamentiamo a causa dei mali che riceviamo, sia che si tratta di lamentarci in modo visibile con gli altri, o che si tratti di lamentarci solamente nella mente e nel cuore, siamo insensati e stolti, come la moglie di Giobbe. Lamentarci è un grave peccato contro Dio, perché è ipocrisia, perché vuol dire accettare i beni che non meritiamo per poi lamentarci del male che arriva quando in realtà meritiamo infinitamente peggio di questo. Cristo ha preso il male eterno che meritavamo in modo che non ci arrivasse mai. Come possiamo lamentarci quando arrivano dei leggeri e brevi mali, che non sono paragonabili al peso eterno di gloria che Dio ha riservato per noi?

Questo versetto è uno delle verità più importante nel libro di Giobbe! Oh che Dio possa farci riconoscere quanto il lamentarci o non accettare con un buon cuore il male è un grave peccato.

Nel Nuovo Testamento, l'atteggiamento di Giobbe che vediamo qua viene chiamato mansuetudine. Essere mansueto vuol dire accettare con pace e umiltà quello che la provvidenza di Dio manda nella tua vita. In questo capitolo Giobbe è un esempio chiarissimo di che cos'è la mansuetudine. Non essere mansueto è un grave peccato, essere mansueto ti porta più vicino a Dio.

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09/07/2011 17:51

Tu sei mansueto? Altrimenti, riconosci il fatto di non essere mansueto come un peccato! Ravvediti ogni volta che capisci che non se sei mansueto, e con l'aiuto di Dio, cresci in questo attributo importante nella vita di ogni vero credente.

la grandezza della sofferenza
Negli ultimi tre versetti di questo capitolo, tre amici vengono a trovare Giobbe per fargli le condoglianze e consolarlo. Andando avanti in Giobbe, scopriremo che non sono stati un incoraggiamento per lui. Però erano venuti con quello scopo. Voglio notare la loro reazione quando videro la profondità della sofferenza di Giobbe.

Una cosa è sentir parlare delle sofferenze di qualcuno, un altro vederle per conto nostro. Spesso, noi vediamo o sentiamo parlare nelle notizie di sofferenze nel mondo. Però, è tutta un'altra cosa quando la sofferenza ti sta proprio davanti. Vi leggo i vv. 11-13.

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09/07/2011 17:51

11 Quando tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte queste sciagure che si erano abbattute su di lui, vennero ciascuno dal suo paese, Elifaz di Teman, Bildad di Shuah e Tsofar di Naamath; essi infatti si erano messi d’accordo per venire a fargli le condoglianze e a consolarlo. 12 Alzarono gli occhi da lontano ma non lo poterono riconoscere; allora si misero a piangere a gran voce, e ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere gettandola verso il cielo. 13 Poi si sedettero accanto a lui per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una sola parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.” (Giobbe 2:1-13 LND)
Questi tre amici venivano da diversi paesi. Avendo sentito delle sciagure che avevano colpito Giobbe. Perciò, si misero d'accordo per venire a fargli le condoglianze e a consolarlo. Infatti, la vera amicizia non è solo qualcosa per i tempi buoni, ma anche e soprattutto, per i tempi difficili. Infatti, nei momenti più difficili si può scoprire chi sono i veri amici. Tu sei un vero amico?

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09/07/2011 17:51

Una cosa che mi colpisce è che quando hanno visto Giobbe, ancora da lontano non lo hanno riconosciuto. La condizione di Giobbe era così terribile che questi suoi amici non lo riconoscevano. Vedendo la sua sofferenza colpì loro così tanto che si misero seduti accanto a lui per sette giorni e sette notti senza dire una parola.

Anche qua, dobbiamo fermarci per valutare la profondità di queste parole. Quanto spesso manchiamo di trarre beneficio dalla nostra lettura, perché leggiamo con fretta, senza veramente fermarci per pensare e meditare su quello che abbiamo letto.

Allora, pensiamo a quello che abbiamo appena letto. Che cosa vuol dire sedersi per terra accanto ad un sofferente per sette giorni e notti senza dire una parola? Chi di voi ha mai passato una giornata intera, solo un giorno, non sette seduto accanto ad una persona in sofferenza senza dire parola, perché non c'erano parole adeguate?

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09/07/2011 17:51

Una cosa che mi colpisce è che quando hanno visto Giobbe, ancora da lontano non lo hanno riconosciuto. La condizione di Giobbe era così terribile che questi suoi amici non lo riconoscevano. Vedendo la sua sofferenza colpì loro così tanto che si misero seduti accanto a lui per sette giorni e sette notti senza dire una parola.

Anche qua, dobbiamo fermarci per valutare la profondità di queste parole. Quanto spesso manchiamo di trarre beneficio dalla nostra lettura, perché leggiamo con fretta, senza veramente fermarci per pensare e meditare su quello che abbiamo letto.

Allora, pensiamo a quello che abbiamo appena letto. Che cosa vuol dire sedersi per terra accanto ad un sofferente per sette giorni e notti senza dire una parola? Chi di voi ha mai passato una giornata intera, solo un giorno, non sette seduto accanto ad una persona in sofferenza senza dire parola, perché non c'erano parole adeguate?

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